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ARGOMENTO: Neemia

Neemia 02/07/2012 12:52 #4165

La situazione in Israele

Ne 1:1-3

La NARRAZIONE INTORNO al personaggio di Neemia riportata nelle Scritture inizia concentrandosi sulla penosa condizione dei Giudei e di Gerusalemme in Israele ai tempi di Neemia. È alquanto logico iniziare la narrazione in questo modo perché offre le premesse perfette per l’avvio della grande impresa di Neemia di cui parla il libro omonimo. Conversando con il fratello e con alcuni uomini di Giuda Neemia venne a conoscenza delle gravi condizioni in cui versava Israele. Tali informazioni apportarono un grande cambiamento nella sua vita e gli diedero lo spunto per compiere una grande opera per Dio, sebbene quel giorno nessuno avesse capito che da tale conversazione sarebbe nata un’opera così imponente e importante da essere riportata nella Parola di Dio nei secoli a venire. Questo ci ricorda che nella vita non dobbiamo disprezzare né farci scoraggiare da eventi e circostanze che per un tempo possono sembrarci insignificanti, ma che nel grande piano di Dio sono fondamentali per la nostra esistenza. Tenete gli occhi su Dio e sulla Sua Parola e riceverete sempre la Sua guida benedetta e provvidenziale per vostro incoraggiamento, anche nei problemi secolari della vita.

Nella nostra analisi sulla condizione dei Giudei e di Gerusalemme in Israele al tempo di Neemia e per comprendere meglio come lui stesso se ne fosse reso conto, in questo capitolo prenderemo in considerazione la domanda da lui posta per conoscere le condizioni #Ne 1:1,2 e ottenere informazioni Ne 1:3.
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Re: Neemia 02/07/2012 12:53 #4166

Neemia si informa sulle condizioni dei Giudei superstiti e di Gerusalemme

"Or avvenne che nel mese di Kisleu dell’anno ventesimo, mentr’io mi trovavo nel castello di Susan, Hanani, uno de’ miei fratelli, e alcuni altri uomini arrivarono da Giuda. Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della cattività, e riguardo a Gerusalemme" Ne 1:1,2. Nell’esaminare la domanda di Neemia rivolta al fratello e ad altri uomini di Giuda, prenderemo in considerazione il periodo, il luogo, la persona, la fonte e l’oggetto di tale domanda.
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Re: Neemia 02/07/2012 12:54 #4167

Il periodo

La domanda di Neemia venne pronunciata "nel mese di Kisleu dell’anno ventesimo" Ne 1:1. Tale mese corrisponde "all’incirca al nostro mese di dicembre" (Rawlinson), quindi era inverno. "L’anno ventesimo" è un’indicazione storica importante sul momento in cui sono avvenuti i fatti narrati nel libro, poiché fa riferimento al ventesimo anno del regno persiano di Artaserse Longimano (Artaserse I). Secondo gli storici, Artaserse I regnò quarant’anni a partire all’incirca dall’anno 465 a. C., pertanto il libro di Neemia fu scritto verso l’inizio del 445 a. C.

Artaserse I fu il sesto re persiano a governare da quando Babilonia era ricaduta in mano ai Persiani. Ciro fu il primo re, seguito poi da Cambise, Smerdi, Dario I, Serse I (il re Assuero di Ester) e infine da Artaserse I. Durante il dominio di questi re persiani, ad alcuni Giudei che erano stati in cattività sotto il governo babilonese fu permesso di tornare in Israele per ristabilirvi una colonia. Il primo gruppo a tornare in Israele vi arrivò intorno al 536 a. C., guidato da Zorobabele che lo esortò a costruire un nuovo Tempio in Gerusalemme per sostituire il grande Tempio eretto da Salomone e distrutto dai Babilonesi 2Re 25:9.

Dopo circa settantacinque anni dal ritorno del primo gruppo e circa trent’anni prima della redazione del libro di Neemia, Esdra guidò un altro gruppo di Giudei nel loro ritorno in Israele e là iniziò il suo ministero, che continuò durante il periodo di Neemia. I Giudei tornati in Israele dovettero affrontare molti problemi interni (la corruzione) ed esterni (ostilità nemiche) fino a quando le loro condizioni e quelle dell’amata città di Gerusalemme peggiorarono durante i primi anni narrati nel libro di Neemia. Ecco presentate le premesse per l’avvio della grandiosa opera di ricostruzione delle mura di Gerusalemme portata avanti da Neemia, nonché per l’attuazione di alcune importanti riforme nella nascente società israelita.
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Re: Neemia 02/07/2012 12:55 #4168

Il luogo

La domanda di Neemia venne posta "nel castello" Ne 1:1 a "Susan" (Ibid.), capitale della Persia. Sia la città (Susan o Susa) che il castello sono elementi storici importanti.

