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I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO
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2Pietro 3:18
ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in sempiterno. Amen.
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ARGOMENTO: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO

I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 08/07/2012 07:42 #4346

Lettera alla chiesa di Efeso

1 «All'angelo della chiesa di Efeso scrivi:
Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro:
2 "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. 3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. 4 Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. 5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. 6 Tuttavia hai questo, che detesti le opere dei Nicolaiti, che anch'io detesto.
7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio".

Lettera alla chiesa di Smirne

8 «All'angelo della chiesa di Smirne scrivi:
Queste cose dice il primo e l'ultimo, che fu morto e tornò in vita:
9 "Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.
11 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda".

Sulla scia del post "gli attacchi alla nostra fede", in cui si è posto l'accento sui nemici di Paolo, si nota in questo post come anche l'Apostolo Giovanni in queste 2 lettere, le prime 2, di Apocalisse, mette in guardia dai primi nemici dell'evangelo.

E' chiaro di chi si tratta, anche Paolo fa riferimento a questi falsi apostoli, contro cui anche Giovanni si scaglia.
Evidentemente erano una minaccia seria.

Sono gradite le vostre riflessioni.
Un abbraccio a tutti.
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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 08/07/2012 16:34 #4353

Gesu' ha sempre detto in una maniera inequivocabile che chiunque avrebbe creduto in Lui e si fosse attenuto ai Suoi insegnamenti, avrebbe avuto tribolazione in questo mondo di tenebre, che giace sempre piu' nel maligno.
Nel Vangelo di Giovanni al capitolo 10, Gesu' presagiva i falsi dottori, i falsi profeti, le false dottrine.
L'avversario, come un ragno, tesse del continuo le trame della ragnatela per far cadere il credente che puo' resistergli solo con la perfetta armatura che Dio gli ha dato (Cfr. Efesini 6:10).
Siamo chiamati a vegliare, sempre e comunque, perche' l'avversario ci e' sempre attorno come un leone ruggente, pronto a divorarci. D'altronde il nostro combattimento non e' contro sangue o carne, ma contro forze spirituali che fanno la loro comparsa finanche nei luoghi celesti...
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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 09/07/2012 13:01 #4366

Incoraggiamenti del Signore alla chiesa di Efeso

“Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amore del mio nome e non ti sei stancato.” {Ap 2:2-3}

Un automobilista si era fermato al bordo di una delle numerose autostrade degli Stati Uniti. Era quasi mezzanotte. Il suo motore era in panne. Chi sarebbe venuto in suo aiuto a un’ora così tarda? Eppure una macchina si fermò, e il guidatore, un signore molto distinto, ne scese. Il primo guidatore pensò fra di sé: — Non sarà certo questo gentiluomo che potrà cavarmi d’impiccio. — Ma lo sconosciuto insisté: — Mi permetta di dare un’occhiata al suo motore.

In pochi minuti scoprì la causa del contatto difettoso e vi pose rimedio. Il motore ricominciò a funzionare. L’automobilista, profondendosi in ringraziamenti, chiese: — Con chi ho il piacere di parlare? Il suo interlocutore gli tese il suo biglietto da visita, ed egli lesse: “Henri Ford, direttore generale degli stabilimenti Ford”.

Tutto diventava chiaro: quell’uomo che aveva individuato con tanta facilità la causa del guasto non era altri che l’ideatore della macchina, e la conosceva meglio di chiunque.

Il Signore introduce ciascuna delle sette lettere con le parole: “Io conosco — ” Egli si presenta ad esse come loro Creatore e come loro Capo. cfr. Ef 1:22

“Io conosco le tue opere — ” Questa affermazione riecheggia la parola dell’Eterno pronunciata ai tempi di Isaia: “Io conosco le loro opere e i loro pensieri.” Is 66:18 Allora Dio si rivolgeva al suo popolo annunciando la venuta del Messia in vista del suo regno. Quanto più il Signore non terrà lo stesso linguaggio quando vorrà preparare la sua Chiesa ad incontrarlo, alla vigilia del suo ritorno! La situazione dei figli di Dio agli inizi del XXI secolo, al pari di quella dei credenti di Efeso, gli è perfettamente nota; egli sa esattamente quali sono i fermenti che hanno causato determinate situazioni, gli agenti distruttori che hanno provocato il triste stato spirituale delle chiese, e vuole porvi rimedio, sia a livello comunitario che individuale.

