riverside11.jpgriverside4.jpgriverside1.jpgriverside7.jpgriverside01.jpgriverside8.jpgriverside5.jpgriverside3.jpgriverside6.jpgriverside0.jpgriverside2.jpgriverside12.jpgriverside13.jpgriverside9.jpgriverside02.jpg
Benvenuto, Ospite
Nome Utente Password: Ricordami
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3

ARGOMENTO: Giacobbe

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:44 #2889

L’inganno messo in atto

Giacobbe fece come Rebecca gli aveva ordinato #Ge 27:14 ss., proprio come Esaù fece secondo le istruzioni di Isacco #Ge 27:5,31 e "la terribile minuziosità con cui portò a termine il piano di sua madre è una delle caratteristiche più orribili di tutto l’episodio" (Thomas). Charles Simeon afferma che "Giacobbe recitò la propria parte con maggior abilità e fiducia di quanto ci si potesse aspettare," avvertendoci sulle profondità del peccato in cui possiamo spingerci non appena deviamo dal sentiero di giustizia, come fece Giacobbe ingannando suo padre.

Nel mettere in atto quanto la madre gli aveva ordinato, Giacobbe forzò nuovamente la mano della Provvidenza: in precedenza, quando barattò la primogenitura, Giacobbe mostrò di pensare che Dio avesse bisogno dell’aiuto di qualche empio scambio per conferirgli tale diritto. Similmente in questo episodio, nel mettere in atto il malvagio piano di Rebecca per ottenere la benedizione di Isacco, Giacobbe mostrò ancora una volta di essere "uno di quelli [al pari di Rebecca, che a sua volta forzò la mano della Provvidenza in questa occasione, come abbiamo già visto] che osa considerare Dio incapace di portare a termine ciò che si è proposto di fare, pensando che se ne sia dimenticato oppure che la Sua volontà possa essere davvero contrastata dall’astuzia e dal peccato umano" (Thomas). Ma se Dio ci ha dato il diritto di primogenitura della Sua vocazione, non dobbiamo ricorrere ad azioni malvagie per ottenere la posizione che Dio ci vuole conferire; Dio aprirà le porte nel momento giusto e ci metterà in situazioni e luoghi in cui non saremmo mai potuti arrivare neanche con il migliore dei piani ideati dall’intelligenza umana. Non forziamo la Provvidenza; siamo invece diligenti nel prepararci alla nostra chiamata (questa è di nostra responsabilità), lasciando che sia Dio a prendersi cura della Provvidenza (che è Sua responsabilità per la nostra chiamata).

Nell’analizzare l’inganno operato da Giacobbe davanti al padre per ottenere la benedizione patriarcale, prenderemo in considerazione quattro strumenti d’inganno: le parole, il travestimento, la pietanza e le maniere.

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:45 #2890

Le conseguenze

Giacobbe riuscì a far pronunciare a Isacco la benedizione su di lui invece che su Esaù e a ingannarlo in tempo prima dell’arrivo del fratello #Ge 27:30. Ma il risultato ottenuto da Giacobbe non gli rende affatto onore: agendo in questo modo Giacobbe si comportò con grande malvagità. E la sua fuga non cambiò certo la situazione. Nell’analizzare la natura poco onorabile delle conseguenze di questo episodio nella vita di Giacobbe, prenderemo in considerazione il fatto che non impedirono la punizione di Giacobbe, non giustificarono il comportamento malvagio e non sminuirono la potenza divina.

Non impedirono la punizione di Giacobbe. Dopo aver ingannato il padre, Giacobbe pagò molto care le conseguenze dei suoi atti. Quanto aveva seminato, l’avrebbe raccolto di conseguenza. Per far pronunciare al padre la benedizione su di sé, Giacobbe aveva ingannato altre persone e in cambio, per punizione, cadde vittima degli inganni altrui per il resto della sua vita. Non è infatti raro che Dio punisca con la stessa moneta usata nella trasgressione. In questa sezione prenderemo in considerazione quattro modi in cui Giacobbe per punizione fu ingannato da altre persone: l’inganno sulla propria condizione, sulle sue mogli, sul salario percepito e su suo figlio.

Primo, Giacobbe fu ingannato sulla propria condizione. Quando Giacobbe espresse a Rebecca le proprie preoccupazioni sulla possibile maledizione che sarebbe ricaduta su di lui per l’inganno ai danni di suo padre #Ge 27:12, Rebecca esclamò: "Questa maledizione ricada su me, figliuol mio" #Ge 27:13. Rassicurato dalla promessa che la maledizione non sarebbe ricaduta su di lui, Giacobbe andò a ingannare suo padre; ma fu ingannato a sua volta sulla situazione che gli era stata promessa, perché vide abbattersi comunque una grande maledizione sulla sua vita: Esaù decise di uccidere Giacobbe alla morte di Isacco #Ge 27:41 perché era sconvolto dal fatto che il fratello si fosse preso la benedizione che il padre gli aveva promesso. Ogni giorno Esaù si mise ad aspettare la morte di Isacco (senza sapere che il padre avrebbe vissuto per altri 43 anni); non appena fosse successo, anche Giacobbe sarebbe stato un uomo morto se Esaù avesse messo in atto il suo piano. Di conseguenza, Giacobbe fuggì da casa e, dopo aver percorso circa 650 chilometri, raggiunse Charan per stabilirvisi e ritrovarsi ad affrontare una condizione molto snervante da suo zio Labano. Sia Rebecca che Giacobbe non sapevano che, spostandosi a Charan, Giacobbe sarebbe rimasto lontano dalla famiglia per circa vent’anni o più, senza mai più rivedere la madre. Giacobbe fu veramente ingannato riguardo alla propria condizione e non capì che gli sarebbe stata così avversa; pensava di aver ottenuto soltanto una benedizione, ma ricevette anche un’abbondante maledizione.