La città. La città di Susan (o Susa), in cui si trovava il castello, "è una delle città più antiche del mondo [ed] era la residenza principale della corte persiana" (Rawlinson). Era una delle città più importanti al tempo di Neemia: era situata a circa 240 km a nord del Golfo Persico, a circa 400 km a est dell’antica Babilonia (conquistata dai Persiani intorno all’anno 539 a. C.) e a 442 km a sud-est della moderna Baghdad (Iraq). È utile sapere che se al tempo di Neemia Susan era una città grande e fiorente, mentre gran parte di Gerusalemme versava in rovina, oggi Susan è una città di rovine, ricoperta soprattutto da cumuli di sabbia, mentre Gerusalemme è una città florida e piena di vita. Questo conferma la verità secondo cui alla fine il piano divino prevarrà su ogni cosa.

Il castello. Questo edificio situato a Susan è davvero antico e ancora oggi è possibile visitarne le rovine grazie al lavoro degli archeologi. Il castello fu costruito da re Dario I. Era una struttura immensa (alcuni lo chiamano fortezza o cittadella, poiché nei tempi antichi edifici come questo erano sempre fortificati), con un grande androne centrale di cui si hanno informazioni storiche sulle dimensioni (circa 106 metri di lunghezza per circa 76 metri di larghezza, più lungo e due volte più largo di un campo da calcio). In questo enorme e famoso edificio dell’antichità si svolsero alcune significative vicende bibliche, tra cui la visione del montone di Daniele Da 8:2, il grande banchetto organizzato da re Assuero per tutti i principi e i servitori Et 1:1-2, occasione in cui Ester divenne regina nonché sua moglie, e tanti altri episodi riportati nel libro di Neemia, a partire dalla conversazione con il fratello e alcuni uomini di Giuda.
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Re: Neemia 02/07/2012 13:00 #4170

La persona

In questa sezione ci occuperemo di Neemia, colui che ha posto la domanda per informarsi sulle condizioni di Giuda e Gerusalemme. A quel tempo Neemia era "coppiere del re" Ne 1:11, quindi era in servizio presso il palazzo di Susan. Ecco perché il luogo in cui fu posta la domanda era importante (al tempo di Neemia).

Essere diventato coppiere del re (la stessa parola usata in Ge 40 e Ge 41) ci porta a pensare che Neemia avesse un ottimo carattere: questa posizione a corte indica infatti che Neemia fosse un uomo leale, onesto e coraggioso, tutte qualità necessarie per essere coppiere, ovvero "un funzionario importante che serviva vino al re. Ne 2:1; (secondo gli storici, il coppiere era solito assaggiare il vino per primo, per vedere se fosse avvelenato, da qui l’esigenza di essere una persona affidabile) Poiché a corte erano frequenti i complotti contro il re, essere suo coppiere era una posizione di grande responsabilità e fiducia. La mansione principale del coppiere era quella di proteggere le persone della famiglia reale![ … ]! Per sua natura, il coppiere era autorizzato a stare a stretto contatto con il re e la regina" (R. E. Hayden). Il suo carattere leale e onesto diede a Neemia l’opportunità di raggiungere l’elevata posizione di coppiere del re, sebbene fosse di umili origini, basta notare il modo in cui lo presentano le Scritture: di Neemia è scritto che era "figliuolo di Hacalia" #Ne 1:1, un’informazione quasi inutile, che lo contraddistingue semplicemente da altri Neemia citati nelle Scritture esempio. Ed 2:2 Ne 3:16 7:7. Neemia non avrebbe mai avuto l’opportunità di passare da un’insignificante posizione sociale a quella di coppiere del re se fosse stato una persona meschina e pigra, un buono a nulla insomma. Per ottenere il posto di coppiere doveva essere proprio il contrario.

