riverside6.jpgriverside4.jpgriverside11.jpgriverside02.jpgriverside13.jpgriverside12.jpgriverside7.jpgriverside2.jpgriverside8.jpgriverside01.jpgriverside9.jpgriverside5.jpgriverside0.jpgriverside3.jpgriverside1.jpg
Benvenuto, Ospite
Nome Utente Password: Ricordami
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3

ARGOMENTO: Giacobbe

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:19 #2875

Il diritto di primogenitura

"I due fanciulli crebbero, ed Esaù divenne un esperto cacciatore, un uomo di campagna, e Giacobbe un uomo tranquillo, che se ne stava nelle tende. Or Isacco amava Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto; e Rebecca amava Giacobbe. Or come Giacobbe s’era fatto cuocere una minestra, Esaù giunse dai campi, tutto stanco. Ed Esaù disse a Giacobbe: ‘Deh, dammi da mangiare un po’ di cotesta minestra rossa; perché sono stanco’. Per questo fu chiamato Edom. E Giacobbe gli rispose: ‘Vendimi prima di tutto la tua primogenitura’. Ed Esaù disse: ‘Ecco io sto per morire; che mi giova la primogenitura?’ E Giacobbe disse: ‘Prima, giuramelo’. Ed Esaù glielo giurò, e vendé la sua primogenitura a Giacobbe. E Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve; poi si levò, e se ne andò. Così Esaù sprezzò la primogenitura" #Ge 25:27-34

Il PRIMO EPISODIO riportato nelle Scritture riguardo alla vita di Giacobbe avvenne molti anni dopo la sua nascita. Nel frattempo Giacobbe e suo fratello gemello Esaù erano cresciuti, entrando nell’età adulta. L’episodio narrato riguarda il diritto di primogenitura e il modo in cui Giacobbe costrinse Esaù a venderglielo con un baratto. Inoltre, l’episodio si concentra sul problema principale che caratterizza la vita di questi due fratelli all’interno della casa di Isacco.

Poiché il significato primario del diritto di primogenitura riguarda Gesù Cristo, il brano biblico in questione rappresenta un altro esempio scritturale dell’importanza di Cristo nelle Scritture, senza necessariamente attendere fino al Nuovo Testamento per leggere il messaggio di Gesù Cristo che onora le pagine della Bibbia. La presenza di Cristo è tangibile in tutto l’Antico Testamento, a volte nelle promesse riportate (la promessa di Cristo è contenuta nel diritto di primogenitura), a volte nelle figure (la cosiddetta "tipologia," la quale spiega il motivo per cui tanto è stato scritto su Giuseppe, figlio di Giacobbe) e a volte nelle profezie.

Il brano che andremo ad analizzare, riguardante il diritto di primogenitura che Esaù cedette a Giacobbe, offre dapprima alcune informazioni sui due fratelli #Ge 25:27,28, quindi altre sul baratto per la primogenitura #Ge 25:29-34.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:23 #2876

I due fratelli

I primi due versetti del brano preso in esame creano l’ambientazione dove si svolge il resto del testo e danno importanti informazioni sullo sviluppo e sullo stile di vita di Giacobbe e di suo fratello gemello Esaù, per comprendere meglio il baratto del diritto di primogenitura avvenuto tra di loro e il motivo per cui si sono verificate determinate conseguenze come quelle riportate. Grazie a tali informazioni riusciremo anche a comprendere meglio l’episodio successivo che ha caratterizzato la vita di Giacobbe, ovvero quello in cui sottrasse la benedizione patriarcale a Esaù.

In questi due versetti vengono riportate tre affermazioni che ricreano l’ambientazione per dare luogo al baratto della primogenitura: le informazioni mancanti sulla loro crescita, le differenze nel carattere e la divisione negli affetti.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:24 #2877

La divisione negli affetti

"Or Isacco amava Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto; e Rebecca amava Giacobbe" #Ge 25:28. Isacco e Rebecca facevano preferenze tra i figli: Isacco preferiva Esaù, mentre Rebecca preferiva Giacobbe. La parzialità dei genitori rappresentò una delle cause per cui si verificò un grande guaio in famiglia. Ogniqualvolta si creano divisioni simili negli affetti famigliari vi saranno guai nelle famiglie, che provocheranno tanta sofferenza e tante ferite, come accadde in questo caso.

