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ARGOMENTO: IL DONO

Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 21/08/2013 15:59 #9142

L'Arcivescovo era costernato, confuso, fuori di sé: non poté rispondermi nulla.
Io dissi ancora:"Monsignore, chi ci ha salvati? Chi ha salvato Lei e me, morendo per noi sulla croce?" "Gesù Cristo", egli rispose. "E chi ha pagato per i nostri debiti, versando il Suo proprio sangue" Maria o Gesù?". "Gesù Cristo". "E ora, ascolti ancora, Monsignore: quando Gesù e Maria erano su questa terra entrambi, chi amava di più i peccatori? Maria o Gesù?". E di nuovo egli dovette rispondere:"Gesù". "Quando Maria era sulla terra, si sa forse di qualche peccatore (di uno solo, magari) che si sia rivolto a lei per essere salvato?" "No". "E si ricorda Lei, invece, di qualche peccatore che sia andato a Gesù per ottenere la salvezza?" "Oh, si, di molti..." "Furono essi rimproverati, trattati duramente?". "No, mai". "Ricorda che Gesù abbia rivolto ai peccatori l'invito:"Venite a me?". "Si, certo:Egli disse così". "Forse che Egli ha ritirato qualche volta le Sue proprie parole?". "No". "E chi dunque era più potente, il più potente di tutti? Chi aveva "sopra ogni altro" il potere di salvare i peccatori?". "Oh, Era Gesù!". "Ora, Monsignore, dato che Gesù e Sua madre si trovano, adesso nel Cielo, può Lei dimostrarmi, a mezzo delle Sacre Scritture, che Gesù abbia attualmente perduto "anche solo una parte" della Sua potenza o del Suo desiderio di salvare i peccatori?...Oppure, che Egli abbia ora delegato questo potere a Maria?". l'Arcivescovo, naturalmente, dovette ancora rispondere di no. "Ma allora, Monsignore, perché non ci rivolgiamo a Lui e a Lui soltanto? Perché diciamo a tanti poveri peccatori di ricorrere a Maria se (come Sua Eccellenza pure or ora ha dovuto ammettere) Maria non è che ben poca cosa, paragonata a Gesù? Oh! Maria e le sue virtù non sono più niente, se vengono messe a confronto con la potenza e la misericordia di Gesù, con l'amore e la compassione che Egli sempre ha elargito in favore dei peccatori!".
A questo punto, il povero Arcivescovo assunse quasi l'aspetto di un condannato a morte: davanti a me, egli tremava, davvero e non riusciva più a parlare...Alla fine, siccome evidentemente proprio non sapeva che cosa dirmi, mormorò che aveva del "lavoro da sbrigare"; era unicamente una scusa...La verità, invece, era questa: "egli non poteva darmi alcuna risposta!"
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 22/08/2013 14:02 #9143

Eppure, malgrado tutto ciò che ho raccontato, non ero ancore convertito.
Purtroppo, parecchi anelli delle catene che mi legavano al cattolicesimo erano ancora apparentemente saldi, in quel tempo.
Ben altre battaglie avrei dovuto affrontare, prima di riuscire a spezzare del tutto le catene che mi tenevano prigioniero.
Benché fossi turbato e combattuto nell'intimo, non avevo perduto affatto il mio zelo per la chiesa alla quale appartenevo.
I vescovi ed il Papa stesso mi avevano conferito dei poteri non indifferenti ed una grande autorità; il Papa mi aveva innalzato ad di sopra di molti altri ecclesiastici ed io accarezzavo in me una speranza: quella di riuscire a poco a poco, con l'aiuto di colleghi ed amici, a riformare la chiesa cattolica a riguardo di molte cose.
Nel 1851 mi recai nell'Illinois per impiantarvi una colonia francese. Condussi con me circa 15.000 franco-canadesi e mi stabilì con essi nelle magnifiche praterie dell'Illinois, prendendone possesso nel nome della chiesa di Roma. Dopo avere intrapreso così un grande lavoro di colonizzazione, ecco che, quasi d'improvviso, diventai un uomo ricco. Allora comprai un gran numero di Bibbie e le regalai. Ne diedi una quasi ad ogni famiglia. Il Vescovo, proprio a causa di questo, era molto adirato contro di me, ma per me ciò non aveva che un'importanza relativa ormai. Non avevo alcuna intenzione di lasciare la chiesa cattolica, ma, tuttavia, volevo guidare nel miglior modo possibile i miei fedeli: volevo guidarli "proprio nelle vie tracciate da Cristo" e solo là dove Cristo stesso desiderava che io li conducessi.
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Ultima modifica: 22/08/2013 14:03 Da ferdy.
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 22/08/2013 14:23 #9144