Secondo, fu ingannato sulle sue mogli. Giacobbe s’innamorò della figlia minore di Labano, Rachele, ma durante la prima notte di nozze Labano ingannò Giacobbe dandogli Lea, la figlia maggiore, al posto di Rachele. Fu un tiro mancino, ma Giacobbe raccolse quello che aveva seminato, soprattutto visto il fatto che in questa occasione ebbe a che fare con la figlia primogenita di Labano.

Terzo, fu ingannato sul proprio salario. Giacobbe lavorò per Labano per circa vent’anni. Come abbiamo notato in precedenza, Labano era un uomo astuto. Quando alla fine se ne andò per tornare a Canaan, Giacobbe disse alle sue mogli: "Vostro padre m’ha ingannato, e ha mutato il mio salario dieci volte" #Ge 31:7. Il primo inganno nel salario riguardò Rachele, promessa in sposa a Giacobbe, avvenimento già trattato nel paragrafo precedente. Labano però non smise di ingannare Giacobbe riguardo al salario, cambiandoglielo più e più volte nel corso degli anni. Giacobbe aveva ingannato suo padre e per punizione fu ingannato dal suocero. Ciò che seminiamo, quello raccoglieremo.

Quarto, fu ingannato sul proprio figlio. L’inganno che rispecchia maggiormente il peccato di Giacobbe, che aveva ingannato il padre facendogli credere di essere l’amato figlio Esaù, fu quello in cui i figli di Giacobbe mentirono sul suo amato figlio Giuseppe. Andremo ad analizzare questo episodio nel dettaglio in uno dei prossimi capitoli; in questa sede sarà sufficiente dire che anche in quel caso Giacobbe raccolse quanto aveva seminato con l’inganno ai danni di suo padre Isacco. L’aver conseguito la benedizione non annulla la punizione di Giacobbe, la quale mostra davvero la natura poco onorabile del risultato da lui ottenuto.

Non giustificò il comportamento malvagio. Nel nostro ultimo studio abbiamo notato che il risultato conseguito non giustifica i mezzi utilizzati: Giacobbe riuscì a barattare e ottenere la primogenitura, ma questo non giustifica il comportamento malvagio che adottò in quell’occasione. Similmente riuscì a far pronunciare a Isacco la benedizione patriarcale su di sé, ma questo non giustifica il suo inganno. La Bibbia non giustifica mai il peccato solo perché con esso si riesce a ottenere un nobile risultato, ma al contrario vi si oppone. Per esempio, le Scritture riportano la preoccupazione di Paolo riguardo ad alcuni calunniatori che lo accusavano di affermare "facciamo il male affinché ne venga il bene" #Ro 3:8. Tuttavia, l’uomo spesso pensa che il risultato conseguito giustifichi il peccato. La gente tende ad approvare la propria condotta quando raggiunge un obiettivo, anche se lo ha raggiunto compiendo il male. Se un matrimonio misto (fra una persona credente e una non credente) ha come risultato la conversione del coniuge non credente, ci sarà sempre qualcuno che affermerà che Dio aveva destinato questa coppia a sposarsi. Se in una chiesa cresce il numero dei fedeli e le anime vengono alla salvezza, la gente non criticherà i metodi mondani con cui le persone vengono attratte in chiesa. Ma ciò che giustifica le nostre azioni è la Parola di Dio, non il risultato di un’impresa. Dio è interessato soprattutto alla nostra ubbidienza, non ai nostri risultati.Non sminuì la potenza divina. Il fatto che Giacobbe ottenne la benedizione comportandosi malvagiamente non sminuisce la potenza di Dio, anzi, la mette in risalto. Nel permettere che Giacobbe si prendesse la benedizione compiendo il male, Dio denunciò la debolezza del peccato di Isacco e sottolineò la potenza dei decreti divini. Isacco tramò di avere la meglio su quanto Dio aveva stabilito, ma non vi riuscì e Dio vanificò il male permettendo che il peccato di Satana in Isacco fosse sconfitto dal peccato di Satana in Giacobbe. In questo modo Dio governò gli avvenimenti, tanto da costringere il nemico a sconfiggere se stesso. Le Scritture infatti affermano: "Colui che siede ne’ cieli ne riderà" #Sl 2:4 e noi abbiamo il sospetto che in quel caso Dio rise vedendo la situazione: Satana aveva organizzato un piano molto astuto per sconvolgere il piano divino, ma finì per rimanerne intrappolato. Dio non può essere manipolato a piacimento dal maligno e questo è assolutamente evidente nel brano analizzato.
Ultima modifica: 15/05/2012 18:45 Da Moderatore.
Ringraziano per il messaggio: francotecnos
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3
Tempo generazione pagina: 0.23 secondi
Ristoroquotidiano.net - 2012
by Progettimultimediali.com