L’affetto di Isacco per Esaù. "Or Isacco amava Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto." La Bibbia non ci dà una bella immagine di Isacco. Griffith Thomas ha affermato che Isacco "era il figlio normale di un grande padre e il padre normale di un grande figlio"; sebbene fosse vissuto più a lungo di qualsiasi altro patriarca ebreo, le Scritture parlano poco di Isacco, molto meno che di suo padre Abraamo e di suo figlio Giacobbe, e gran parte di quanto è scritto è a sua condanna. Il versetto preso in esame ne è un esempio, perché riporta il motivo di condanna per il quale Isacco amava Esaù: "perché la cacciagione era di suo gusto" (per "cacciagione" qui si intende selvaggina, ma non cervi). Essendo cacciatore, Esaù poteva procurare a Isacco tanta selvaggina, ma amare qualcuno a motivo di un certo cibo è certamente spregevole. La rivelazione della causa dietro all’affetto di Isacco nei confronti di Esaù condanna il padre perché indica che Isacco era incline ai piaceri materiali. Lo stesso problema si ripresenterà nell’episodio della benedizione sottratta a Esaù. Basare i propri affetti sui piaceri materiali è la tendenza che meglio descrive i tempi che stiamo vivendo, l’atteggiamento di Hollywood nonché una delle principali cause per cui i tribunali per i divorzi sono sempre pieni. Questo atteggiamento conduce a ribellarsi alla volontà divina, come vedremo nel nostro prossimo studio.

L’affetto di Rebecca per Giacobbe. "e Rebecca amava Giacobbe." Rebecca non si comportò meglio di Isacco quando venne il momento di mostrare affetto ai figli. Come il marito, anche Rebecca usò parzialità; ma mentre il testo non ci dà alcun motivo di condanna per l’affetto che Rebecca provava per Giacobbe, il difetto evidente sta nel fatto che il suo affetto era esclusivamente per Giacobbe, portando entrambi a contaminarsi con il peccato. Basta leggere l’avvenimento della benedizione sottratta a Esaù per vedere come l’affetto di Rebecca nei confronti di Giacobbe la spinse a ingannare e sedurre Isacco e a incoraggiare Giacobbe a fare altrettanto, affinché Giacobbe sottraesse la benedizione al fratello. Ma il vero amore non induce una persona a peccare: le Scritture affermano che l’amore "non si comporta in modo sconveniente![ … ]! non sospetta il male" #1Co 13:5. A volte sentiamo che un ragazzo è così innamorato della sua fidanzata da metterla incinta: questo ovviamente è un comportamento sbagliato, perché il vero amore non contamina in modo così terribile l’oggetto del proprio amore. Se un uomo quindi mette incinta la propria fidanzata non lo fa per amore secondo Dio. Similmente, l’affetto di Rebecca per Giacobbe fu peccaminoso quanto quello di Isacco per Esaù perché portò Giacobbe a peccare, lo incoraggiò a mentire, e per di più a suo padre.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333
Ultima modifica: 15/05/2012 18:31 Da Moderatore.

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:37 #2882

[Esaù] vendé la sua primogenitura a Giacobbe" #Ge 25:31,33. Il diritto di primogenitura dei patriarchi (Abraamo e Isacco) rappresenta l’altro importantissimo oggetto coinvolto nel baratto. Nell’analizzarlo, ne prenderemo in considerazione la definizione, la descrizione, la destinazione, la derivazione e il disprezzo.

