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ARGOMENTO: Apocalisse

Re: Apocalisse 12/05/2014 22:14 #10595

Per amore del mio nome.............

Molte cose erano cambiate con l'avvento del Messia, moltissimi giudei non lo riconobbero come tale, ma a tanti altri che lo riconobbero, Gesù cambiò la propria vita.

Portò loro un modo nuovo di avere contatto con il Padre quando diede la sua vita per i giudei prima e poi per tutti gli altri.......

Gesù non solo fu riconosciuto come Signore a cui sottomettersi secondo il volere supremo del Padre, ma un Signore amabile.

In poche parole, i giudei che conoscevano già il loro Dio della legge, dovevano sottomettersi anche al Figlio di Dio, questa era la nuova dimensione spirituale ( il nuovo patto) che coinvolgeva i giudei che amavano Gesù, dimostrandolo con la sopportazione di svariate e difficili prove.
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Re: Apocalisse 13/05/2014 15:26 #10600

stefano ha scritto:
Per amore del mio nome.............


Gesù non solo fu riconosciuto come Signore a cui sottomettersi secondo il volere supremo del Padre, ma un Signore amabile.


Nella tradizione giudaica antichissima ci sono figure come Mosè, Enoc e Giacobbe che hanno svolto un ruolo fondamentale, quello di agente di Dio, ci sono stati gli unti, come Davide, che hanno avuto e hanno un’importanza fondamentale nella storia del popolo giudaico, ma essendo uomini nessuno di essi ha mai pronunciato frasi del tipo: «ti sono rimessi i tuoi peccati» o giudei che abbiano detto «nel nome di Mosè….nel nome di Giacobbe….per il nome di Davide..» ecc. ecc.

Nessuna delle figure di agente principale nei testi giudaici assolve la funzione che Gesù aveva nella pratica devozionale dei primi cristiani. Invocare il nome di Gesù, cacciare i dèmoni nel nome di Gesù, fare opere potenti nel nome di Gesù sono tutte espressioni di una venerazione che sono altrimenti riservate a Dio soltanto e che semplicemente mancano di analogie nella tradizione giudaica del periodo del II Tempio. E’ una radicale innovazione nelle religione monoteistica giudaica.

Alla luce di questa breve premessa e mettendoci nei panni di chi dice che Gesù, pur essendo il messia atteso, è stato comunque un semplice rabbi un profeta come tanti, come si spiegano i seguenti versetti in cui il nome di un uomo è invocato da giudei come si invoca il nome di Dio:

Giovanni gli disse: «Maestro, noi abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato perché non ci seguiva»;

Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome».

Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; 18 prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno».

E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». E detto questo si addormentò.

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Re: Apocalisse 16/05/2014 22:21 #10603

.......detesti le opere dei Nicolaiti, che anch’io detesto.” Ap 2:6

Gli esegeti hanno formulato diverse opinioni a proposito dei Nicolaiti. Per Ireneo e Ippolito, si trattava dei discepoli di Nicola di Antiochia, uno dei sette diaconi della chiesa primitiva; At 6:5 dopo un inizio promettente, questi sarebbe stato il promotore di una deviazione dottrinale.

Un’altra interpretazione spiega il termine “Nicolaiti” in base alla sua etimologia: nikao = vincere, conquistare, e laos = popolo. I “conquistatori del popolo” sarebbero stati i sacerdoti di un clero dominatore che, a partire da primo secolo, avrebbero progressivamente soggiogato le comunità cristiane.

Se nella chiesa di Efeso essi suscitavano uno sdegno sacrosanto, nella chiesa di Pergamo i Nicolaiti seducevano già i credenti con la loro “dottrina”. Ap 2:15. Il male si accresce sempre, quando si comincia a tollerarlo; perciò il Signore non poteva che approvare i cristiani di Efeso perché reagivano decisamente contro i Nicolaiti e detestavano le opere di questo clero dominatore, intenzionato a sostituire la propria autorità a quella del Capo della Chiesa.
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Re: Apocalisse 23/05/2014 22:13 #10625

