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ARGOMENTO: Mosè

Re: Mosè 05/07/2012 12:48 #4286

La prima azione di Mose in questo tentativo di fallita riforma fu l’attacco e l’uccisione di un sorvegliante egiziano che stava percuotendo uno schiavo israelita. Nello studio di questa azione arbitraria, vedremo sia il bene che il male nel comportamento di Mosè mentre notiamo la sua compassione, vocazione, crudeltà e cautela.

La sua compassione. "![ … ]!quando Mosè era già diventato grande avvenne ch’egli uscì a trovare i suoi fratelli, e considerò i lavori di cui erano gravati" Eso 2:11. C’è qualche cosa di nobile sul fatto che Mosè notasse i lavori pesanti del suo popolo. Joseph Parker disse: "Aimè! Alcuni di noi possono salire e scendere in società e non vedere mai i carichi che i nostri fratelli sono obbligati a portare." Quanto vero. Non abbiamo compassione per coloro che sono sotto gravi fardelli. Siamo generalmente troppo egocentrici e vediamo solo i nostri pesi e problemi e bisogni. Ma Mosè teneva gli occhi sugli altri; non per invidia o per malvagità, ma per alleviare i loro carichi.

Tanto nobile quanto la compassione di Mosè era, non era una giustificazione sufficiente per procedere nel tentativo di emancipazione come invece fece. Non è difficile, comunque, per noi comprendere perché l’oppressione d’Israele ispiri Mosè nel suo tentativo di riforma. Israele era sotto una dura schiavitù e chiunque con qualche compassione umana in sé, si infiammerebbe di giusta indignazione sulla condizione d’Israele. Ma compassione non è abbastanza nell’opera di Dio. Uno deve anche avere un comando da Dio per procedere prima di agire. Mosè aveva la compassione in questa frazione di tempo, ma gli mancava il comando da parte di Dio per procedere. Mosè aveva la passione per servire ma non la intimazione di iniziare la sua opera di emancipare gli Israeliti. Gli ordini non sarebbero arrivati se non dopo che circa altri quaranta anni fossero trascorsi.

Un certo numero di persone, come Mosè, ha grande difficoltà nel sottomettere una passione alla volontà di Dio. Normalmente pensiamo che questo problema della passione che ci controlla invece della volontà di Dio sia associata con il fare qualche opera malvagia come essere immorale. Ma questo problema della passione viene anche incontrato nel servizio del Signore. "Se viene narrato qualche racconto commovente, fatto qualche pietoso appello per aiuto, o qualche affollata riunione viene spazzata da un’onda di entusiasmo missionario, sono i primi a cedere all’impulso, offrire il loro servizio volontario, a donare il loro denaro e a buttarsi a capo fitto. Ma dopo tutto, ciò non è il motivo più nobile per il servizio cristiano e certamente non è il più durevole. Dopo un breve periodo, muore e ci lascia arenati come una marea che si ritira." (F. B. Meyer).

La sua chiamata. Sebbene il tentativo di riforma non fosse secondo il piano di Dio, Mosè aveva veramente una chiamata da parte di Dio per essere l’emancipatore di Israele; ed egli lo sapeva al tempo della sua tentata riforma. Veniamo a conoscenza di questo fatto per mezzo del racconto che ci viene dato nel libro degli Atti. "Ma quando fu pervenuto all’età di quarant’anni gli venne in animo d’andare a visitare i suoi fratelli, i figliuoli d’Israele" At 7:23. B. H. Carroll chiede: "La domanda ora si presenta: Come mai venne in cuore a Mosè di far visita ispettiva ai suoi fratelli?" La risposta si trova in Eb 11:24-25 dove ci viene detto che Mosè agì per fede. La fede si fonda sulla Parola di Dio. Perciò "quando ebbe quarant’anni, evidentemente gli venne data da parte di Dio una comunicazione di questo genere: ‘Tu devi liberare questo popolo, Israele’" (Carroll).

Il problema di Mosè in questa riforma non era dovuto al fatto che mancasse la chiamata a essere l’emancipatore d’Israele. Non era presuntuoso in quanto stesse cercando di fare qualcosa per cui non era mai stato chiamato. Il suo problema, in questa tentata emancipazione d’Israele dai loro pesi, era a proposito del tempo, metodi e atteggiamento. Non era ancora il tempo di Dio per l’emancipazione, i metodi non erano quelli da braccio armato che Mosè usò e l’atteggiamento che manifestò non era certamente quello giusto. Vedremo altro su questi problemi a breve.