Primo, la definizione di diritto di primogenitura. Il diritto di primogenitura, o a volte più semplicemente primogenitura, è il diritto ereditario che solitamente veniva accordato nell’antichità ai maschi primogeniti della famiglia. La primogenitura prevedeva una serie di benefici che variavano in base alla persona a cui apparteneva tale diritto, ovvero alla situazione famigliare, come vedremo in seguito.

Secondo, la descrizione del diritto di primogenitura. Il diritto di primogenitura che Esaù vendette a Giacobbe era veramente speciale. Le due componenti principali di questo diritto erano la parte doppia e la discendenza del principe. La parte doppia #De 21:17 era spesso quella che rappresentava il diritto di primogenitura stesso #1Cr 5:2 perché era una caratteristica di tutti i diritti di primogenitura dell’antichità. La discendenza del principe (Ibid.) era la componente che rendeva davvero speciale il diritto di primogenitura, perché riguarda Gesù Cristo e soltanto coloro che sono appartenuti alla stirpe da cui sarebbe disceso. Queste due componenti del diritto di primogenitura sono particolarmente evidenti quando Giacobbe, verso la fine della sua esistenza, le divise tra due dei suoi figli #1Cr 5:1,2: la parte doppia andò a Giuseppe, mentre la discendenza del principe (ovvero Cristo) andò a Giuda. Ruben, il primogenito di Giacobbe, cedette il suo diritto su entrambe queste componenti a motivo della sua condotta immorale #1Cr 5:1; ecco perché Giacobbe conferì tale diritto ad altri suoi figli.

Terzo, la destinazione del diritto di primogenitura. La riassegnazione da parte di Giacobbe del diritto di primogenitura nel caso dei suoi figli mostra che a volte questo diritto è stato destinato a una persona diversa dal primogenito. A volte Dio lo ha fatto in modo esplicito (com’è accaduto a Giacobbe ed Esaù) mentre a volte è stato l’uomo a farlo sotto la guida divina (come nel caso di Giuseppe, Giuda e Ruben; vedasi anche) #1Cr 26:10.

Quarto, la derivazione del diritto di primogenitura. Il diritto di primogenitura menzionato nel versetto ebbe origine con Abraamo, il quale lo trasmise (su comando divino) a Isacco #Ge 17:21 21:12 24:36. Alla base del diritto di primogenitura c’è il grande patto che Dio stipulò con Abraamo Genesi 17; sebbene però questo patto includesse un territorio (Canaan), una nazione e altri benefici significativi, l’aspetto principale riguardava Cristo, visibile nel patto grazie ad affermazioni neotestamentarie quali "Un patto già prima debitamente stabilito da Dio [attraverso Cristo]