Le buone occasioni non mancano mai a coloro che, come Neemia, si comportano diligentemente con integrità e nobiltà d’animo. Chi si professa cristiano ma è una persona trasandata, trascurata, ampollosa, inaffidabile, maleducata, pigra e fannullona, che manifesta comportamenti e azioni irrispettosi, non solo fa vergogna alla testimonianza di Gesù Cristo, ma si preclude molte opportunità per avere un buon lavoro nella società ed essere utile nell’opera di Dio. L’ottimo carattere di Neemia gli consentì non solo di ottenere una buona posizione davanti agli uomini ma anche, come vedremo più avanti, di cogliere l’occasione per andare a Gerusalemme e compiere una grande opera per Dio: quella di ricostruire le mura della città e mettere in atto tante riforme necessarie al popolo giudaico. Coloro che si lamentano di non avere avuto alcuna buona occasione nella vita devono esaminare il proprio carattere e la propria condotta.

È vero che un buon carattere viene spesso deriso e denigrato dagli uomini, ma non sottovalutiamo le occasioni che potrebbe portare alla nostra vita. Di certo Dio farà in modo che un’anima nobile sperimenti le Sue benedizioni.
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Re: Neemia 02/07/2012 13:02 #4172

La fonte

"Hanani, uno de’ miei fratelli, e alcuni altri uomini![ … ]! da Giuda" Ne 1:2 furono le persone a cui Neemia si rivolse per avere informazioni sulle condizioni dei Giudei e di Gerusalemme. In uno dei capitoli successivi del libro verremo a sapere che Anani era il fratello di Neemia che diventò poi uno dei due governatori di Gerusalemme Ne 7:2. Evidentemente questi uomini che diedero informazioni a Neemia erano in viaggio da Gerusalemme per visitare Susa; non si trattava di persone pessimiste (perché Neemia dovette chiedere a loro le informazioni) o che avrebbero nascosto notizie spiacevoli, ma anzi dissero con franchezza che la situazione in Israele era davvero disastrosa. Se da un lato non abbiamo alcun resoconto di ciò che "alcuni altri uomini" fecero in seguito, dall’altro sappiamo che Anani era una brava persona a motivo della posizione di responsabilità che acquisì successivamente in Gerusalemme, sotto la guida di Neemia. Abbiamo bisogno di persone come gli uomini incontrati da Neemia, che sanno come parlare onestamente dei fatti, mentre ne abbiamo fin troppe del tutto pessimiste od ottimiste. Nessuna di queste persone saprebbe risolvere i problemi.
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Re: Neemia 02/07/2012 13:03 #4173

L’oggetto

"Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della cattività, e riguardo a Gerusalemme" Ne 1:2. Questa domanda apparentemente casuale era incentrata su un oggetto davvero importante, di cui prenderemo in considerazione l’identità, il rispetto e la pertinenza.

L’identità dell’oggetto. La domanda di Neemia era duplice: chiese informazioni sui Giudei e su Gerusalemme, dei quali abbiamo già fatto alcune riflessioni in precedenza, ma che ora andiamo ad analizzare nel dettaglio.

Primo, i Giudei. I Giudei di cui chiese informazioni Neemia erano in particolar modo quelli "scampati, superstiti della cattività" e arrivati in Israele per viverci. Erano i Giudei tornati dalla cattività babilonese. Come abbiamo già notato, tornarono nel loro paese d’origine in due distinte occasioni, la più recente delle quali fu quella con Esdra, che si verificò soltanto tredici anni prima della redazione del libro di Neemia. Poiché il primo gruppo di Giudei (quello guidato da Zorobabele) arrivò in Israele settantacinque anni prima, molti di loro erano già morti, ma la loro discendenza era ancora in vita e costituiva una parte sostanziale dei Giudei presenti nel paese a quel tempo.

Secondo, Gerusalemme. Neemia chiese informazioni anche su Gerusalemme, la città reale, la città santa, la città di tutte le città, a detta degli Israeliti. Davide l’aveva conquistata e dichiarata capitale di Israele durante i primi anni del suo regno; il suo prestigio crebbe con la costruzione del grande Tempio di Salomone, diventando il centro religioso e politico di Israele, la cui importanza per i Giudei viene affermata in uno dei Salmi: "Se io ti dimentico, o Gerusalemme, dimentichi la mia destra" Sl 137:5. Nel linguaggio poetico la città santa è spesso chiamata "Sion," come leggiamo in un altro Salmo che la esalta grandemente: "Egli ama le porte di Sion più di tutte le dimore [altri luoghi e città] di Giacobbe [Israele]. Cose gloriose son dette di te, o città di Dio!" Sl 87:2,3.