In quell'epoca il Vescovo di Chicago si macchiò di una colpa veramente grave ed io dovetti informarne il Papa. Riuscii così a farlo trasferire e un altro Vescovo prese il suo posto. Questi, un giorno, inviò da me il proprio Gran Vicario, il quale mi parlò in questi termini:"Rev. Chiniquy, noi siamo molto contenti che Lei sia riuscito a far trasferire il Vescovo precedente, perché quello, davvero, era un uomo malvagio...Però a suo riguardo, Rev. Chiniquy (ora qui, ora là) girano delle strane voci: molti sospettano che Lei non si attenga più alla religione della chiesa cattolica...Si teme che Lei sia diventato un eretico, un protestante!...Non potrebbe rilasciarci un documento, per mezzo del quale si possa provare a tutti che tali sospetti sono infondati? Se tanto Lei che i suoi fedeli sono tuttora dei buoni cattolici romani, non vorrebbe così dimostrarcelo?". "Va bene" (risposi), "non ho difficoltà a questo riguardo". Egli continuò:"Questo, dunque, sarebbe il desiderio del nostro Vescovo: egli vorrebbe semplicemente avere da Lei un documento che potesse attestare la sua fedeltà alla chiesa di Roma".
Presi allora un foglio di carta...Mi sembrava di avere davanti a me una magnifica occasione per far tacere una buona volta quella "voce", che mi parlava giorno e notte e turbava la mia fede nel cattolicesimo. Con questo mezzo volevo, in un certo senso, convincere anche me stesso: mi ridicevo "che nella chiesa cattolica romana, sì, davvero, noi seguivamo "la Parola di Dio" e non soltanto le tradizioni degli uomini".
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 22/08/2013 14:43 #9145

Scrissi dunque al Vescovo la lettera seguente:
"Monsignore, noi, franco-canadesi della colonia dell'Illinois, vogliamo vivere in seno alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, fuori dalla quale non v'è salvezza; e allo scopo di provare a Lei ciò che affermiamo, noi promettiamo di obbedirLe e di essere sottomessi alla Sua autorità, secondo la Parola di Dio, così come noi la troviamo nel Vangelo di Cristo". Firmai ciò che avevo scritto e passai il foglio tra i miei parrocchiani perché lo firmassero pure. Raccolte le firme, consegnai la lettera al Gran Vicario e gli chiesi quello che ne pensasse: "Era proprio questo ciò che noi desideravamo", egli disse, assicurandomi inoltre che anche il vescovo ormai sarebbe stato soddisfatto e che le cose, quindi, si sarebbero "aggiustate"...
Infatti, quando il Vescovo ebbe letto il mio "atto di sottomissione", lo trovò corretto e soddisfacente, non vi trovò niente da obiettare. Versando lacrime di gioia, egli mi confessò:"Sono così contento che Lei abbia accettato di mettere per iscritto questo "atto di sottomissione"...Noi temevamo proprio che Lei stesse diventando protestante insieme a tutti i suoi parrocchiani!"
Miei cari amici, io ero come un cieco allora, e, per darvene una dimostrazione, vi devo confessare qualche cosa di cui ancora adesso mi vergogno...Ero "contento", sì, ero contento di aver fatto la pace con il Vescovo, il quale non era che un uomo, "quando ancora non ero in pace con Dio!"...Il Vescovo, quindi, a conferma dell'avvenuta chiarificazione, mi consegnò una "lettera di pace", nella quale egli stesso dichiarava che io ero uno dei suoi migliori sacerdoti. Dopo di ciò, me ne ritornai alla colonia, dai miei compatrioti, deciso ormai a rimanere in quel luogo ed a continuare la mia opera come per l'innanzi. Ma Iddio abbassò compassionevole il Suo sguardo sopra di me: Egli stesso, per il mio bene, avrebbe distrutta presto quella mia "pace" fittizia, una "pace" pattuita con gli uomini...e non con Dio!
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 22/08/2013 15:04 #9146