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:39 #2883

L’ingannatore

"Or avvenne, quando Isacco era divenuto vecchio e i suoi occhi indeboliti non ci vedevano più, ch’egli chiamò Esaù, suo figliuolo maggiore, e gli disse: ‘Figliuol mio!’ E quello rispose: ‘Eccomi!’ E Isacco: ‘Ecco, io sono vecchio, e non so il giorno della mia morte. Deh, prendi ora le tue armi, il tuo turcasso e il tuo arco, vattene fuori ai campi, prendimi un po’ di caccia, e preparami una pietanza saporita di quelle che mi piacciono; portamela perchéé io la mangi e l’anima mia ti benedica prima ch’io muoia’. Ora Rebecca stava ad ascoltare, mentre Isacco parlava ad Esaù suo figliuolo. Ed Esaù se n’andò ai campi per fare qualche caccia e portarla a suo padre. E Rebecca parlò a Giacobbe suo figliuolo, e gli disse: ‘Ecco, io ho udito tuo padre che parlava ad Esaù tuo fratello, e gli diceva: Portami un po’ di caccia e fammi una pietanza saporita perché io la mangi e ti benedica nel cospetto dell’Eterno, prima ch’io muoia. Or dunque, figliuol mio, ubbidisci alla mia voce e fa’ quello ch’io ti comando. Va’ ora al gregge e prendimi due buoni capretti; e io ne farò una pietanza saporita per tuo padre, di quelle che gli piacciono. E tu la porterai a tuo padre, perché la mangi, e così ti benedica prima di morire’. E Giacobbe disse a Rebecca sua madre: ‘Ecco, Esaù mio fratello è peloso, e io no. Può darsi che mio padre mi tasti; sarò allora da lui reputato un ingannatore, e mi trarrò addosso una maledizione, invece di una benedizione’. E sua madre gli rispose: ‘Questa maledizione ricada su me, figliuol mio! Ubbidisci pure alla mia voce, e va’ a prendermi i capretti’. Egli dunque andò a prenderli, e li menò a sua madre; e sua madre ne preparò una pietanza saporita, di quelle che piacevano al padre di lui. Poi Rebecca prese i più bei vestiti di Esaù suo figliuolo maggiore, i quali aveva in casa presso di sé, e li fece indossare a Giacobbe suo figliuolo minore; e con le pelli de’ capretti gli coprì le mani e il collo, ch’era senza peli. Poi mise in mano a Giacobbe suo figliuolo la pietanza saporita e il pane che aveva preparato. Ed egli venne a suo padre e gli disse: ‘Padre mio!’ E Isacco rispose: ‘Eccomi; chi sei tu, figliuol mio?’ E Giacobbe disse a suo padre: ‘Sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu m’hai detto. Deh, lèvati, mettiti a sedere e mangia della mia caccia, affinché l’anima tua mi benedica’. E Isacco disse al suo figliuolo: ‘Come hai fatto a trovarne così presto, figliuol mio?’ E quello rispose: ‘Perché l’Eterno, il tuo Dio, l’ha fatta venire sulla mia via’. E Isacco disse a Giacobbe: ‘Fatti vicino, figliuol mio, ch’io ti tasti, per sapere se sei proprio il mio figliuolo Esaù, o no’. Giacobbe dunque s’avvicinò a Isacco suo padre e, come questi l’ebbe tastato, disse: ‘La voce è la voce di Giacobbe; ma le mani son le mani d’Esaù’. E non lo riconobbe, perché le mani di lui erano pelose come le mani di Esaù suo fratello: e lo benedisse. E disse: ‘Sei tu proprio il mio figliuolo Esaù?’ Egli rispose: ‘Sì’. E Isacco gli disse: ‘Servimi, ch’io mangi della caccia del mio figliuolo e l’anima mia ti benedica’. E Giacobbe lo servì, e Isacco mangiò. Giacobbe gli portò anche del vino, ed egli bevve. Poi Isacco suo padre gli disse: ‘Deh, fatti vicino e baciami, figliuol mio’. Ed egli s’avvicinò e lo baciò. E Isacco sentì l’odore de’ vestiti di lui, e lo benedisse dicendo: ‘Ecco, l’odore del mio figliuolo è come l’odore d’un campo, che l’Eterno ha benedetto. Iddio ti dia della rugiada de’ cieli e della grassezza della terra e abbondanza di frumento e di vino. Ti servano i popoli, e le nazioni s’inchinino davanti a te. Sii padrone de’ tuoi fratelli, e i figli di tua madre s’inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!’ E avvenne che, come Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe e Giacobbe se n’era appena andato dalla presenza d’Isacco suo padre, Esaù suo fratello giunse dalla sua caccia. Anch’egli preparò una pietanza saporita, la portò a suo padre, e gli disse: ‘Lèvisi mio padre, e mangi della caccia del suo figliuolo, affinché l’anima tua mi benedica’. E Isacco suo padre gli disse: ‘Chi sei tu?’ Ed egli rispose: ‘Sono Esaù, il tuo figliuolo primogenito’. Isacco fu preso da un tremito fortissimo, e disse: ‘E allora, chi è che ha preso della caccia e me l’ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, e l’ho benedetto; e benedetto ei sarà’. Quando Esaù ebbe udite le parole di suo padre, dette in un grido forte ed amarissimo. Poi disse a suo padre: ‘Benedici anche me, padre mio!’ E Isacco rispose: ‘Il tuo fratello è venuto con inganno e ha preso la tua benedizione’. Ed Esaù: ‘Non è forse a ragione ch’egli è stato chiamato Giacobbe? M’ha già soppiantato due volte: mi tolse la mia primogenitura, ed ecco che ora m’ha tolta la mia benedizione’. Poi aggiunse: ‘Non hai tu riserbato qualche benedizione per me?’ E Isacco rispose e disse a Esaù: ‘Ecco, io l’ho costituito tuo padrone, e gli ho dato tutti i suoi fratelli per servi, e l’ho provvisto di frumento e di vino; che potrei dunque fare per te, figliuol mio?’ Ed Esaù disse a suo padre: ‘Non hai tu che questa benedizione, padre mio? Benedici anche me, o padre mio!’ Ed Esaù alzò la voce e pianse. E Isacco suo padre rispose e gli disse: ‘Ecco, la tua dimora sarà priva della grassezza della terra e della rugiada che scende dai cieli. Tu vivrai della tua spada, e sarai servo del tuo fratello; ma avverrà che, menando una vita errante, tu spezzerai il suo giogo di sul tuo collo’" #Ge 27:1-40