La sua crudeltà. "E vide un Egiziano, che percoteva uno degli Ebrei, suoi fratelli. Egli volse lo sguardo di qua e di là; e visto che non c’era nessuno, uccise l’Egiziano, e lo nascose nella sabbia" Eso 2:11-12. Mosè vide l’ingiustizia e reagì, ma egli reagì in modo troppo forte. Non c’è alcun dubbio che l’atto di cui fu testimone fosse ingiusto. Abbiamo letto nel libro dell’Esodo della brutale schiavitù d’Israele, una schiavitù che aveva lo scopo di ridurre la popolazione d’Israele. I sorveglianti erano terribilmente crudeli e le "percosse" erano ingiustificate. Ma la reazione di Mosè a questo particolare incidente di ingiustizia era comunque sbagliato. La punizione che inflisse al sorvegliante non era proporzionata al reato del sorvegliante. La morte si infligge per omicidio. Il sorvegliante non aveva ucciso lo schiavo. Perciò il metodo di Mosè di trattare l’ingiustizia era sbagliato. Come disse Joseph Parker: "Applaudiamo Mosè, ma è il suo impeto più che il suo metodo che viene approvato. Ogni uomo dovrebbe infiammarsi di indignazione quando vede la vessazione".
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Ringraziano per il messaggio: francotecnos

Re: Mosè 05/07/2012 12:48 #4287

I metodi sono importanti. Persone fuori dalla volontà di Dio spesso usano metodi sbagliati. Nelle nostre chiese si cerca di giustificare metodi mondani sulla base dell’obiettivo. La filosofia di questo mondo che il fine giustifica i mezzi non ha alcun luogo nell’opera di Dio, comunque, ma molti nelle nostre chiese abbracciano questa filosofia in ogni caso. Mosè aveva ragione a essere sconvolto da questa ingiusta vessazione. Ma aveva torto a uccidere l’Egiziano. Lo stesso è vero oggi riguardo all’aborto. Alcuni fanatici hanno sparato e ucciso abortisti. È vero che hanno ucciso un assassino e, per quelli di noi che sono atterriti dall’aborto, è difficile essere sconvolti per il fatto che un assassino sia stato eliminato dalla società. Ma quello non è il metodo che Dio ci dà per eliminare gli abortisti.

La sua cautela. "Egli volse lo sguardo di qua e di là; e, visto che non c’era nessuno, uccise l’Egiziano, e lo nascose nella sabbia" Eso 2:12. La precauzione di "guardare di qua e di là" prima che Mosè vendicasse e uccidesse il sorvegliante egiziano rivela un atteggiamento in Mosè che definitivamente non procedeva dalla fede. È un atteggiamento che è apprensivo riguardo a ciò che l’uomo pensa. "Ogni qual volta guardiamo attorno per scansare il cipiglio di un mortale o ricevere il suo sorriso, possiamo essere sicuri che c’è qualche cosa di sbagliato, siamo fuori del terreno proprio del servizio divino" (C,. H. Mackintosh).

Frequentemente ci viene qui ricordato dell’atteggiamento scorretto di Mosè nell’osservare come cristiani servono il Signore. Sembrano molto ansiosi su ciò che l’uomo pensa. Spesso alcuni pastori tengono il loro dito su nell’aria per vedere da quale parte il vento dell’opinione stia spirando prima di iniziare un’azione, per non andare contro il volere della congregazione. Altri hanno i loro occhi così tanto puntati sull’uomo che, se non sono applauditi o battuti sulla spalla abbastanza o se vengono criticati da altri, rinunciano a servire. Non compiremo mai bene l’opera di Dio se guardiamo da questa parte e da quella parte prima di fare qualunque cosa. Coloro che veramente servono Dio guardano solo in alto per vedere se Dio approva.
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Re: Mosè 05/07/2012 12:50 #4288

Il rimprovero dell’Israelita

"Il giorno seguente uscì, ed ecco due Ebrei che si litigavano; ed egli disse a quello che aveva torto: ‘Perché percuoti il tuo compagno?’ E quegli rispose: ‘Chi ti ha costituito principe e giudice sopra di noi? Vuoi tu uccidere me come uccidesti l’Egiziano?’ Allora Mosè ebbe paura, e disse: ‘Certo la cosa è nota’" Eso 2:13-14. Ciò che Mosè fece il secondo dei due giorni in cui tentò la riforma era un’azione lecita. Ma non adempì nulla in termini di una riforma. Osserveremo il disprezzo del suo rimprovero e lo shock dopo il suo rimprovero.