Ad Efeso i falsi apostoli cercavano, con menzogne e calunnie, di minare l’autorità spirituale dei conduttori approvati da Dio. Ma la chiesa non li sopportava (greco bastazo, usato anche in Ga 6:2), così come non tollerava le opere dei Nicolaiti, anch’essi stigmatizzati da Dio.

“ — detesti le opere dei Nicolaiti, che anch’io detesto.” {Ap 2:6}

Gli esegeti hanno formulato diverse opinioni a proposito dei Nicolaiti. Per Ireneo e Ippolito, si trattava dei discepoli di Nicola di Antiochia, uno dei sette diaconi della chiesa primitiva; At 6:5 dopo un inizio promettente, questi sarebbe stato il promotore di una deviazione dottrinale.

Un’altra interpretazione spiega il termine “Nicolaiti” in base alla sua etimologia: nikao = vincere, conquistare, e laos = popolo. I “conquistatori del popolo” sarebbero stati i sacerdoti di un clero dominatore che, a partire da primo secolo, avrebbero progressivamente soggiogato le comunità cristiane. Se nella chiesa di Efeso essi suscitavano uno sdegno sacrosanto, nella chiesa di Pergamo i Nicolaiti seducevano già i credenti con la loro “dottrina”. cfr. Ap 2:15. Il male si accresce sempre, quando si comincia a tollerarlo; perciò il Signore non poteva che approvare i cristiani di Efeso perché reagivano decisamente contro i Nicolaiti e detestavano le opere di questo clero dominatore, intenzionato a sostituire la propria autorità a quella del Capo della Chiesa.

Quando noi odiamo ciò che il Signore odia, cfr. Sl 139:21-22 Is 61:8 Gr 44:4 Am 5:21 Za 8:17 egli ci gratifica della sua approvazione. Perciò il Signore approvava la posizione della chiesa di Efeso, una posizione di separazione dai malvagi, di discernimento spirituale nei confronti dei falsi apostoli e di odio per i Nicolaiti. La chiesa di Efeso aveva coraggiosamente seguito le istruzioni date da Paolo a Timoteo, uno dei suoi primi pastori. Essa si era opposta ai vani parlatori, ai falsi dottori, 1Ti 1:6-7 6:3-5,9-10,20-21 a quelli che si dicevano apostoli ma deviavano dalla verità; 2Ti 4:2-3 aveva riconosciuto coloro che facevano naufragio quanto alla fede 1Ti 1:19-20, marchiati nella propria coscienza 1Ti 4:2; non tollerava il falso ascetismo macchiato d’ipocrisia; 1Ti 4:1-3 infine denunciava i peccati nascosti e gli atti riprovevoli commessi al suo interno. 1Ti 5:20,24.
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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 09/07/2012 13:06 #4367

SMIRNE



la chiesa della sofferenza

Ap 2:8-11
La città di Smirne

Fondata circa 1000 anni prima dell’era cristiana, Smirne fu distrutta dai Lidi nel VII secolo a. C. e ricostruita nel IV secolo a. C. all’epoca di Alessandro Magno. Da allora la città si sviluppò e per più di venti secoli fu il principale porto del mare Egeo sulla costa orientale.

Oggi la moderna Izmir, con il suo mezzo milione di abitanti, è la terza città della Turchia e il capoluogo di una delle sue province più ricche: la sua università, la sua fiera internazionale annuale, il suo porto le assicurano prosperità e fama.