La GRANDE MORALITÀ di Giacobbe non traspare molto presto nel racconto biblico che lo riguarda. Nella prima parte, infatti, leggiamo che la vita di Giacobbe non fu caratterizzata dal bene, ma dalla malvagità. Alla nascita lo avevamo visto afferrare il tallone di Esaù, a indicare minacciosamente il suo empio comportamento; in seguito leggiamo dell’empio baratto avvenuto tra Giacobbe ed Esaù sul diritto di primogenitura che abbiamo analizzato nel capitolo precedente. Ora, nel brano proposto, tratteremo il terzo episodio della vita di Giacobbe che è stato registrato nelle Scritture e dove il nostro protagonista si comportò ancora in modo alquanto meschino, ingannando spietatamente il padre per cercare di sottrarre al fratello la benedizione patriarcale.

Giacobbe, però, non è stato l’unico a commettere peccato in quell’occasione. Suo padre Isacco, sua madre Rebecca e il fratello gemello Esaù si comportarono tutti in modo malvagio, al pari di Giacobbe. È ovvio che questo fatto non giustifica il peccato di Giacobbe, sebbene siano stati i peccati degli altri famigliari a indurlo a peccare. Niente può giustificare il peccato e non sarà mai possibile incolpare gli altri dei propri peccati.

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:41 #2884

La furtività del gesto

Isacco diede il comando a Esaù in tutta segretezza. Furono solo loro due a organizzarsi per questa speciale occasione in cui Isacco avrebbe conferito al figlio prediletto la benedizione patriarcale che spettava al primogenito. Come vedremo in seguito, Rebecca origliò tutta la conversazione, senza che Isacco ed Esaù fossero a conoscenza del fatto che lei li stesse ascoltando. Volevano che tale faccenda rimanesse privata e se anche altri avessero saputo che Isacco ed Esaù avevano trascorso del tempo assieme, questa occasione sarebbe sembrata un semplice pasto a base di selvaggina che Esaù aveva preparato al padre, a cui la selvaggina piaceva tanto. Questo pasto mostrava il forte "desiderio [di Isacco] di distrarre Rebecca dal supporre che in casa stesse accadendo qualcosa di strano e, così facendo, assicurarsi la segretezza necessaria per mettere in atto il piano che Isacco aveva organizzato. Se Isacco non avesse dubitato della giustizia di ciò che aveva in mente di fare, non sarebbe mai ricorso a macchinazioni e gesti furtivi, ma avrebbe cercato di renderlo noto a tutti" (Whitelaw). Isacco stava organizzandosi con molta astuzia per conferire la benedizione a Esaù ma, come vedremo in seguito, cadde vittima della propria astuzia (cfr.) #1Co 3:19.

