Mentre eravamo nella carne, Ro 7:5 cioè quando vivevamo da carnali, e il peccato e la corruzione regnavano in noi nella carne come principio che ci governava allora le passioni peccaminose, destate dalla legge, agivano nelle nostre membra.
Eravamo trascinati lungo il fiume del peccato, e la legge non era altro che una diga imperfetta che faceva ingrossare il fiume facendolo infuriare di più. Il nostro desiderio era rivolto al peccato, proprio come quello della moglie è verso il marito, e il peccato ha regnato su di noi. Lo abbiamo abbracciato, lo abbiamo amato, gli abbiamo dedicato tutto, vi abbiamo conversato ogni giorno, abbiamo avuto cura di compiacerlo.
Eravamo sotto la legge del peccato e della morte, così come la moglie è sotto la legge del matrimonio. E il risultato di questo matrimonio era un frutto prodotto per la morte, ovvero la corruzione iniziale aveva prodotto vere trasgressioni, tali da meritare la morte.
La concupiscenza, avendo concepito a causa della legge (che in 1Co 15:56 ci viene detto che è la forza del peccato), partorisce il peccato; e il peccato, quand’è compiuto, produce la morte. Gm 1:15 Questa è la posterità che scaturisce da questo matrimonio col peccato e con la legge.
Ciò proviene dalle passioni peccaminose che agivano nelle nostre membra, e dura finché dura la vita, cioè mentre la legge è viva in noi e noi siamo vivi alla legge.
Il nostro primo matrimonio era con la legge, per cui, secondo la legge nuziale, sarebbe dovuto continuare solo finché durava la legge. La legge del matrimonio lega i coniugi finché non muoia una delle due parti,
Il nostro secondo matrimonio è con Cristo. Vediamo come avviene e perché.
La morte ci scioglie dal nostro obbligo alla legge come patto, così come scioglie la moglie dal suo obbligo verso il marito. Ro 7:3 Non si tratta di una precisa rassomiglianza, non è necessario che lo sia. La Scrittura dice infatti: « Voi siete divenuti morti alla legge ». Ro 7:4 Non dice: « La legge è morta » (come alcuni pensano che Paolo abbia voluto evitare di dire per non offendere coloro che erano ancora zelanti per la legge), ma: « Voi siete divenuti morti alla legge ».
Come dire che noi siamo crocifissi al mondo e il mondo a noi equivale alla stessa cosa, così è per la morte della legge e il nostro morire a essa. Noi siamo stati sciolti dai legami della legge, Ro 7:6 , siamo annullati in quanto alla legge.
Il nostro obbligo verso di essa come marito è abrogato e annullato. Poi Paolo dice che la legge è morta solo per quanto riguarda la schiavitù ad essa: Essendo morti a quella che ci teneva soggetti. Non alla legge in se stessa, ma al suo obbligo a dover castigare e alla sua istigazione a peccare. È morta, ha perso il potere. Ciò è avvenuto mediante il corpo di Cristo, Ro 7:4
Siamo morti alla legge per la nostra unione mistica col corpo di Cristo. Col nostro battesimo veniamo dichiaratamente inclusi nel corpo di Cristo e, avendo creduto con forza ed efficacia, diveniamo morti alla legge. Non abbiamo più niente a che vedere con essa proprio come uno schiavo quando muore, liberato dal suo padrone, non ha più niente a che vedere con quel giogo.