Situazione dei cristiani di Smirne

Ai tempi apostolici, i commercianti di Smirne erano una categoria prospera. Ma guai a chi cercasse di introdursi nella loro corporazione senza sottomettersi alle esigenze del culto pagano! I cristiani non esitarono: scelsero di esporsi al ludibrio e alla miseria piuttosto che cedere al compromesso che li avrebbe privati della comunione con il Signore. I credenti di Smirne non si conformarono alla mentalità circostante perché erano stati “trasformati mediante il rinnovamento della loro mente” per discernere la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. Ro 12:2.

Numerosi Ebrei si erano stabiliti a Smirne, centro strategico degli affari e del commercio tra la Grecia e l’Asia. Forse i cristiani si sentivano più vicini a questi Israeliti monoteisti che ai loro compatrioti pagani dediti al più grossolano politeismo; forse sotto la persecuzione cercarono da loro appoggio e protezione. Ma le illusioni svanirono presto: i Giudei di Smirne formavano una vera e propria “sinagoga di Satana”, e coloro che pretendevano di adorare lo stesso Dio dei cristiani divennero i loro peggiori nemici:

“All’angelo della chiesa di Smirne scrivi — Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana.” Ap 2:8,9

La “sinagoga di Satana” evoca una forma di opposizione religiosa assai accanita. Gli Ebrei del I secolo sapevano mantenere le forme di una pietà esteriore, Ro 2:28 ma i loro modi di fare farisaici provenivano dal padre della menzogna. Gv 8:44.

Smirne accoglieva un tempio dedicato a Tiberio, che era l’edificio religioso più importante della città. Gli Ebrei si piegavano forse ad adorare l’imperatore per opportunismo, pur continuando a riunirsi ogni sabato nella sinagoga?

Quando Policarpo, un cristiano di 95 anni, fu condannato al martirio (156) gli Ebrei di Smirne, in aperto contrasto con le regole levitiche cui avevano purtuttavia aderito, cfr. Nu 15:32-36 avevano ammucchiato essi stessi la legna per il rogo in giorno di sabato. I giudici invitarono Policarpo a rinnegare la sua fede, ma egli rispose: “Per 86 anni ho servito il Signore ed egli non mi ha mai fatto alcun torto; come potrei ora rinnegare il mio Re e il mio Salvatore?”

Malgrado la presenza di una “sinagoga di Satana”, a Smirne sorse una chiesa che generò degli eroi della fede. Essa era povera agli occhi del mondo ma ricca in Dio. Come vedremo, il Signore sapeva difendere gli interessi di questa chiesa perseguitata e priva di tutto, ma ricca di “capitali” celesti che fruttano “interessi” per l’eternità.

A volte la chiesa è ricca materialmente ma povera spiritualmente. Ma una chiesa povera di beni materiali e ricca di benedizioni spirituali è molto più preziosa agli occhi di Dio.
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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 09/07/2012 13:18 #4368

L’empietà e la falsità dei loro nemici: Conosco le calunnie lanciate da quelli che dicono d’esser Giudei e non lo sono, cioè di quelli che fingono di essere l’unico popolo speciale che ha stipulato un Patto con Dio, come gli Ebrei si vantavano di essere anche quando Dio li aveva rinnegati; oppure di quelli che volevano continuare a celebrare i riti e le cerimonie ebrei, che ormai non solo erano antiquati, ma erano stati abrogati. Queste persone possono anche sostenere di essere l’unica Chiesa di Dio nel mondo, ma in realtà sono una sinagoga di Satana. Osservate:

Come Cristo ha una Chiesa nel mondo, l’Israele spirituale di Dio, così anche il diavolo ha la sua sinagoga. Le congregazioni che si riuniscono per opporsi alle verità dell’Evangelo, e che promuovono e diffondono errori detestabili; le congregazioni istituite in contrasto con la purezza e la spiritualità dell’adorazione secondo l’Evangelo, che promuovono e diffondono le vane invenzioni degli uomini, cioè dei riti e delle cerimonie che non sono mai stati nei pensieri di Dio; e le congregazioni che ingiuriano e perseguitano la vera adorazione e i veri adoratori di Dio, sono tutte sinagoghe di Satana. Il diavolo le presiede, vi opera e se ne serve per i propri interessi, ricevendo da loro un profondo omaggio e un grande onore.