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:42 #2885

La dedizione nei confronti dell’ingannatore

Mentre Isacco tentava di sottrarre a Giacobbe la benedizione patriarcale, Rebecca fece l’opposto, ovvero si prodigò non poco affinché fosse Giacobbe a ottenerla. Rebecca, infatti, amava Giacobbe #Ge 25:28 e voleva che fosse lui a ricevere quella benedizione che effettivamente gli apparteneva. Sebbene l’amorevole dedizione di Rebecca per Giacobbe si manifestò nei malvagi intrighi da lei orditi in quest’occasione (nella stessa misura in cui l’opposizione di Isacco verso Giacobbe era evidente nelle sue macchinazioni segrete ai danni del figlio), la devozione di Rebecca ci ricorda che quando qualcuno si oppone alla nostra chiamata o alle benedizioni di Dio, Egli farà sorgere qualcuno che sposerà la nostra causa con molto ardore.

Nell’analizzare l’impegno di Rebecca affinché fosse Giacobbe a ottenere la benedizione patriarcale che Isacco voleva conferire a Esaù, prenderemo in considerazione la conversazione origliata da Rebecca, il suo piano e l’esitazione di Giacobbe.

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:42 #2886

La conversazione origliata da Rebecca

"Ora Rebecca stava ad ascoltare, mentre Isacco parlava ad Esaù suo figliuolo" #Ge 27:5. La parola ebraica tradotta con "stava ad ascoltare" indica che Rebecca "ascoltò per tutto il tempo in cui Isacco parlò, quindi udì tutto" (Leupold). Rebecca stava origliando e venne a sapere ogni particolare del piano di Isacco per conferire la benedizione a Esaù #Ge 27:6,7. Isacco aveva provato a nascondere il proprio peccato (dare la benedizione a Esaù invece che a Giacobbe), ma non vi riuscì.

Molto spesso accade che le persone tentino di nascondere astutamente i propri peccati, tramando e complottando per coprire la loro malvagità; presto o tardi, però, scopriranno che qualcuno aveva ascoltato o visto o preso nota del loro peccato. Isacco avrebbe dovuto sapere quanti problemi possono sorgere quando si copre il proprio peccato. Un altro suo peccato fu scoperto in precedenza a Gherar, dove Isacco si trasferì con la famiglia durante un periodo di carestia; mentre vi soggiornava, Isacco mentì riguardo a Rebecca, dicendo che fosse sua sorella e non sua moglie (in questo Abraamo gli aveva dato l’esempio, mentendo su Sara per ben due volte). Ma la bugia di Isacco fu scoperta quando "Abimelec, re dei Filistei, mentre guardava dalla finestra, vide Isacco che scherzava [accarezzava, si mostrava affettuoso] con Rebecca sua moglie" #Ge 26:8. Non poteva essere un comportamento da tenere nei confronti di una sorella, pertanto Abimelec capì che Isacco gli aveva mentito. "Sappiate che il vostro peccato vi ritroverà" #Nu 32:23 è l’assioma divino che gli uomini non sono mai riusciti a confutare o annullare.

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:43 #2887

Il piano di Rebecca

"Or dunque, figliuol mio, ubbidisci alla mia voce e fa’ quello ch’io ti comando. Va’ ora al gregge e prendimi due buoni capretti; e io ne farò una pietanza saporita per tuo padre, di quelle che gli piacciono. E tu la porterai a tuo padre, perché la mangi, e così ti benedica prima di morire’" #Ge 27:8-10. Il piano di Rebecca, al fine di ottenere la benedizione su Giacobbe, fu l’espressione concreta di un atteggiamento molto peccaminoso. Rebecca non era da meno di Isacco: il suo piano "era un potente attacco contro Dio sotto molti aspetti, ma principalmente per l’impazienza peccaminosa che mostrava e per il fatto di supporre scioccamente che i sovrani progetti di Dio avessero bisogno del sostegno, o dell’aiuto, umano sotto forma di astuzia femminile" (Whitelaw). Nell’insistenza con cui Rebecca chiedeva a Giacobbe di mettere in atto il suo piano d’astuzia per ottenere la benedizione riconosciamo alcuni modi in cui opera la tentazione. La supplica di Rebecca fu una grande tentazione per Giacobbe che, purtroppo, cedette per poi pentirsene per sempre. Nell’analizzare i dettagli del piano e gli insegnamenti sulla tentazione, prenderemo in considerazione l’ideatrice del piano, il peccato mascherato nell’ubbidienza, il bottino e la contaminazione.