Il disprezzo del suo rimprovero. "E quegli rispose: ‘Chi ti ha costituito principe e giudice sopra di noi? Vuoi tu uccidere me come uccidesti l’Egiziano?" Eso 2:14. Il disprezzo qui espresso dall’Ebreo malfattore condanna veramente chi agisce male; non Mosè; sebbene l’azione del giorno prima di Mosè fosse disordinata e sbagliata. Questa interferenza violenta a favore dei suoi fratelli potrebbe e avrebbe dovuto far nascere il pensiero nella loro mente che Dio avrebbe loro mandato salvezza per mezzo di lui. ‘Ma essi non l’intesero’ At 7:25 (Keil).

La reazione di colui che fa il male a un rimprovero è tipica dei peccatori non pentiti. Invece di ricevere il rimprovero umilmente come avrebbe dovuto; poiché era in errore; se la prese con Mosè. Notiamo due modi in cui lo fece.

Primo, sfidò il diritto di Mosè di rimproverare. Chi non riconosce il proprio errore lo fa sempre (il che spiega perché i dissidenti della chiesa sfidano sempre l’autorità del pastore). Ma "A un uomo non occorre grande autorità per porgere un rimprovero amichevole, è un atto di gentilezza; però quest’uomo necessariamente lo interpreterà come un atto di dominio e rappresenta il suo riprensore come imperioso e presuntuoso" (Henry).

Secondo, colui che faceva il male ingiustificabilmente accusò Mosè di volerlo uccidere. Questa è un’altra reazione tipica di un peccatore non pentito verso coloro che lo riprenderanno o lo arresteranno. Prova a far apparire il riprensore tanto malvagio quanto possibile e focalizzare su questo supposto male invece che sul male del criminale. Questo atteggiamento viene visto nella nostra società nell’attacco in tribunale ad opera dei criminali all’ufficiale che li arresta. Sfortunatamente, la nostra società è moralmente e spiritualmente così ingenua che rende onore all’attacco criminale.

Tutto questo disprezzo per Mosè rivelava che Israele non era ancora pronta per essere liberata dall’Egitto. Essi non rispettavano Mosè; non volevano rinunciare ai loro peccati, e non consideravano il male della loro oppressione come abbastanza serio. È piuttosto incredibile, ma vediamo continuamente atteggiamenti di questo tipo. Lo sterminio degli Ebrei in Russia e in Germania nel corso degli anni, non disturbò un certo numero di persone. Allo stesso modo l’aborto è accettabile a molti oggi. Ma l’uomo deve essere dispiaciuto a causa del peccato se Dio deve fare una grande opera a suo favore.

Lo shock dopo il suo rimprovero. "Allora Mosè ebbe paura, e disse: ‘Certo, la cosa è nota’" Eso 2:14. Lo shock che Mosè ricevette dopo aver rimproverato l’Israelita che stava agendo male era duplice. Egli doveva ricevere uno shock dall’essere respinto e dall’essere scoperto.

Primo, lo shock di essere respinto. Il rifiuto fu un colpo piuttosto sorprendente per Mosè. "Egli aveva rinunciato ai suoi diritti al trono egiziano perché era così convinto che al proprio popolo occorreva un liberatore, però non venne riconosciuto o ricevuto come il loro emancipatore" (Theodore Epp). Mosè "pensava che i suoi fratelli intenderebbero che Dio li voleva salvare per mano di lui; ma essi non l’intesero" At 7:25 ed essi lo trattarono sprezzantemente. Persino quando Mosè ritornò in Israele quaranta anni dopo per volontà di Dio, i suoi fratelli frequentemente lo disprezzarono ancora e si lamentarono aspramente di lui e con lui a volte.