Il rispetto per l’oggetto. I Giudei e Gerusalemme, l’oggetto della domanda, rappresentano e sono il simbolo vivente dell’opera di Dio; per questo motivo Neemia si informò sulle loro condizioni, mostrando grande rispetto e interesse per l’opera divina, sentimenti che saranno molto più evidenti in altri brani del libro. Neemia, infatti, provò tristezza per loro e pregò per le disastrose condizioni in cui si trovava l’opera di Dio; la sua dedizione nel portare avanti tale opera in Gerusalemme fu davvero notevole. Qui la domanda è il primo indizio nella Scrittura del grande rispetto di Neemia nei confronti dell’opera di Dio, un rispetto che anche noi dovremmo mostrare per le cose di Dio. Ovviamente, il mondo non ne ha molto: purtroppo tante persone che si dicono cristiane dimostrano di avere ben poco interesse per le cose di Dio, non leggono la Bibbia né pregano, frequentano raramente i culti e non si informano sulle missioni o su altre iniziative che proclamano l’Evangelo di Cristo nel mondo. Piuttosto, i loro interessi sono la politica, lo sport e il denaro; sono così presi a ricercare le cose materiali o che soddisfino la carne, che non si preoccupano affatto dell’opera del Signore e di piacere a Dio. Neemia era una persona ben diversa da queste: sebbene nel mondo avesse un’ottima posizione a corte (coppiere del re) e vivesse nell’abbondanza, era comunque molto preoccupato delle cose di Dio. È davvero un grande esempio, come vedremo più avanti nel libro che porta il suo nome.

Il coinvolgimento dell’oggetto. Sebbene Neemia fosse vissuto oltre duemilaquattrocento anni fa, le informazioni sui Giudei e su Gerusalemme sono tanto legati all’oggi quanto lo erano ai tempi di Neemia. Non c’è popolo o città sulla faccia della terra che sia più coinvolto nei problemi odierni e futuri di quanto lo siano i Giudei e Gerusalemme; sono il popolo e la città con il futuro più grandioso di chiunque altro al mondo. La ragione di tutto questo è Gesù Cristo, che un giorno tornerà sulla terra per essere proclamato Gran Re di Israele e per governare e regnare da Gerusalemme. La gente si informa alacremente su popoli e luoghi che oggi sembrano così importanti ai loro occhi, ma niente è più importante dei Giudei e di Gerusalemme. Concentratevi su di essi se volete sapere cosa Dio vorrà fare in futuro per questo mondo.
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Re: Neemia 02/07/2012 13:05 #4174

Le informazioni sulle condizioni

"E quelli mi dissero: ‘I superstiti della cattività son là, nella provincia, in gran miseria e nell’obbrobrio; le mura di Gerusalemme restano rotte, e le sue porte, consumate dal fuoco’" #Ne 1:3. Neemia venne a sapere che le condizioni sia dei Giudei in Israele sia di Gerusalemme erano davvero disastrose e che, di conseguenza, suscitavano vergogna e umiliazione.
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Re: Neemia 02/07/2012 13:06 #4175

Le condizioni dei Giudei

Quattro sono gli elementi menzionati nel testo biblico riguardo ai Giudei che vivevano in Israele a dimostrazione delle pessime condizioni in cui si trovavano e della grande umiliazione che subivano a quei tempi: le dimensioni, lo stato, la derisione e la tristezza del popolo giudaico in Israele.

Dimensioni. L’esiguo numero dei Giudei in Israele ai tempi di Neemia è la prima condizione negativa da prendere in considerazione. Nel testo si parla di "superstiti," una descrizione certamente non positiva delle dimensioni della popolazione giudaica. Secoli prima Israele era stata una potente nazione costituita da milioni di persone presenti sul proprio territorio; ora si era ridotta a dei "superstiti," cioè a 50.000 uomini secondo le stime degli studiosi (cfr.) Ne 7:66,67. Questo numero così esiguo era motivo di umiliazione: una nazione che un tempo vantava una popolazione considerevole era ora formata da un imbarazzante gruppo di superstiti. La causa principale era il peccato: per molti anni Israele si era allontanato da Dio mentre viveva ancora nella terra promessa, ma Dio l’aveva avvertito tramite Mosè: "E voi rimarrete poca gente, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, perché non avrai ubbidito alla voce dell’Eterno, ch’è il tuo Dio" De 28:62.