Quando le sinagoghe di Satana si spacciano per la Chiesa, o per l’Israele di Dio, bestemmiano. Quando si usa il suo nome per promuovere o per favorire gli interessi di Satana, Dio ne è molto disonorato, si risente molto per questa bestemmia, e si vendicherà con giustizia su quelli che vi persistono.

Attenzione carissismi, oggi c'è di peggio..... gentili che sposano la causa dei guidei,i quali non potendo annullare completamente la figura gloriosa di Gesù ne ridimensionano la sua Divina gloria e grazia ,
sostituendole con le vecchie pratiche giudaiche, arrivando persino alla circoncisione, pensano bene di essere la vera chiesa di Dio, ma in realtà sono una sinagoga di Satana, badate bene, internet è piena di questi falsi giudei.

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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 27/11/2012 00:48 #6647

La predicazione morale degli Apostoli è, come nell’annuncio di Gesù, un imperativo, urgente e allietante dell’amore divino: «infatti l'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono» (2 Cor 5,14). «Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato» (Rom 5,5). «Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20).

Gli Apostoli espongono semplicemente l’insegnamento di Cristo, la sua vita e la nuova vita della grazia che in Lui ci è stata donata. Ne consegue una nuova esigenza. Essi non soltanto proclamano l’esempio di Cristo mediante la predicazione, ma lo rendono anche visibile mediante la loro stessa imitazione di Cristo: «Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo» (1Cor 11,1).

La motivazione morale è principalmente l’inaudita attività della grazia, il Regno di Dio, l’amore vittorioso e la grazia del Crocifisso e del Risorto, l’attesa della sua Parusia.

Con l’ingresso del cristianesimo nell’ambito delle culture del I secolo, e con la sua separazione dalla Sinagoga, si impongono molti problemi singoli che vengono non solamente risolti nella pratica, ma anche approfonditi nei loro fondamenti: Paolo tratta, soprattutto nelle lettere ai Romani e ai Galati, del rapporto fra la legge veterotestamentaria e la nuova legge della grazia di Cristo.

Il possente pensiero dell’Apostolo delle Genti sulla «la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù» (Rom 8,2), legge che ci rende liberi da ogni schiavitù ad una legge esterna «non siete sotto la legge ma sotto la grazia» (Rom 6,14), continua la linea maestosa segnata dalla parola del Signore: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Per Paolo il cristiano vive «nella legge di Cristo» (1Cor 9,21), che gli concede di partecipare con Gesù e alla maniera di Gesù alle sollecitudini per la salvezza del prossimo (Gal 6,2). In forza della docilità all’impulso interiore della carità di Cristo – realtà che urge dall’interno – il cristiano comprende perfettamente di non avere più una soggezione esterna «alla legge» (Gal 5,18). Ma in tal modo è anche ben lontano dall’essere un «senza legge».

Come nel Vangelo di Giovanni anche in Paolo domina la visione grandiosa di un universo fondato in Cristo, nel Figlio eterno del Padre, fatto uomo per noi: «Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui» (Col 1,17). Visione unitaria delle due realtà: il creato e la redenzione. Alla sua luce prende risalto il rapporto tra la legge della creazione, data anche ai pagani, e la legge rivelata nell’Antico Testamento e in Cristo (Rom 1 e segg.).
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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 09/01/2013 20:50 #7179

Paolo, nella lettera ai Galati, punta con una durezza particolare ad alcuni, i cosiddetti giudaizzanti, gli avversari quasi sistematici di Paolo, coloro che sono fermamente convinti che, per entrare nel cristianesimo, i pagani devono prima diventare ebrei, devono prima circoncidersi e devono, anche, osservare la legge mosaica.