La chiesa di Pergamo

Non sappiamo nulla delle origini di questa chiesa. ma possiamo facilmente immaginare l’aspra lotta che essa dovette sostenere in questa città colma d’idolatria e caposaldo delle potenze del mondo sotterraneo. L’inizio e la fine del Ap 2:13 di Apocalisse 2 sono significativi:

“All’angelo della chiesa di Pergamo scrivi — Io so dove tu abiti, cioè là dov’è il trono di Satana — fra voi, là dove Satana abita.” {Ap 2:12,13}

Quando una città o una comunità si dedica al culto dei demoni, essa cade in balia del diavolo. Alla fine del I secolo una vera e propria dominazione occulta reggeva la città di Pergamo, divenuta progressivamente il trono di Satana, cioè il quartier generale del suo influsso sul mondo antico.

Ma la strategia di Dio non manca mai di sorprenderci. In quel luogo dove Satana dettava legge il Signore ha suscitato una chiesa. I suoi membri hanno reagito contro le correnti d’idolatria: si sono arruolati nelle file dei combattenti del Signore ed hanno pagato il prezzo della loro vocazione in Gesù Cristo. E che prezzo!

“Tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure al tempo in cui Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra voi — ” {Ap 2:13}

La chiesa di Pergamo ha affrontato vittoriosamente la coalizione infernale dei demoni seduttori concentrati in questa città. Malgrado la crescente opposizione, i cristiani hanno serbato la fede: sono rimasti fedeli nell’anticamera dell’inferno, là dove Satana aveva eretto il suo trono.

Il testo biblico menziona un martire, Antipa. La storia profana non ha tramandato il suo nome, ma ha iscritto nei suoi annali altri martiri di Pergamo, come Agatonico, Attila, Carpo e Polibo. Non era necessario commettere colpe gravi per essere giustiziati: bastava rifiutare di inchinarsi davanti a Cesare o sostituire le parole Kurios Kaiser (Cesare è Signore) con Kurios Iesous (Gesù è Signore) per finire sul rogo sotto gli occhi di tutto il popolo.
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Re: Apocalisse 08/07/2014 22:01 #11036

La dottrina di Balaam insegnata nella chiesa di Pergamo

l miscuglio proposto da Balaam a Baal-Peor

Per illustrare l’apostasia in cui era caduta la chiesa di Pergamo, lo Spirito Santo ricorre a una scena dell’Antico Testamento che descrive efficacemente le drammatiche conseguenze del miscuglio:

“Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d’Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare.” {Ap 2:14}

La menzione di Balaam ci richiama alla mente l’episodio dell’asina che rimprovera il falso profeta sulla via della disubbidienza. Nu 22:28. Ma non è tutto: applichiamoci a scoprire che cosa sia la “dottrina di Balaam”.

Il Nuovo Testamento rivela una progressione nella colpa di Balaam. Inizialmente egli volle piegare la volontà divina, che pure era chiara, cercando di ottenere un sì quando Dio aveva detto no Nu 22:12-35. Egli fu il battistrada di tutti i manipolatori della verità che ancora oggi travisano i decreti dell’Onnipotente. È questa la via di Balaam. 2Pi 2:15.

In seguito l’indovino fece ricorso alla magiaNu 24:1 rivolgendosi alle potenze malefiche per arrestare l’avanzata vittoriosa d’Israele. Così si assoggettò deliberatamente alle forze occulte, cosa che Dio proibisce formalmente. De 18:9-14. È quel che la Scrittura chiama i traviamenti di Balaam. Gd 1:11.

Ma la magia è impotente contro Israele: Nu 23:23 il popolo era protetto dal sangue di Cristo prefigurato dall’olocausto quotidiano. Eso 29:38-46 Lo stesso è per il credente, che è protetto dagli attacchi del mondo sotterraneo finché dimora sotto il riparo protettivo del sangue dell’Agnello di Dio e si astiene da ogni contatto con le realtà occulte. Gv 6:56 Eb 8:13 12:24 Ap 12:11.