Stato. Un altro aspetto delle pessime condizioni in cui versavano i Giudei al tempo di Neemia era il loro stato di nazione nel mondo. Nel testo si parla infatti di "provincia": Israele non era più la grande nazione indipendente che era stata una volta, ma semplicemente una delle tante province della Persia Ed 5:8, condizione umiliante per qualsiasi nazione. Durante il periodo della narrazione del libro di Ester (circa quaranta-cinquant’anni prima di Neemia) la Persia contava ben "centoventisette province" Et 1:1 ed essendo Israele una di esse, non aveva tanto peso come nazione. Se una volta si ergeva a paese potente e indipendente, a causa del peccato, Israele si era ridotto al tempo di Neemia a una delle province di un’altra nazione. Una vergognosa umiliazione.

Derisione. Le disastrose condizioni dei Giudei e di Gerusalemme al tempo di Neemia furono motivo di "obbrobrio" anche agli occhi dei nemici. Non solo le ridotte dimensioni della popolazione e la condizione di semplice provincia di un altro stato, ma anche la derisione da parte dei popoli che lo circondavano erano tutti motivi di umiliazione per i Giudei. E dal testo capiamo che questa umiliazione era grande, non di piccola entità. I Giudei erano considerati con disprezzo, maltrattati, oppressi e osteggiati, come vedremo ripetutamente nel libro di Neemia. Nonostante la sua carica di governatore e il fatto di essere stato coppiere del re, Neemia sperimentò personalmente la derisione degli altri popoli mentre si trovava in Israele. Il popolo di Dio è sempre stato deriso dal mondo. Una persona che si dedica al servizio per onorare la volontà divina, come fece Neemia, sa molto bene cosa significa subire lo scherno in questo mondo. Quelli che si adoperano per l’avanzamento del culto e del regno di Dio, come cercarono di fare i superstiti di Israele e Neemia stesso, saranno sempre oggetto di scherno da chi non è da Dio. Ma è meglio provare la derisione del mondo piuttosto che la derisione di Dio, poiché il primo non può affliggere più di quanto farebbe il secondo.

Tristezza. L’ultimo aspetto delle disastrose condizioni in cui versavano i Giudei e Gerusalemme al tempo di Neemia è il fatto che si trovassero "in gran miseria." Anche se nel testo questa espressione viene riportata prima della parola "obbrobrio," la analizziamo per ultima perché sta a indicare i sentimenti provati dai Giudei per tutti gli aspetti trattati in precedenza. Che la parola "miseria" esprima i loro sentimenti è evidente nel fatto che il termine ebraico qui tradotto con "miseria" viene tradotto con "triste" nei versetti di Ne 2:1 e Ne 2:2 e con "misere" in Ne 2:17. L’aggettivo "gran" prima di "miseria" indica l’estrema afflizione provata dai Giudei a causa delle loro condizioni in Israele. Come è già stato analizzato, in Israele esisteva soltanto un piccolo gruppo di superstiti, in una piccola provincia di un’altra nazione, deriso dalle popolazioni che lo circondavano; inoltre, come vedremo in seguito, le mura della tanto onorata città di Gerusalemme erano in rovina. Tutte queste cose terribili sicuramente li demoralizzarono, ecco perché è facile capire come mai la loro miseria fosse grande. Anche Neemia è molto triste Ne 1:4 per le informazioni che udì dagli uomini a cui pose la domanda.
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Re: Neemia 02/07/2012 13:07 #4176

Le condizioni di Gerusalemme

"le mura di Gerusalemme restano rotte, e le sue porte, consumate dal fuoco" Ne 1:3. Le terribili condizioni delle mura di Gerusalemme al tempo di Neemia rappresentano l’aspetto che sottolinea la disastrosa situazione in cui versava quella città. Una simile condizione aumentava l’umiliazione dei Giudei in Israele ed era il simbolo della grande miseria in cui erano ricaduti. Questa particolare umiliazione per la mancanza delle mura a cingere la tanto onorata città di Gerusalemme spinse Neemia a prendersi la responsabilità di rimuoverla. Lui stesso ne sottolineò la miseria quando esortò i Giudei: "Venite, riedifichiamo le mura di Gerusalemme, e non sarem più nell’obbrobrio!" Ne 2:17. Due sono gli aggettivi con cui si può descrivere una condizione del genere: pericolosa e prolungata.