Paolo, per il quale la legge ha comunque la sua funzione sacra, la sua funzione di pedagogo a Cristo, si oppone, in maniera decisa, ad una concezione teologica sottesa, sostenuta da quelli che sono convinti che è l’orizzonte umano il primo orizzonte da considerare, sono le opere che mi permettono di far sì che la Grazia di Dio entri in me e che sono le opere della legge mosaica a salvare. Paolo a tale concezione e a questi avversari controbatte con forza che alla radice della nostra esistenza di credenti c’è l’essere salvati, l’essere salvati passivo con Soggetto sottinteso: Dio - per mezzo di Cristo -. La giustizia di Dio si oppone alla nostra giustizia, l’essere salvato e il salvarsi si oppongono tra di loro come due visioni dalle prospettive molto diverse. Quella di Paolo è una visione squisitamente teologica, il soggetto primario è Dio.

L’altra prospettiva di Paolo è antropologica, il punto di partenza è l’uomo dal quale si risale a Dio. Da questa seconda prospettiva, nacque il Pelagianesimo, con la sua tesi principale secondo cui l’uomo è in grado di scegliere il bene o il male, una credenza non molto diversa dalla visione giudaizzante basata sulle opere della legge contro cui Paolo si accanì con tutto il suo vigore.
Agostino combatté i pelagiani e Paolo i giudaizzanti, entrambi mettevano al centro la volontà umana, la creaturalità.

La durezza di Paolo, nella lettera, la si riscontra da subito, di solito l’Apostolo ringrazia Dio per i doni effusi alla comunità a cui si rivolge, nella lettera ai Galati non c’è nessun ringraziamento, ma già dopo l’indirizzo, appare una nota polemica:

Galati 1,7
Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo.
Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Più avanti ancora al cap 3 versetto 1 c’è il celebre grido di Paolo:

O Galati insensati (Ō anoētoi Galatai), chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso?


Anoētoi: stolti, insensati è il contrario dell’aggettivo agapetoi: carissimi, aggettivo che lui usava di solito per indirizzare le sue lettere alle chiese. Anoētoi è lo stesso aggettivo usato da Gesù sulla via di Emmaus quando dice: «Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette!».
I filippesi, per esempio, sono chia-mati agapetoi «amati», epipothetoi «desiderati», «amati intensamente».

● Chi mai vi ha ammaliati: questo verbo in greco indica il fascino oscuro;

● Voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso?: rappresentato in greco proegraphē è un termine che indica che Cristo è stato, letteralmente, pubblicato a grossi caratteri come un decreto, rivolgendosi ai Galati e come se Paolo dicesse: «davanti avete la grande pagina della salvezza: la croce!», e voi, sempre ai Galati, avete scelto di essere ammaliati da una falsità, questo grande decreto è, invece, Gesù Cristo crocifisso.

In 5, 12 Paolo afferma: «Si facciano pure evirare quelli che vi turbano!».

Apokopsontai: evirare, mutilare, perché Paolo sceglie questo verbo? Il termine indicava la castrazione (come nel culto di Cibele, i cui acerdoti, eunuchi, ricorrevano all’automutilazione), Paolo qui lo usa, ironicamente, giacché i giudaizzanti insistono tanto sulla circoncisione quale mezzo per piacere a Dio, essi dovrebbero portare la loro devozione religiosa all’estremo facendosi evirare.