L’ideatrice del piano. "E Rebecca parlò a Giacobbe suo figliuolo" #Ge 27:6. Questo piano malvagio fu proposto a Giacobbe dalla sua amatissima e rispettabile madre e per questo motivo gli fu molto difficile opporsi. La fonte della tentazione può conferire ancor più forza alla tentazione stessa: Rebecca fu di certo un’ideatrice inaspettata, autorevole e altruista e tutti questi tre aspetti messi insieme furono gli elementi di forza della tentazione di cui Giacobbe cadde vittima.

Primo, un’ideatrice inaspettata. La tentazione diventa molto efficace quando proviene da una fonte inattesa. Giacobbe non si aspettava di certo che la tentazione di compiere il male sarebbe provenuta da sua madre, ma così accadde e questo ci mette in guardia sul fatto che la tentazione può avere origine da chiunque. Quando Paolo disse: "Rivestitevi della completa armatura di Dio" #Ef 6:11, è proprio di questo che parlava: dobbiamo essere protetti da ogni lato se vogliamo sconfiggere il maligno.

Secondo, un’ideatrice autorevole. Rebecca era la madre di Giacobbe; il fatto che avesse ovviamente autorità sul figlio risulta evidente dal linguaggio da lei utilizzato: "Ubbidisci alla mia voce e fa’ quello ch’io ti comando![ … ]! Ubbidisci pure alla mia voce" #Ge 27:8,13. Alla tentazione piace presentarsi sotto forma di persona in autorità: il governo (che legalizza l’aborto e il gioco d’azzardo), gli istituti scolastici (che legittimano l’evoluzionismo) e gli esperti (la cui competenza è un elemento di grande autorevolezza quando suggeriscono come compiere il male). Ma per sconfiggere la tentazione dobbiamo prestare attenzione all’Autorità Suprema, cioè Dio, la cui Parola è il parere autorevole definitivo.

Terzo, un’ideatrice altruista. Quando Giacobbe obiettò sulla maledizione in cui avrebbe potuto incorrere se avesse messo in atto l’inganno propostogli da Rebecca, questa rispose dicendo: "Questa maledizione ricada su me" #Ge 27:13. Rebecca si mostrò molto altruista, dichiarandosi disposta a soffrire purché Giacobbe ottenesse qualcosa compiendo il male. La tentazione diventa molto difficile da respingere quando chi ci tenta si dice disposto a sacrificarsi al nostro posto. Ricordiamoci, però, che qualsiasi peccato compiamo ha un prezzo molto alto da pagare: ci costerà un sacrificio che non potremo permetterci di compiere. Se altri si sacrificano affinché noi compiamo il male, ciò non ci impedirà di certo di subire una grande perdita, ma ci incoraggerà a compiere il male.

Il peccato mascherato nell’ubbidienza. "Ubbidisci alla mia voce![ … ]! Ubbidisci pure alla mia voce" #Ge 27:8,13. Ubbidire al proprio genitore è cosa lodevole, perché è un comandamento divino. Il peccato di Giacobbe viene qui mascherato da Rebecca con la richiesta di ubbidire alle sue parole. In questo modo Giacobbe sarebbe sembrato giusto se avesse ingannato il padre, ma empio se avesse scelto di non farlo. Il peccato ama moltissimo vestire i panni della giustizia e portarci a credere che compiere il male è cosa buona, mentre compiere il bene è cosa cattiva. Al tempo del profeta Daniele i suoi nemici avevano approvato una legge che trasformava la preghiera a Dio in un crimine, mentre il non pregare Dio era un comportamento da bravi cittadini. Ai giorni nostri è consuetudine offrire da bere e considerarlo un atto di buona educazione, mentre rifiutare di bere qualcosa insieme agli altri è visto come un atto di maleducazione. Non facciamoci ingannare dagli astuti mascheramenti del maligno.