Una condizione pericolosa. Nell’antichità le mura che cingevano le città fungevano da protezione, data la loro massiccia e imponente struttura. Alle mura si alternavano robusti cancelli o porte per accedere alla città, generalmente aperti di giorno e chiusi di notte. Gerusalemme era stata cinta di mura molto tempo prima che i Babilonesi le abbattessero infliggendo un’amara sconfitta alla città e lasciandola dilaniata e senza protezione 2Re 25:10. I superstiti che tornarono in Israele e a Gerusalemme dopo la cattività erano pertanto in grande pericolo a vivere in una città senza mura, poiché esposti agli attacchi nemici che potevano giungere a qualsiasi ora del giorno e saccheggiare la popolazione e qualunque edificio della città. La mancanza di mura era un problema davvero serio, ma fu lo spunto per mettere in atto l’immenso progetto di ricostruzione guidato da Neemia per rimediare alla condizione di Gerusalemme.

Nella Bibbia una città senza mura (o con le mura in rovina) viene presa come esempio per illustrare una persona che non controlla bene le proprie passioni. Le Scritture infatti riportano: "L’uomo che non si sa padroneggiare, è una città smantellata, priva di mura" Pr 25:28. Una persona che non sa gestire bene le proprie passioni "è una facile preda per l’invasore. Chiunque la può irritare e tormentare![ … ]!. Al primo attacco la persona cede alle proprie passioni incontrollate, senza opporre alcuna resistenza" (Charles Bridges). Attraverso strumenti quali la Parola di Dio, la preghiera, l’adorazione e una forte convinzione personale dobbiamo costruire mura spirituali e morali massicce intorno alle nostre vite per tenere sotto controllo le nostre passioni. Ma questa impresa, come quella più concreta delle mura di Gerusalemme ai tempi di Neemia, incontrerà molta opposizione, perché il mondo tende a distruggere tutte le mura che trattengono le nostre passioni. Un esempio è il diffuso pensiero mondano che dice "Fallo, se ti fa sentire bene," una dottrina filosofica senza "mura" morali che distruggerà facilmente la nostra personalità.

Una condizione prolungata. Come abbiamo già detto, le mura di Gerusalemme erano state distrutte molti anni prima della redazione del libro di Neemia. L’esercito babilonese distrusse il Tempio e le mura intorno alla città nel 586 a. C.; dopo circa 150 anni, al tempo di Neemia, le mura della città non erano ancora state ricostruite. Ci fu qualche tentativo nei venti anni precedenti il libro che stiamo analizzando, ma l’opera fu abbandonata a causa di alcuni contrasti: i nemici dei Giudei avevano parlato di quest’impresa in una lettera di lamentele al re Artaserse Ed 4:11,12, il quale subito ordinò di fermare qualsiasi opera di ricostruzione della città Ed 4:21. L’ordine fu messo in atto con gioia dai nemici dei Giudei, fino al punto che "li obbligarono, a mano armata, a sospendere i lavori" Ed 4:23. Con l’espressione "a mano armata" si intende ovviamente la distruzione di qualsiasi opera portata a termine durante la ricostruzione delle mura a quel tempo. Secondo le informazioni date a Neemia, pertanto, le mura di Gerusalemme erano ancora distrutte e le sue porte erano in rovina.

L’ostilità nemica non fu, tuttavia, l’unico motivo per cui le mura continuarono a rimanere in rovina per molto tempo; la colpa era anche della gente, a cui mancava la dedizione per quest’impresa. Sebbene a volte molto intensa, l’opposizione del mondo non è sempre stato il problema principale di Israele nell’opera di Dio (vedasi) Ag 1:4. In generale l’ostacolo maggiore era la mancanza di dedizione delle persone. Il successo di Neemia nel ricostruire le mura mette in luce proprio questo aspetto: quando la dedizione è grande, come lo è stata sotto la guida di Neemia, la ricostruzione delle mura fu eseguita in tempi rapidi, in soli cinquantadue giorni Ne 6:15.

La gente spesso usa l’opposizione del mondo come scusa per non adoperarsi più di tanto per Dio; ma anche se a volte tale opposizione costituisce uno degli ostacoli, l’ostacolo più grosso è in generale la mancanza di dedizione. Se ci si impegna con tutto il cuore a servire Dio, non si rimarrà mai senza risultati che Lo glorifichino e non si starà a guardare all’ostilità delle persone. La vita di Neemia è stata una prova vivente di questa verità.
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