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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 09/01/2013 20:54 #7180

Paolo difende il suo Vangelo anche contro Pietro e le colonne:

1 Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d'uomo; 12 perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.
13 Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato, quand'ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo; 14 e mi distinguevo nel giudaismo più di molti coetanei tra i miei connazionali, perché ero estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri. 15 Ma Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque16 di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri. Allora io non mi consigliai con nessun uomo, 17 né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai subito in Arabia; quindi ritornai a Damasco.
18 Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; 19 e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore. 20 Ora, riguardo a ciò che vi scrivo, ecco, vi dichiaro, davanti a Dio, che non mento.
21 Poi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia; 22 ma ero sconosciuto personalmente alle chiese di Giudea, che sono in Cristo; 23 esse sentivano soltanto dire: «Colui che una volta ci perseguitava, ora predica la fede, che nel passato cercava di distruggere». 24 E per causa mia glorificavano Dio.


Un Vangelo, dice Paolo con forza, che ha difeso anche contro le incoerenze petrine, contro la mancanza di rigore di Pietro, il Vangelo di Paolo è il Vangelo della chiesa, che va difeso anche contro le colonne di Gerusalemme, anche contro i cedimenti degli Apostoli stessi.



Diceva Lutero:

Quelli (i giudaizzanti) si glorino pure nella sapienza,
nella virtù, nella giustizia, nelle opere, nella loro dottrina,
nella loro teologia, nella loro legge,
e si glorino pure di voi e di qualsiasi altro uomo che hanno conquistato;
io mi glorio di me stesso
in quanto sono stolto, peccatore, malato, che ha patito e che è stato trovato senza legge, senza opere, senza giustizia che viene dalla legge, alla fine è stato trovato senza tutto…. tranne GESU’ CRISTO.

Martin Lutero, commento alla lettera ai Galati.
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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 14/01/2013 12:08 #7225

QUALE E' STATO IL PERCORSO STORICO TEOLOGICO CHE HA PORTATO ALLA DECISIONE DEL CONCILIO APOSTOLICO?

Tre linee guida:

• Vangelo;
• Fede-Grazia, Fede-Legge;
• Figlio.

Vangelo: il Vangelo, per Paolo, è Gesù Cristo, per Paolo non esiste altro Vangelo.

Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d'uomo; perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.
Gal 1,11-12


Paolo sottolinea che non riceve il Vangelo secondo una normale comunicazione da uomo a uomo, attraverso cioè un dialogo intraumano, ma per rivelazione (apokalypseōs) di Gesù Cristo – Gesù Cristo genitivo soggettivo -, il Vangelo a cui fa riferimento Paolo non viene dal basso (Kata, para anthrōpou), ma viene dall’alto (dì apokalypseōs).

Non è un messaggio che sboccia dal pensiero degli uomini ma discende da Dio, gli-ci viene donato dall’alto, ed ha una tale forza da poter distruggere persino l’opposizione di alcuni uomini, anche se questi uomini erano i principali protagonisti del nascente Cristianesimo. Da dove gli viene questa forza? Questa rivelazione, Paolo lo spiega subito dopo quando parla della sua conversione a Cristo. All’inizio del 900 alcuni studiosi cattolici e protestanti, pochi, molto pochi e senza successo, ipotizzarono che Paolo non si fosse mai convertito, ma l’Apostolo dice chiaramente: «quand’ero nel giudaismo», è come se uno dicesse: «quand’ero nel cattolicesimo, o quand’ero buddista o quand’ero ateo» e soprattutto distingue il giudaismo (inteso come quelli che non credettero in Cristo) dalla Chiesa di Dio:

Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato, quand'ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo; e mi distinguevo nel giudaismo più di molti coetanei tra i miei connazionali, perché ero estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri. Ma Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri. Allora io non mi consigliai con nessun uomo

Gal 1,13-16


E aggiunge subito dopo che:

né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai subito in Arabia; quindi ritornai a Damasco.


Probabilmente per Arabia, l’Apostolo allude alla zona meridionale della Siria e la zona che corrisponde all’attuale Giordania, l’Arabia nabatea dove nacque la città di Tetra. Paolo, quindi, in un primo momento, non si reca a Gerusalemme per confermare il vero Vangelo, non ce n’è bisogno, Gesù stesso glielo ha rivelato, non c’è bisogno di nessuna autorizzazione umana.

Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore.


In un secondo momento, dopo tre anni, Paolo giunge a Gerusalemme e qui entra in scena una figura di prestigio: Pietro, e subito dopo viene citato anche Giacomo. Due personaggi che oltre ad essere le colonne, sono anche, Giacomo soprattutto, due alfieri del giudaismo, che sono contro questi innovatori e questi riformisti, sulla scia di Paolo, del nascente cristianesimo......
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Re: I PRIMI NEMICI DEL CRISTIANESIMO 16/01/2013 10:42 #7235

Poi, trascorsi quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme con Barnaba, prendendo con me anche Tito. Vi salii in seguito a una rivelazione, ed esposi loro il vangelo che annuncio fra gli stranieri; ma lo esposi privatamente a quelli che sono i più stimati, per il timore di correre o di aver corso invano. Ma neppure Tito, che era con me, ed era greco, fu costretto a farsi circoncidere.
Gal 2, 1-3


Fate attenzione ai due personaggi che sono con Paolo, sono, infatti, personaggi altrettanto significativi, perché? Tito è di matrice pagana, greca, l’altro, Barnaba con Paolo ha avuto la missione dell’Evangelo ai pagani. Il discorso teologico da questo momento aumenta sempre di più, il confronto sarà incentrato sulla necessità o meno della obbligatorietà per i pagani di arrivare al cristianesimo attraverso l’osservanza dell'apparato della Legge mosaica. Il cristianesimo gentile viene qui rappresentato da Tito, che non viene circonciso.

Anzi, proprio a causa di intrusi, falsi fratelli, infiltratisi di nascosto tra di noi per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, con l'intenzione di renderci schiavi, noi non abbiamo ceduto alle imposizioni di costoro neppure per un momento, affinché la verità del vangelo rimanesse salda tra di voi.
Gal 2, 4-5



Paolo qui perde la sua dimensione di compassatezza, perde la sua umiltà per acquistare la sua dimensione di combattente. Paolo, parafrasandolo, è come se dicesse: «ho portato Tito con me apposta, ed apposta non l’ho fatto circoncidere», per quale motivo? A causa di quei falsi fratelli che infiltratisi volevano imporre la circoncisione a quelli che – e qui Paolo usa un’espressione stupenda, da grande teologo qual era - avevano la libertà in Cristo Gesù. Questi fratelli spiavano, e qui c’è tutto il livore e lo sdegno di Paolo per queste persone che non avevano nemmeno il coraggio di affrontare Paolo a viso aperto, ad essi e alle loro imposizioni L’Apostolo non cede.

Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati, a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono di maggiore stima non m'imposero nulla; 7 anzi, quando videro che a me era stato affidato il vangelo per gli incirconcisi, come a Pietro per i circoncisi 8 (perché colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri), 9 riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi; 10 soltanto ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, come ho sempre cercato di fare.
Gal 2, 6-10


Il testo è chiarissimo, questi personaggi ragguardevoli (stimati) cioè Giovanni, Cefa e Giacomo, le colonne, non contrastano Paolo, anzi.

Nella ICor al cap 3 l’immagine della chiesa che presentava Paolo era una immagine fondata su Cristo e su cui gli Apostoli costruivano, tiravano su le mura, ebbene su queste mura le colonne sono rappresentate dalle coloro che hanno una funzione basilare nel cristianesimo nascente e Paolo ha grande rispetto per loro. Per legittimare l’incontro e la decisione si danno la destra. Darsi la destra nel mondo semitico era un impegno solenne. Il cristianesimo, contrariamente alla convinzione dei giudeocristiani, può essere praticato e predicato anche dai-ai pagani, dai gentili senza che essi osservino tutto l’apparato della tradizione giudaica.....
  • joshua3
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Ultima modifica: 16/01/2013 10:42 Da joshua3.
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