Dopo che me ne fui andato, il Vescovo si affrettò a recarsi all'ufficio telegrafico per comunicare la "grande notizia" della mia sottomissione agli altri vescovi e per chiedere il loro parere.
Quello stesso giorno giunsero le varie risposte, e, in quanto a "parere", i vescovi risultarono tutti concordi...per le loro proteste indignate:"Ma non vede, dunque? Non lo vede che Chiniquy altro non è se non un protestante mascherato?...Ed egli, ora, sta facendo di Lei stesso un protestante!...Che cosa aveva dunque creduto? Dalle parole di Chiniquy risulta che non è affatto a Lei che egli si sottomette, ma unicamente alla Parola di Dio! Se Lei non distrugge subito codesto falso "atto di sottomissione", sarà Lei pure un protestante!".
Dieci giorni dopo, ricevetti dal Vescovo una lettera di convocazione. Mi recai dunque da lui, e, non appena egli mi vide, mi chiese subito se avevo portata quella famosa "lettera di pace" che egli stesso mi aveva rilasciata pochi giorni prima. Io la tirai fuori e gliela diedi. Egli si assicurò con un'occhiata che si trattasse proprio di quella "lettera", poi andò di corsa verso la stufa e gettò il foglio nel fuoco. Io rimasi pietrificato dallo stupore, allibito...Mi precipitai alla stufa per veder di strappare alle fiamme quel prezioso documento, ma ormai era troppo tardi: esso era già distrutto! Mi rivoltai allora verso il Vescovo e dissi:"Come ha Lei osato, Monsignore, prendermi dalle mani un documento che mi apparteneva e distruggerlo così, senza il mio permesso?". Egli replicò:"Rev. Chiniquy, io sono un suo superiore e non ho da rendere conto delle mie azioni". "Sì, Lei è un mio superiore, è vero, ed io non sono altro che un povero prete...Ma c'è un Dio grande ed "Egli è al di sopra di Lei" proprio come è al di sopra di me! Questo grande Iddio mi ha accordato dei diritti ai quali io non rinunzierò mai per aggraziarmi agli uomini. Ed è alla presenza di questo grande Iddio, Monsignore, che io sento di dover protestare contro la sua cattiva azione!".
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 23/08/2013 14:58 #9147

"Ebbene", disse il Vescovo, "Lei è venuto qui da me per farmi forse una predica?"
"No di certo, Monsignore", risposi, "ma voglio e devo sapere se Lei, piuttosto, mi ha invitato soltanto per insultarmi".
"Rev. Chiniquy, le ho scritto di venire qui perché Lei mi ha consegnato un documento che non è affatto un "atto di sottomissione!". E questo Lei lo sa benissimo!". "Ma di grazia, mi dica", domandai allora, "che specie di "atto di sottomissione" si esige dunque da me?". "Per prima cosa", rispose il Vescovo, "Lei deve togliere queste parole:"secondo la Parola di Dio, così come noi la troviamo nel Vangelo di Cristo" e dire semplicemente, senza porre condizioni di sorta, che promette di obbedire alla mia autorità ed è pronto a fare tutto quello che io le dirò".
Allora mi alzai e gli dissi:"Ciò che Lei mi sta chiedendo non è più solo un "atto di sottomissione" ma addirittura un "atto di adorazione" ed a questo io mi rifiuto. Non posso assolutamente conformarmi a tale ordine".
"In questo caso, se davvero Lei non mi rilascia ciò che le chiedo, "Lei non può più essere un sacerdote cattolico!", disse il Vescovo. Allora io elevai le mani verso Dio come prendendoLo a testimone di ciò che stava accadendo e dissi ancora:"Che il Signore Onnipotente sia benedetto in eterno!". Quindi presi il mio copricapo e me ne andai.
Ritornai all'albergo nel quale avevo fissata una camera, entrai nella mia stanza e mi chiusi dentro a chiave. Mi gettai in ginocchio per esaminare davanti a Dio quello che avevo fatto. Per la prima volta forse, io vedevo chiaramente che non era possibile che la chiesa cattolica fosse la "vera chiesa di Cristo!" Questa terribile realtà non mi era stata rivelata dalle labbra dei protestanti, né dai nemici della chiesa di Roma, ma proprio da essa chiesa, dalle sue stesse labbra...Vedevo che ormai io non potevo più continuare a farne parte: sarei potuto restare cattolico "solo se avessi rinunziato alla Parola di Dio" con un vero e proprio documento formale!
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 23/08/2013 15:19 #9148