Il bottino dell’inganno. "E così [Isacco] ti benedica" #Ge 27:10. Qui si parla della benedizione patriarcale propria della primogenitura; è la benedizione più preziosa, quella che tutti dovrebbero ricercare. La tentazione spesso propone il migliore dei guadagni a colui che vi cede, il dividendo più goloso a colui che è disposto a investire in essa. Ma da quanto abbiamo notato nel capitolo precedente, nessuno deve o dovrebbe volgersi al male per ottenere un guadagno, indipendentemente dal valore di tale guadagno. La tentazione potrà anche presentarci un bottino legittimo come ricompensa, ma non ci proporrà mai un metodo legittimo per ottenerla. E come vedremo in seguito, servirsi di mezzi malvagi significa lasciarsi contaminare rapidamente, perché l’obiettivo della tentazione è sempre quello di portare l’uomo al peccato.

La contaminazione del piano. Il piano di Rebecca prevedeva che Giacobbe ingannasse Isacco sotto vari aspetti: nel modo di vestirsi #Ge 27:15, nella pietanza cucinata #Ge 27:17 e nel modo di parlare #Ge 27:19. Il piano di Rebecca era molto malvagio, perché incoraggiò il figlio a mentire in diversi modi al vecchio padre e sfruttare a proprio vantaggio la sua cagionevole condizione di salute. Se Giacobbe avesse fatto quanto Rebecca gli aveva detto (e così accadde), si sarebbe grandemente contaminato. La tentazione è simile al piano ideato da Rebecca in quanto entrambi contaminano colui che vi cede. Non importano le promesse fatte dalla tentazione o il modo in cui questa si traveste astutamente da buona causa da sposare: se vi cediamo, ne verremo contaminati.

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:43 #2888

L’esitazione di Giacobbe

"E Giacobbe disse a Rebecca sua madre: ‘Ecco, Esaù mio fratello è peloso, e io no. Può darsi che mio padre mi tasti; sarò allora da lui reputato un ingannatore, e mi trarrò addosso una maledizione, invece di una benedizione’" #Ge 27:11,12. Giacobbe fu l’unico dei quattro membri della sua famiglia ad avere qualche esitazione sul male che gli era stato proposto di compiere in questa occasione. Al contrario, Isacco ed Esaù non mostrarono di avere alcun ripensamento nel fare il male, né ne ebbe Rebecca sul suo malvagio piano. Giacobbe, però, capì che c’era un problema; purtroppo secondo lui il problema non stava nel fatto che fosse sbagliato compiere il male bensì nel fatto di essere colti in flagrante mentre lo si compie. Questa stessa preoccupazione, sentimento condiviso da molte persone, è spesso confusa da altri con la preoccupazione di considerare sbagliato il fatto di compiere il male. Se la gente pensa di essere colta in flagrante quando commette il male, allora potrà sembrare molto timorata di Dio quando resiste al peccato; ma se pensa di non essere colta in flagrante, il suo atteggiamento verso il significato di "compiere il male" muterà enormemente. Se non compiamo il male perché abbiamo paura di essere colti in flagrante, allora non abbiamo carattere e peccheremo non appena ci si presentano occasioni migliori per farlo. La gente di carattere si opporrà al peccato non perché teme di essere colta in flagrante, ma perché teme di compierlo
.
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3
Tempo generazione pagina: 0.37 secondi
Ristoroquotidiano.net - 2012
by Progettimultimediali.com