Questa esperienza non fu solo di Mosè. Nessuno la sperimentò più marcatamente di Gesù Cristo. E chiunque voglia servire Cristo scoprirà che proprio quelli che sta provando ad aiutare spesso lo disprezzeranno, intenzionalmente fraintenderanno le sue azioni e gli si scaglieranno contro. Questo mostra quanto sia importante che il servo di Dio agisca secondo i comandi di Dio, non in base al fatto se le persone apprezzano o non apprezzano il suo servizio.

Secondo, lo shock di essere scoperto, "Allora Mosè ebbe paura, e disse: ‘Certo la cosa è nota’" #Eso 2:14. Anche se egli "volse lo sguardo di qua e di là" #Eso 2:12 prima di uccidere l’Egiziano, l’azione di Mosè non fu nascosta a tutti gli occhi. Mosè aveva sperato che nessuno lo scoprisse. Ma non fu così, e, a vergogna di Mosè, la sua azione fu scoperta.

Con quanta forza questa esperienza impressionante di Mosè convalida la verità: "Sappiate che il vostro peccato vi troverà" Nu 32:23. Possiamo provare anche con tenacia a nascondere l’azione malvagia, ma non nasconderemo mai il peccato a Dio, e se Dio lo sa, può essere detto al mondo intero.
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Re: Mosè 05/07/2012 12:50 #4289

La reazione del re

"E quando Faraone udì il fatto, cercò di uccidere Mosè; ma Mosè fuggì dal cospetto di Faraone, e si fermò nel paese di Madian" Eso 2:15. La decisione di Mosè di separarsi dalla casa di Faraone avrebbe fomentato in Faraone molta animosità contro Mosè. Comunque l’uccisione del sorvegliante egiziano eccitò Faraone ancora di più. Fece veramente adirare Faraone, poiché voleva uccidere Mosè. Non fu, comunque, l’omicidio a sconvolgere così tanto Faraone. Dopo tutto, l’omicidio era una pratica di Faraone. Quello che agitò Faraone fu che questa azione di Mosè rappresentava una minaccia per Faraone stesso. Per tutto quello che Faraone sapeva, questa azione poteva istigare una grande sommossa fra gli Ebrei che avrebbe causato un grave problema all’Egitto e anche minacciato la stabilità del trono. Matthew Poole disse: "Egli cercò di uccidere Mosè, non per lo zelo di punire un omicida, ma per salvaguardarsi da una persona così pericolosa, probabilmente supponendo che questo era l’uomo profetizzato essere il flagello dell’Egitto e l’emancipatore d’Israele".

Anni più tardi quando Mosè stava liberando Israele secondo il volere di Dio, il Faraone di quel tempo era anche ostile al massimo nei confronti di Mosè. Ma in contrasto a questa volta, Mosè fu irremovibile davanti a lui. Ma qui Mosè "fuggì dal cospetto di Faraone" Eso 2:15. Che differenza fa quando camminiamo secondo il piano di Dio. Non elimina necessariamente i nostri nemici o la loro grande animosità contro di noi, ma ci dà l’audacia e la protezione divina al cospetto del male.
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Ultima modifica: 05/07/2012 12:51 Da stefano .

Re: Mosè 05/07/2012 12:52 #4290

Il paese del rifugio

"Mosè fuggì dal cospetto di Faraone, e si fermò nel paese di Madian" Eso 2:15. Al tempo di Mosè il paese di Madian era localizzato generalmente a sud di Moab e giù per il lato orientale del golfo orientale del Mar Rosso. Più tardi vedremo Mosè nella parte meridionale della penisola del Sinai, dove si trova il Monte Horeb, mentre pastura un gregge appartenente ai Madianiti che divennero suoi parenti acquisiti. Così l’area madianita si estendeva a quel tempo nella parte meridionale della penisola del Sinai.

La localizzazione di Madian offerse molta protezione a Mosè, perché era abbastanza lontano dall’Egitto ai giorni di Mosè per proteggerlo dal re d’Egitto. Inoltre, l’ira e i timori di Faraone furono probabilmente alleviati dalla conoscenza che Mosè era troppo lontano per essere di qualche effettiva influenza per gli Israeliti. Perciò, Madian era un rifugio eccellente per Mosè.