Presi dunque la mia decisione: "io non potevo rinunciare alla Parola di Dio!" E allora mi fu chiara ancora una cosa e vidi con certezza "che avevo fatto bene" a rinunciare alla chiesa di Roma piuttosto che alla Santa Parola del Signore...
Però, cari amici miei, se sapeste la lotta che ne seguì! Fu come se una nuvola oscura e densa ad un tratto mi avvolgesse tutto...Circondato dalle tenebre, io gridai al Signore:"Mio Dio, mio Dio, perché l'anima mia è ora avvolta da questa nuvola così scura?". Supplicai il Signore con lacrime, chiedendoGli di farmi vedere chiaramente quale strada io dovessi prendere, ma tuttavia il tempo passava e le mie preghiere pareva che restassero senza risposta...
Io avevo ormai rinunziato alla chiesa di Roma, ma questa decisione quali conseguenze avrebbe avuto per me? Avevo lasciato e perduto la mia posizione e gli onori che essa comportava, i miei fratelli e le mie sorelle, "tutto; tutto ciò che mi era stato caro!" Sapevo bene che, sia il Papa ed i vescovi che i semplici sacerdoti, mi avrebbero tutti fatto guerra in ogni modo, attaccandomi e denigrandomi, ora dai pulpiti, ora per mezzo della stampa. Capivo che essi ormai, al punto in cui stavano le cose, avrebbero fatto di tutto per infangare e distruggere il mio onore, la mia reputazione, il mio nome...e forse anche avrebbero potuto togliermi la vita stessa!
Sentivo che una guerra terribile si sarebbe scatenata tra la chiesa di Roma e la mia persona. La guerra, anzi, era già cominciata...Mi misi perciò a riflettere per vedere se, tutto considerato, mi sarebbero rimasti degli amici su cui poter contare nelle lotte che mi attendevano. No, no: nessuno purtroppo mi sarebbe rimasto fedele; io presentivo con certezza che persino i miei più cari amici, dato il mio allontanamento dalla chiesa di Roma, mi avrebbero biasimato e disprezzato, considerandomi ormai come un infame traditore. Sì, mi resi conto che i miei connazionali, il popolo cui appartenevo, mi avrebbero rinnegato e rigettato per ciò che stavo facendo; che la mia patria diletta, dove mi ero guadagnato tante care amicizie, avrebbe di sicuro scagliato l'anatema contro di me...Per tutti, "per tutti", io ero dunque diventato solo un "oggetto di orrore!".
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 23/08/2013 15:39 #9149

Proprio per tutti? Cercai allora di ricordarmi se, per caso, non avessi qualche amicizia tra i protestanti...
No. Siccome per l'addietro avevo sempre parlato e scritto contro di loro, nemmeno tra di essi, purtroppo, avevo un solo amico. Vidi dunque che ero rimasto solo, che ero proprio solo a combattere la mia dura battaglia: Questo era troppo per me, e, se in quell'ora terribile Iddio non avesse compiuto un miracolo in mio favore, non sarei stato assolutamente capace di sopportare un tale peso di angoscia. Mi pareva qualcosa di assurdo e di impossibile il solo pensiero di uscire dalla camera in cui mi trovavo e di andarmene così, solo, per il mondo, in quel mondo gelido e ostile che ormai mi si mostrava davanti: un mondo dove non avrei trovato nemmeno una mano che si tendesse amichevole a stringere la mia, nemmeno un volto che mi sorridesse...ma soltanto e unicamente delle persone che mi avrebbero guardato solo ormai come si guarda un traditore...
Mi pareva, nella mia angoscia, che persino il Signore fosse molto, molto lontano da me, ma invece Egli mi era proprio accanto, vicinissimo. All'improvviso, un pensiero si presentò al mio spirito:"Tu hai il Vangelo: leggilo e troverai la luce". Sempre in ginocchio e con mani tremanti, aprii dunque il Libro divino. Ma non fui io ad aprirlo, fu il Signore stesso, poiché il mio sguardo cadde su queste precise parole:"Voi siete stati comprati a prezzo: non vi rendete dunque schiavi degli uomini". (1° Corinzi 7:23).
Con queste parole, la luce mi inondò. Furono esse a farmi "vedere" veramente, per la prima volta, il grande mistero della salvezza...nei limiti sempre di ciò che all'uomo è dato di penetrare!...Io dissi dunque a me stesso:"Gesù mi ha riscattato: Egli mi ha salvato! Io sono salvato! Gesù è il mio Dio! Tutte le opere di Dio sono perfette e dunque anch'io "sono salvato in modo perfetto completo", perché Gesù non avrebbe potuto salvarmi "solo a mezzo" o in parte! Io sono salvato dal sangue dell'Agnello, per mezzo di esso...Io sono salvato per la morte di Gesù!".
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 26/08/2013 14:20 #9154