Per disperazione di causa, l’indovino ricorre infine a un terzo stratagemma menzionato nel passo di Apocalisse 2: l’insegnamento o la dottrina di Balaam. cfr. Numeri 25$. È come se, nel consigliare Balac re di Moab, il falso profeta avesse perfidamente suggerito: “Siccome non puoi vincere questo popolo dall’esterno — con le armi o con l’occultismo-,cerca di distruggerlo dall’interno. In battaglia Israele è vittorioso perché il suo Dio lo protegge. Ma se disubbidisce agli imperativi morali del suo Dio, incorrerà sicuramente nel suo giudizio, e le vittime saranno più numerose che su un campo di battaglia: Quindi, re Balac, organizza una festa in cui le figlie di Moab tentino gli uomini d’Israele invitandoli alle loro danze e ai loro sacrifici — ” Nu 31:16.

“Or Israele era stanziato a Sittim e il popolo cominciò a fornicare con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dèi. Israele si unì a Baal-Peor e l’ira del Signore si accese contro Israele.” Nu 25:1-3.

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Re: Apocalisse 13/07/2014 18:18 #11061

Ricompensa per i vincitori della chiesa di Pergamo

A chi vince io darò della manna nascosta —  {Ap 12:17}

La manna era il cibo quotidiano degli Israeliti nel deserto, Esodo 16 dove Dio aveva “imbandito una mensa” per i suoi riscattati. Sl 78:19,24,25; cfr. Gv 6 31,49. Ma i sacerdoti che officiavano nel tabernacolo disponevano di un cibo diverso: a loro erano riservati i pani di presentazione. Le 24:5-9 1Sa 21:4-6 Mt 12:1-4. Questo cibo, sconosciuto al popolo, doveva essere mangiato soltanto nel luogo santo.

Cristo riservava un cibo segreto e nascosto anche ai cristiani di Pergamo decisi a non cedere alla pressione dell’avversario. Un cibo cui i profani non avevano diritto, che il mondo non conosceva, di cui lo straniero ignorava il valore. Gv 4:32. Inoltre, la promessa di una “manna nascosta” rivestiva probabilmente un significato particolare per i credenti di una città in cui i riti misteriosi dei sacerdoti idolatri sfuggivano alla comprensione dei non iniziati.

Ancora oggi il Signore riserva ai suoi fedeli un alimento spirituale la cui sostanza sfugge all’analisi della ragione. Esso è destinato agli “adulti” in grado di “discernere il bene dal male”, Eb 5:14 agli uomini spiritualmente maturi che dimostrano la loro maturità rifiutando il miscuglio. Le loro convinzioni profonde scaturiscono dall’assimilazione quotidiana della sacra Scrittura. È infatti la Bibbia che separa i campi e arresta i flagelli.

I combattenti del Signore comprendevano ugualmente il senso della seconda promessa ai vincitori di Pergamo:

e (gli darò) una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve. {Ap 2:17}

In passato in un giudizio le pietruzze nere simboleggiavano la condanna e le pietruzze bianche l’assoluzione. Promettendo ai vincitori di Pergamo una pietruzza bianca, il Signore approvava pubblicamente e senza riserve l’attitudine dei suoi testimoni che voltavano decisamente le spalle al miscuglio.

Ma vi è anche una seconda interpretazione: a quel tempo le pietruzze bianche erano utilizzate dal maestro di cerimonie in occasione di un banchetto per scrivervi il nome degli invitati: un’immagine del posto riservato da Cristo ai suoi servitori invitati alle nozze dell’Agnello. Ap 19:7-10.

Infine, terza utilizzazione e nuova illustrazione atta ad ispirare la nostra condotta oggi, la pietruzza bianca corrispondeva nell’antichità a una scheda di voto. Nella sua testimonianza davanti ad Agrippa, l’apostolo Paolo racconta come, alla morte di Stefano e prima della sua conversione, egli aveva unito il suo “voto” — lett. il suo sassolino bianco — a quello degli altri. At 26:10.
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Re: Apocalisse 14/07/2014 21:57 #11075

TIATIRI

la chiesa della tradizione

Ap 2:18-29

La città di Tiatiri

I ruderi dell’antica Tiatiri si ergono in mezzo all’attuale città di Akhisar, circa 60 km a nord-est d’Izmir (un tempo Smirne). Nel 190 a. C. Tiatiri fu conquistata dai Romani. Era una città di scarsa importanza, eppure la lettera scritta ai cristiani di Tiatiri è il più lungo fra i messaggi rivolti alle sette chiese dell’Asia.