I Madianiti erano discendenti di Abrahamo da parte di Ketura Ge 25:2. La maggior parte dei riferimenti ai Madianiti nella Scrittura condannano le loro azioni. Ma questo riferimento è un’eccezione poiché Mosè trovò accettazione e rifugio presso di loro. Ciò ci incoraggia: Dio può provvedere per i suoi in luoghi e fra gente che gli uomini naturali penserebbero non adatti al compito. Dio provvide cibo per Elia per mezzo degli impensabili corvi. Più tardi provvide per parecchi anni per mezzo di una povera vedova per Elia. Cristo provvide denaro per la tassa del Tempio nell’improbabile bocca di un pesce che Pietro pescò. Non sono tanto i mezzi con cui ci viene provveduto su cui dobbiamo focalizzarci, ma sul Maestro che provvede per noi. Usare mezzi inattesi dà ancora più gloria al Maestro Fornitore.
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Re: Mosè 05/07/2012 12:53 #4291

La cortesia nel rifugio

"Mosè![ … ]! si mise a sedere presso ad un pozzo. Or il sacerdote di Madian aveva sette figliuole; ed esse vennero ad attinger acqua, e a riempire gli abbeveratoi per abbeverare il gregge del padre loro. Ma sopraggiunsero i pastori, che le scacciarono. Allora Mosè si levò, prese la loro difesa, e abbeverò il loro gregge" Eso 2:15-17. Mosè scoperse in Madian, come tutti noi a tempo debito, che non importa dove si vada, lì si troverà ingiustizia. Da questa parte del paradiso, non c’è alcun luogo dove non sarà trovato il male. Mosè vide grave ingiustizia in Egitto e ora vede ingiustizia in Madian.

La reazione di Mosè all’ingiustizia fu quella di provare ad aiutare coloro che stavano subendo l’ingiustizia. Si era comportato così in Egitto, sebbene infruttuosamente. Ma in Madian egli ebbe un ottimo successo nell’aiutare coloro che venivano trattate ingiustamente. Nella sua cortesia in Madian, vediamo in Mosè il carattere per aiutare, le convinzioni nell’aiutare, la coerenza nell’aiutare, la costrizione ad aiutare, il coraggio di aiutare, la capacità di aiutare e le conseguenze dell’aiutare.

Il carattere per aiutare. "Mosè si levò, e prese la loro difesa" Eso 2:17. L’azione di Mosè qui, indica che era nel suo carattere aiutare, poiché egli "prese la loro difesa." Quale persona coraggiosa da avere vicino. Molti non sono così. Quando compaiono sulla scena, ostacolano invece di aiutare. Sono ostruzionisti che impediscono il progresso piuttosto che incoraggiarlo, Sono persone che prendono, non donatori. Sono un peso, non una benedizione. Ma Mosè era qualcuno che aiutava quelli che avevano ragione. Le chiese hanno bisogno di un maggior numero di aiutanti come lui. Ne abbiamo troppi dell’altro tipo.

Le convinzioni dell’aiutare. Mosè "si levò" e aiutò le pastore. La parola "si levò" indica più del fatto che Mosè si alzasse in piedi. Indica anche che Mosè aveva convinzioni. Egli "si levò" per giustizia e gentilezza. Perciò contrastò i pastori malvagi che erano molto ingiusti e scortesi con le sette ragazze. Questi pastori aspettavano fino a quando le sette ragazze avrebbero attinto abbastanza acqua per riempire i trogoli per l’acqua presso il pozzo, quindi allontanavano il gregge delle ragazze e facevano bere l’acqua dei trogoli ai propri greggi. Questo significava che le ragazze finivano con l’attingere acqua sia per il proprio gregge che per le greggi di questi rudi pastori. Era un’azione ignobile da parte di alcuni uomini vili. Abbiamo bisogno di un maggior numero di persone con sante convinzioni nella nostra società se vogliamo che le cose migliorino.