Queste parole erano per me così dolci che sentivo nel cuore una gioia profonda e inesprimibile: era come se si fossero aperte per me le fonti stesse della vita, come se ondate di luce nuova si riversassero a un tratto sull'anima mia.
Mi dissi:"Io sono salvato...non per essermi rivolto a Maria, come pensavo tempo fa! Sono salvato...non per mezzo di un purgatorio, o di confessioni, o penitenze. Io sono salvato "per mezzo di Gesù, di Gesù soltanto!".
E così tutte le false dottrine della chiesa cattolica scomparvero dal mio pensiero: caddero all'improvviso, come cade una torre quando viene colpita alla base. Oh! Sentii allora un'allegrezza così grande, una pace così profonda, che neppure gli angeli di Dio, pensavo, non potevano essere più felici di me. Il sangue dell'Agnello colava come un lavacro sulla mia povera anima colpevole...Proruppi a un tratto in un grande grido di gioia:"Oh! Caro Gesù, lo sento, lo so: Tu mi hai salvato! O Dono di Dio, io Ti accetto! Prendi Tu il mio cuore: esso è Tuo per sempre! Gesù, Dono di Dio, dimora in me e rendimi puro e forte; dimora in me e sii Tu la mia via, la mia luce, la mia vita! E fa' che anch'io possa dimorare in Te, adesso e per sempre!...Però, Ti prego, non salvarmi da solo, Caro Gesù: salva anche la gente della mia terra, quelli che mi sono vicini! Fa' ch'io possa far conoscere anche a loro il prezioso Dono Celeste, perché ad essi pure sia data la possibilità di accettarTi! Oh, sì, fa' che anch'essi possano presto sentirsi felici e "ricchi" come adesso lo sono io!".
Così io avevo trovato finalmente la luce: in questo modo mi fu rivelato il grande mistero della salvezza, che è tanto bello quanto semplice e al tempo stesso d'una grandezza che è sublime! Avevo semplicemente aperto la mia anima per ricevere il Dono. E accettando il Dono di Dio, ecco che all'improvviso io ero diventato "ricco"! Sì, è così, amici miei, la salvezza è "un Dono": voi non dovete fare altro che accettarlo ed amarlo, questo magnifico Dono, amando altresì il Celeste Donatore.
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Ultima modifica: 26/08/2013 14:22 Da ferdy.
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Re: IL DONO DEL REV. CHINIQUY 26/08/2013 14:44 #9155

Ecco che, per la Sua grazia, nello spazio di poche ore, io ero passato dalle tenebre più profonde alla luce della vita! Quasi a confermare quanto era avvenuto in me, posai con riverenza le labbra sul Vangelo, ripromettendomi seriamente e di tutto cuore, davanti a Dio, di non predicare mai nient'altro al di fuori di Gesù.
Tornai dunque tra la mia gente, alla colonia, arrivando sul luogo un sabato mattina. Tutti apparivano molto eccitati, parecchi mi si precipitarono subito incontro, domandando notizie. Quando infine fummo tutti riuniti in chiesa, parlai, e, senza perdere tempo, presentai ai miei cari connazionali il prezioso Dono di Dio. Mostri loro ciò che il Signore aveva fatto vedere a me, quello che Egli stesso mi aveva "dato" per grazia; il Suo Figliuolo Gesù "come un Dono!". E ancora, sempre e soltanto per mezzo di Gesù, dissi che avevo ricevuto il perdono dei miei peccati e la vita eterna, anche questa "in dono". Dopo di ciò, non sapendo se i miei "ex-parrocchiani" sarebbero stati disposti ad accettare il Dono divino, dissi loro:"E' giunto il momento di separarci, amici miei. Io ho accettato il Dono di Dio (Cristo stesso) ma ho troppo rispetto per voi per osare di imporvi quella che adesso è la mia fede. Se pensate che per voi sia meglio seguire il Papa anziché Cristo e invocare il nome di Maria, invece di quello di Gesù, per ottenere la salvezza, vi prego, fatemelo sapere adesso alzandovi in piedi!".
Ma, con mia immensa sorpresa, tutta quella moltitudine invece restò seduta dov'era: tutta quella gente piangeva e il singhiozzare di molte e molte persone risuonava tra le pareti della chiesa. Pensai che qualcuno stava certo per venirmi a dire di andarmene, ma nessuno si mosse per fare una cosa del genere. E mentre io osservavo tutte quelle persone, lì, davanti a me, vidi che un cambiamento stava operando in esse: un meraviglioso cambiamento, che non si potrebbe spiegare se si guardasse solo alle possibilità naturali e non a quelle delle vie divine...
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