Sembra che nella regione di Tiatiri si coltivasse fin dai tempi più remoti una pianta simile alla garanza, dalle cui radici si ricavava una tintura rossa utilizzata nell’antichità. Ma la scoperta della porpora — secrezione di alcuni molluschi che forniva un colorante di qualità assai superiore — rese progressivamente obsolete le tinture vegetali, anche se fece salire notevolmente il prezzo dei tessuti tinti di porpora.

Infatti, siccome ogni mollusco forniva solo un’infima quantità di colorante, occorreva una grande quantità di conchiglie e un intenso lavoro per ottenere la tintura. Così l’industria e il commercio della porpora avevano assicurato grande prosperità alla città di Tiatiri.

Al giorno d’oggi la chimica industriale rappresenta uno dei titoli più sicuri nelle quotazioni di Borsa. Già allora i tintori di Tiatiri erano probabilmente grandi finanzieri che esercitavano un’influenza preponderante in tutta la regione. Sempre più numerosi erano i re, principi, governatori che portavano abiti tinti di porpora e confezionati a Tiatiri, e i mercanti di tessuti che li smerciavano in ogni dove ne traevano ingenti profitti.

Lidia, una mercante di porpora originaria di Tiatiri, risiedeva a Filippi, dove forniva probabilmente sontuosi capi di abbigliamento all’elite della colonia romana. Fu lì che il Signore le aprì il cuore all’Evangelo. At 16:14-15.

La chiesa di Tiatiri

Così Lidia fu la prima convertita a Cristo in territorio europeo. Probabilmente fu anche la prima missionaria che dall’Europa si recò in Asia quando, ritornata nella sua città d’origine, incominciò a testimoniare della sua fede. La chiesa di Tiatiri sarebbe dunque nata molto probabilmente per suo mezzo.

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Re: Apocalisse 22/07/2014 22:07 #11102

Questa comunità deve aver avuto un inizio promettente: infatti il Signore la interpella in questi termini:

« Io conosco le tue opere, il tuo amore, la tua fede, il tuo servizio, la tua costanza; so che le tue ultime opere sono più numerose delle prime. ». {Ap 2:19}

Alla fine del I secolo, quando l’apostolo Giovanni scriveva le sue lettere, le comunità di Efeso, di Sardi e di Laodicea mostravano già segni d’invecchiamento e di apostasia.

Ma a Tiatiri non vi era né sonno, né tiepidezza, né abbandono del primo amore. Il fedele servizio di questi cristiani si esprimeva in opere sociali sempre più dinamiche, praticate con zelo e perseveranza.

L’attività debordante della chiesa di Tiatiri contrastava con il letargo spirituale della chiesa di Sardi. Il Signore apprezzava certamente il fervore e l’alto grado di consacrazione dei credenti di Tiatiri, sempre zelanti nel servizio e pronti a fare quanto era loro richiesto, e perfino di più.

Ma l’inizio della lettera mostra che nulla sfugge agli sguardi del Figlio di Dio:

« All’angelo della chiesa di Tiatiri scrivi: Queste cose dice il Figlio di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco. » {Ap 2:18}

Lo sguardo del Figlio di Dio ha individuato un grave interdetto nella vita spirituale di questa chiesa, un male da affrontare alla radice. Così non le risparmia i suoi rimproveri, in vista di risollevarla dal suo triste stato.
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Re: Apocalisse 22/07/2014 22:10 #11103

« Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel, quella donna che si dice profetessa e insegna e induce i miei servi a commettere fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli. » {Ap 2:20}

In questa lettera, il nome di Iezabel è molto significativo. Noi capiremo meglio quanto affliggeva la chiesa di Tiatiri se abbiamo conoscenza del racconto dell’Antico Testamento a proposito di quella donna e del ruolo nefasto che svolse in Israele.


— Iezabel nel IX secolo a. C.