La coerenza nell’aiutare. Dopo il suo tentativo di riforma fallita in Egitto e aver ricevuto un tale ignobile scacco dai suoi propri fratelli lì, non avremmo biasimato Mosè se non fosse intervenuto qui per portare aiuto alle sette pastore nell’abbeverare il gregge del loro padre. Joseph Parker pensò a che cosa potesse aver immaginato nella sua mente e che Mosè avrebbe potuto fare (che noi tutti possiamo facilmente identificare a volte) se non fosse stato l’uomo valoroso che era. "Per tutto il tempo della mia vita non mi intrometterò mai più in un’altra contesa: Ho avuto esperienza di due interventi e il mio cuore è triste. Quando vedrò di nuovo uomini contendere, li lascerò terminare come vogliono; non dirò una parola, né su un versante né sull’altro: da oggi in poi chiuderò gli occhi in presenza di disonestà e manterrò la mia pace quando la giustizia viene messa al muro." Ma Mosè non agì in questo modo. Quando vide l’ingiustizia che veniva commessa contro le pastore che cercavano di abbeverare il loro gregge, egli "si levò, prese le loro difese"Eso 2:17. Al diavolo piace scoraggiarci tanto quanto può nel nostro servizio per il Signore. Ma non abbandoniamo mai a motivo del fatto che siamo stati respinti nel passato. Siamo tenuti a compiere il nostro dovere senza riguardo di come gli altri reagiscono nei nostri confronti.

La costrizione ad aiutare. La parola "si levò" in Eso 2:17 significa che egli "balzò in piedi" (Rawlinson). Mosè era pronto ad aiutare. Sentiva una costrizione interna che non gli avrebbe permesso di star seduto e osservare l’ingiustizia aver luogo. Una volta vista, immediatamente balzava in azione. Accorse velocemente in soccorso delle ragazze. Se avesse posposto l’aiuto, non avrebbe dato soccorso del tutto. Ma Mosè non era una persona procrastinante. Lo vedremo più volte nella sua vita.

Il coraggio di aiutare. Mosè era schiacciato dalla forza del numero ma questo non gli impedì di affrontare i pastori che erano così crudeli. Questi pastori che erano bulli; sapevano che potevano angariare le ragazze e farla franca. Ma Mosè era una storia differente. Non potevano angariarlo. Audacemente resistette loro. Non era timido. E il suo coraggio ottenne una vittoria campale.

In modo di adempiere il nostro compito con successo e servire fedelmente il Signore dovremo avere molto coraggio. Il cristianesimo non è un giuoco da bambini. A Giosuè venne detto: "Sii forte e fatti animo" #Gs 1:9. Tutti i santi devono essere così se vogliono vivere vittoriosamente.
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Re: Mosè 05/07/2012 12:53 #4292

La capacità di aiutare. Mosè aveva la capacità di aiutare le sette ragazze. Dopo tutto era stato un uomo "potente nelle sue parole ed opere" At 7:22. Mosè non era come qualcuno di chiesa oggi che ha l’abilità per aiutare, ma non lo fa. Alcuni hanno denaro che potrebbero dare e che aiuterebbe molto il lavoro della chiesa, ma rifiutano di dare. Altri hanno talenti che potrebbero impiegare nei servizi, ma rifiutano di usarli per la gloria di Dio. Altri hanno macchine con cui potrebbero provvedere passaggi per la gente che va in chiesa, ma rifiutano di farlo. Altri hanno case in cui potrebbero ospitare oratori in visita, ma preferiscono vivere egoisticamente e non essere ospitali. Molte chiese oggi sono piene di persone che potrebbero aiutare, ma queste chiese hanno ancora bisogno di molto aiuto perché coloro che potrebbero aiutare, rifiutano di aiutare. Mosè, comunque, aveva un carattere molto migliore. Aveva la capacità e la forza per aiutare le ragazze ed egli usò tale capacità per fermare l’ingiustizia. Bada se Dio ti ha dato delle abilità e ti rifiuti di usarle per il suo servizio.

