Il messaggio che ispirò il viaggio
"Allora si levò con le sue nuore per tornarsene dalle campagne di Moab perché nelle campagne di Moab aveva sentito dire che l’Eterno aveva visitato il suo popolo, dandogli del pane" Ru 1:6. Il messaggio sulla fine di anni di carestia a Betlemme spinse Naomi a lasciare Moab per ritornare a Betlemme. Per comprendere meglio il messaggio e le lezioni che contiene, noteremo i suoi dettagli e la sua proclamazione.
I dettagli del messaggio. Ci sono due dettagli importanti in questo messaggio, che hanno a che fare con la grazia e il dono di Dio.
Primo, la grazia di Dio. "L’Eterno aveva visitato il suo popolo, dandogli del pane." Era un atto di grazia divina. Israele era stato colpito dalla carestia a causa del suo peccato. Ridargli il pane fu un atto di grazia. Il termine ebraico tradotto "visitato" è usato a volte nelle Scritture anche nel senso di punizione. Il contesto determina se si tratta di una benedizione o di una punizione. Qui parla di una benedizione, perché la sua visita portò pane. Una visita di Dio che porta benedizioni è una visita della sua grazia, perché gli uomini non le meritano.
Secondo, il dono di Dio. Il fatto che Dio aveva dato il pane al popolo dimostra il dono di Dio nella salvezza dell’anima. Il termine "dandogli" ci dice che il pane era un dono gratuito di Dio. Dio non lo vendette. Fornì invece dei dono gratuiti come la pioggia che mise fine alla carestia e permise al grano di crescere. Che bella immagine della salvezza! L’Evangelo è un dono gratuito. "È il dono di Dio" Ef 2:8. Nel grande capitolo di Giovanni 6, che parla del pane, Cristo descrive la salvezza come un pane dato al popolo. "In verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che vien dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo [cioè Cristo]" Gv 6:32. Cristo, il pane di Dio, nacque a Betlemme, la città di Naomi, dove Dio diede pane in questo testo.
La proclamazione del messaggio. Naomi "nelle campagne di Moab aveva sentito dire" che Dio aveva dato pane al suo popolo. Qualcuno le aveva dato questa buona notizia in Moab. Possiamo trarne delle lezioni con forti applicazioni evangeliche, che comprendono la verità della proclamazione, il luogo della proclamazione e la fiducia nella proclamazione.
Primo, la verità della proclamazione. Qualcuno aveva dichiarato in Moab la verità riguardo al pane. Questo messaggio comprendeva il luogo in cui fu dato il pane ("aveva visitato il suo popolo"), il Signore del pane ("l’Eterno") e la generosità del dono ("dandogli del pane"). Ci parla della necessaria proclamazione dell’Evangelo. Il luogo della salvezza (data ai peccatori), il Signore della salvezza (Cristo è la fonte della salvezza) e la generosià della salvezza (la salvezza è un dono) devono essere infatti proclamate diligentemente. Purtroppo, molti non dichiarano fedelmente il messaggio. Ci dicono che si può ottenere pane da molte fonti che invece offrono solo gusci vuoti. Ci dicono che ci sono altre fonti di pane oltre a Cristo, come Budda, Joseph Smith e Maometto. Ci dicono anche che il pane non è un dono, ma qualcosa che si merita con atti come il battesimo, la cresima, la frequenza in chiesa e così via. Dichiarare fedelmente il messaggio di salvezza non rende popolari, ma senza quel messaggio non si otterrà il pane di vita per l’anima. Naomi non sarebbe mai tornata a Betlemme se il messaggio della fine della carestia non fosse stato vero.
Secondo, il luogo della proclamazione. Naomi udì il messaggio in Moab, un messaggio che si era diffuso in altri paesi quando Dio ridiede il pane al popolo d’Israele. Vediamo qui l’opera missionaria dell’Evangelo. Dobbiamo portare l’Evangelo a tutto il mondo Mr 16:15 e far conoscere Gesù Cristo, il vero pane della vita.
Terzo, la fiducia nella proclamazione. "Ella partì dunque con le sue due nuore dal luogo dov’era stata" Ru 1:7. Naomi credette al messaggio riguardo al pane e si comportò di conseguenza. La sua reazione dimostra che quella fiducia era essenziale ed evidente. Era essenziale perché il messaggio non la avrebbe aiutata se lei non avesse creduto. È così per l’Evangelo: non aiuta chi non crede. Si deve confidare in Cristo per essere salvati. È un messaggio a cui pochi, in ogni epoca, credono. "Molti hanno udito questo Evangelo benedetto nella terra lontana dell’alienazione, ma pochi hanno creduto a quello che è stato annunziato Is 53:1; la maggioranza sembra contenta di rimanere in Moab e di cibarsi dei baccelli dei porci" (Smith). La fiducia era evidente perché Naomi lasciò Moab per recarsi a Betlemme. Abbiamo bisogno di più evidenze come quella oggi, quando molti dicono di confidare in Cristo per la salvezza, ma non lo dimostrano con i fatti. Non abbandonano le Moab del mondo e non seguono il popolo di Dio nella sua terra.