Acab re d’Israele aveva colmato la misura dei suoi peccati prendendo per moglie Iezabel, figlia di Etbaal re dei Sidoni. 1Re 16:31. Costei aveva trascinato Israele nella più sfrenata idolatria. Sotto il regno di Acab 400 profeti di Baal mangiavano alla tavola di Iezabel. 1Re 18:19.

Acab aveva un carattere debole e influenzabile, cfr. 1Re 20:34,43 21:4,7, ecc. mentre Iezabel era autoritaria, si imponeva e faceva di testa sua, ben sapendo che il marito non le avrebbe opposto resistenza; essa non aveva addirittura esitato ad usare il sigillo reale per ordinare la morte di un innocente. 1Re 21:8.

Sul monte Carmelo Elia aveva affrontato da solo il popolo d’Israele e i 450 profeti di Baal; 1Re 18:19-40 più tardi però, alla prima minaccia di Iezabel era fuggito, tanto quella donna gli incuteva timore. 1Re 19:2-3.

Anche gli anziani della città di Izreel inorridirono quando la regina ordinò l’assassinio di Nabot. Essi erano ben consapevoli dell’integrità del loro concittadino e della pretestuosità delle accuse, eppure eseguirono gli ordini della regina e lo lapidarono. Non osarono resistere all’ « insegnamento di Iezabel », così fecero tacere la loro coscienza e ubbidirono ciecamente alla regina. 1Re 21:8-13.

 — Iezabel nel I secolo dell’era cristiana

Alcuni esegeti pensano che Iezabel fosse una credente influente, forse la moglie del responsabile della chiesa di Tiatiri, che esercitava un’autorità dispotica sui fedeli. Pur vivendo nell’immoralità, essa si ergeva a profetessa cfr. Eso 15:20 Gc 4:4 2Cr 34:22 Lu 2:36 At 21:9 per insegnare e sedurre. Forse si era consentito a questa donna di avere autorità perché un’altra donna, per la precisione Lidia, era stata in precedenza lo strumento di Dio per fondare la chiesa stessa.

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Re: Apocalisse 30/07/2014 22:55 #11151

Storia della città di Sardi

Situata ai piedi del monte Timlus, l’antica città di Sardi occupava una posizione privilegiata: era arroccata su uno sperone roccioso intorno al quale il fiume Pactolo aveva scavato sui tre lati una gola profonda; si poteva accedere alla città da un solo lato, e per una strada molto ripida.

Le pepite d’oro che il Pactolo trasportava nel suo letto fecero, all’inizio, la ricchezza di Sardi. Nel VI secolo a. C. il re Creso, favolosamente ricco e inventore della moneta, stabilì a Sardi la sua residenza.

Sardi rimase a lungo la principale città del regno di Lidia. Nel VI secolo a. C. fu conquistata da Ciro re di Persia, e successivamente da Alessandro Magno nel IV secolo a. C. Entrambi ricorsero allo stesso stratagemma: si impadronirono della città di notte, dal lato del precipizio che non era sorvegliato. Descrivendo una di queste conquiste, i cronisti raccontano che gli attaccanti avevano osservato una guardia delle mura che scendeva verso il fiume per un sentiero scosceso per recuperare l’elmo che gli era caduto. La notte seguente una squadra di invasori prese lo stesso sentiero, fece irruzione nella cittadella e se ne impadronì. Colti di sorpresa, i difensori furono ridotti all’impotenza: gli aggressori non ebbero che da aprire dall’interno la porta principale, e le legioni ammassate all’esterno sferrarono l’assalto finale. Così Sardi cambiò padrone.

Nel 214 a. C. Antioco il Grande, re di Siria, conquistò a sua volta la città di Sardi. Sotto il dominio siriano vi furono due città di Sardi, da qui il plurale Sardeis in greco. La vecchia cittadella divenne l’acropoli della città nuova. Gli abitanti della regione tributavano un’adorazione licenziosa a Cibele, madre di tutti gli dèi. In seguito, dopo l’invasione della Lidia da parte dei Romani, Sardi perse la sua importanza e cadde nell’oblio. Al tempo dell’apostolo Giovanni era una città morta che viveva nel ricordo del suo passato. I fasti del suo periodo di splendore avevano lasciato il posto al declino e all’assopimento — 

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