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Da Gianfranco...
Che centra il pluriomicida etc. in queso caso.
In questo caso è un fratello, consacrato da anni al Signore, che serve con fedeltà.
Carissimo,
se un discorso scritto è chiaro o meno, lasciamolo decidere a chi lo legge, caso contrario come tu hai fatto, mi dai del "de...te",
magari lo sarò, ma non puoi dirlo tu. Quindi, ritornando al tema della discussione...
Di già tu hai espresso il tuo convincimento quando dici che non condideri giusta l'indissolubilità del matrimonio,
così dicendo tu, apri uno spiraglio pericoloso in seno alla coppia regolarmente e giustamente sposata... ed anche in coloro che sono a capo di comunità religiose in genere.
Quindi, salvo casi estremi da trattare singolarmente caso per caso e alla luce delle scritture, non possiamo far passare l'idea che il matrimonio è un puzle che ora lo si assembla e poi lo si smembra, NO! Le crisi nella coppia arrivano ad ondate, tanto più la coppia è di giovane costituzione, tanto più violenti sono le spinte a dividersi... basta che passino alcuni anni e sbolliscono i bollori giovanili, che le cose assumono una "visione" totalmente diversa da quella di qualche anno addietro... ma l'impazienza e l'egoismo, non permettono questa maturazione... crak! E il matrimonio fallisce!
Anche tra credenti, anzi, specialmente tra credenti, i questo caso il danno è doppio... quello consueto come in una coppia non credente, e quello "speciale" appunto, che da testimonianza al non credente, di come si comportano i ( sedicennti)"credenti".
Il caso specifico che tu porti come esempio, lo conosci tu e quindi, puoi avere una "visione" diversa dalla mia, ma in linea di massima, il credente deve farsi in 48 per non arrivare alla rottura del matrimonio.
Il discorso seconde nozze dopo divorzio non lo tratto, in quanto io non concepisco il divorzio
f.sco