Le conseguenze dell’aiutare. Aiutare le ragazze risultò infine che venne provveduto a Mosè un lavoro e un luogo in cui vivere; due cose di cui aveva grandemente bisogno dopo aver lasciato l’Egitto. Questo dimostra che uno dei migliori mezzi per risolvere i nostri problemi è aiutare altra gente nei loro problemi. Troppo spesso quando nelle nostre vite arrivano problemi veniamo così avvolti dai nostri problemi che abbiamo poco interesse nei problemi di chiunque altro. Questo rende solo la faccenda peggiore, perché l’egoismo non migliora mai la nostra situazione e non aiuta a risolvere i nostri problemi. Ma nei nostri problemi e nelle nostre prove sforziamoci di aiutare gli altri, e scopriremo che sarà la miglior medicina per aiutare i nostri problemi. Anche Giuseppe rappresentò questa verità quando era in prigione Genesi 40. Egli aveva guai in abbondanza per essere stato atrocemente calunniato e gettato in prigione in Egitto dove era stato venduto come schiavo. Le sue afflizioni erano abbastanza da far sì che qualunque altro uomo si sarebbe seduto e avrebbe fatto cordoglio in autocommiserazione. Ma Giuseppe non si comportò così. Invece, cercò di aiutare il maggiordomo e il panettiere che erano in prigione con lui. Eventualmente questo condusse alla propria liberazione dalla prigione e la sua consecutiva elevazione a un alto ufficio in Egitto. Prendiamo esempio da queste azioni altruiste sia di Giuseppe che di Mosè.
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Re: Mosè 05/07/2012 12:55 #4293

I compagni del rifugio

"E com’esse giunsero da Reuel loro padre, questi disse: ‘Come mai siete tornate così presto oggi?’ Ed esse risposero: ‘Un Egiziano ci ha liberato dalle mani dei pastori, e di più ci ha attinto l’acqua, ed ha abbeverato il gregge’. Ed egli disse alle sue figliuole: ‘E dov’è? Perché avete lasciato là quell’uomo? Chiamatelo che prenda qualche cibo’. E Mosè acconsentì a stare da quell’uomo; ed egli diede a Mosè Sefora, sua figliuola. Ed ella partorì un figliuolo che egli chiamò Gershom; ‘perché, disse, io soggiorno in terra straniera’" Eso 2:18-22. Come abbiamo appena notato nel punto precedente, dall’episodio al pozzo risultò l’invito a Mosè di dimorare nella casa del padre delle ragazze. Perciò le persone di quella casa divennero i compagni di Mosè. Anche una ragazza di quella casa divenne la moglie di Mosè e il nostro testo racconta della nascita del loro figlio primogenito.

La casa non era una casa malvagia in cui vivere. Non era una casa pagana piena di idolatria. Il nome Reuel significa "amico di Dio." Questo significato insieme alla sua descrizione "sacerdote di Madian" e successive incidenze Esodo 18 per esempio, rende evidente che questa gente era monoteistica ("el" alla fine del nome Reuel significa "Elohim" il nome generico di Dio; nomi come Betel, Samuele e Daniele terminano allo stesso modo) Il nome ebraico del suocero di Mosè viene tradotto "Reuel" nel nostro testo dell’Esodo, ma "Raguel" in Nu 10:29 (nella versione inglese). Non c’è comunque alcuna giustificazione per la traduzione in due modi differenti di questa parola ebraica. Altrove, la KJV indica che il suocero di Mosè veniva anche chiamato Jethro Esodo 3 e Esodo 18. Ma l’identità di Reuel con Jethro si basa principalmente sull’assunzione che la parola ebraica tradotta "suocero" riferita sovente a Jethro in Esodo 3 e Esodo 18, significhi sempre "suocero." Comunque, la parola significa semplicemente essere in relazione a qualcuno per matrimonio. Questa parola viene tradotta con "generi" in Ge 19:14 e "marito" (riferita a Mosè) in Eso 4:25-26. Quando il nome Jethro viene menzionato per la prima volta Eso 3:1 è quaranta anni dopo l’arrivo di Mosè in Madian, a quel tempo il suocero di Mosè doveva essere molto attempato e probabilmente morto. Jethro sarebbe quindi il figlio che divenne il capo famiglia dopo la morte del proprio padre. Ma comunque, sia che Jethro fosse il suocero o il cognato, gli insegnamenti del testo non cambiano. E sono gli insegnamenti ciò che è importante del testo. I critici possono agitarsi per alcune incertezze, ma le incertezze non hanno mai a che fare con istruzioni importanti e con la dottrina.

Mosè avrebbe vissuto con queste persone per circa quaranta anni prima di ritornare in Egitto per incominciare l’opera di emancipazione degli Israeliti. Successivamente avrà ancora alcuni incontri con loro come indicano Esodo 18 e Numeri 10.
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Re: Mosè 05/07/2012 12:56 #4294

Il compito nel rifugio

Mosè non stava seduto a rigirare i pollici e vivendo di assistenza in Madian. Gli venne dato un incarico, un lavoro. Venne occupato come pastore Eso 3:1. Fu messo a curare le greggi di suo suocero. Noteremo nel capitolo successivo che mentre stava pasturando il gregge nel Sinai nei pressi del Monte Horeb Dio andò a lui nell’esperienza del pruno ardente.

Essendo pastore, Mosè, si mostra come un tipo del Cristo. Ma questo non è l’unico modo in cui Mosè è un tipo del Cristo. Per ciò ci soffermeremo qui per considerare quindici modi in cui Mosè ha fino a questo punto nella Scrittura prefigurato il Salvatore, Gesù Cristo.

Primo, Mosè nacque di razza ebrea. Anche Cristo era di razza ebrea, perché Maria era un’ebrea.

Secondo, Mosè nacque in un luogo di povertà. A enfatizzare questa dimensione della povertà, i suoi genitori erano schiavi. Anche Cristo nacque in una famiglia povera. Che erano poveri viene enfatizzato dal fatto che quando Giuseppe e Maria fecero l’offerta richiesta nel Tempio quando Cristo venne circonciso, offersero due uccelli Lu 2:24 in luogo di un agnello perché l’agnello era molto più costoso. Nel Levitico viene prescritto che l’offerta deve essere un agnello a meno che "[la madre] se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due giovani piccioni" Le 12:8.

Terzo, Mosè nacque durante un tempo di oppressione d’Israele. Cristo nacque quando Israele era sotto il pugno di ferro dell’oppressione romana.

Quarto, la nascita di Mosè attirò l’attenzione del re d’Egitto. Ciò fu adempiuto per mezzo di sua figlia che adottò Mosè. Per mezzo della visita dei saggi, la nascita di Cristo attirò l’attenzione di Erode, re di Giudea.

Quinto, Mosè fu esposto all’opposizione omicida del re quando nacque, poiché il comando di annegare tutti i neonati maschi era in vigore al tempo della sua nascita. Cristo fu sotto il decreto omicida di Erode il re quando, dopo aver saputo della sua nascita, Erode ordinò che tutti i bambini di due anni o minori di essere trucidati a Betlemme dove il Cristo era nato.

Sesto, Mosè fu preservato dal decreto omicida del re in Egitto. Cristo venne pure preservato in Egitto dal decreto omicida del re. Venne portato in Egitto da Giuseppe e Maria secondo il comando di Dio, poco dopo la sua nascita per proteggerlo dagli ordini omicidi del malvagio re Erode.

Settimo, Mosè venne adottato. La figlia di Faraone lo adottò poco dopo la sua nascita. Quando Cristo nacque, anche egli fu adottato; da Giuseppe in questo caso.

Ottavo, Mosè ebbe una precoce conoscenza della sua missione, molto tempo prima di adempierla come viene notato in At 7:23. Cristo sapeva quando era giovinetto quale era il suo ministero come viene confermato dai suoi commenti in Lu 2:49.

Nono, Mosè aveva compassione dei suoi fratelli come abbiamo notato prima in questo capitolo. Il Cristo aveva compassione dei suoi fratelli come è espresso così bene in Mt 23:37.

Decimo, Mosè divenne membro di una famiglia reale. Cristo nacque nella famiglia reale della stirpe di Davide.

Undicesimo, Mosè fu rifiutato dai suoi fratelli quando al principio provò a liberarli dai loro oppressori come abbiamo già notato in questo capitolo. Cristo venne rigettato dai suoi fratelli #Gv 1:11 nella sua prima venuta.

Dodicesimo, quando Mosè venne rigettato dai suoi fratelli, prese una sposa gentile, non israelita; Sefora la madianita. Quando Cristo fu rigettato dai suoi fratelli, prese una sposa gentile; la chiesa.

Tredicesimo, Mosè stava seduto a lato di un pozzo e lì diede aiuto ad alcune donne. Cristo venne anche trovato seduto presso un pozzo Giovanni:9 e lì diede un grande aiuto a una donna.

Quattordicesimo, Mosè era un pastore. Cristo chiamò sé stesso il "buon pastore" Gv 10:14, e un intero capitolo della Bibbia Giovanni 10 tratta del pastore come figura di Cristo.
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