riverside01.jpgriverside4.jpgriverside13.jpgriverside8.jpgriverside2.jpgriverside11.jpgriverside5.jpgriverside3.jpgriverside7.jpgriverside12.jpgriverside6.jpgriverside9.jpgriverside0.jpgriverside1.jpgriverside02.jpg
Benvenuto, Ospite
Nome Utente Password: Ricordami
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3

ARGOMENTO: Giacobbe

Giacobbe 15/05/2012 18:08 #2865

La nascita

"Abrahamo generò Isacco; e Isacco era in età di quarant’anni quando prese per moglie Rebecca, figliuola di Bethuel, l’Arameo di Paddan-Aram, e sorella di Labano, l’Arameo. Isacco pregò con insistenza l’Eterno per sua moglie, perch’ella era sterile. L’Eterno l’esaudì, e Rebecca, sua moglie, concepì. E i bambini si urtavano nel suo seno; ed ella disse: ‘Se così è, perché vivo?’ E andò a consultare l’Eterno. E l’Eterno le disse: ‘Due nazioni sono nel tuo seno, e due popoli separati usciranno dalle tue viscere. Uno dei due popoli sarà più forte dell’altro, e il maggiore servirà il minore’. E quando venne per lei il tempo di partorire, ecco ch’ella aveva due gemelli nel seno. E il primo che uscì fuori era rosso, e tutto quanto come un mantello di pelo; e gli fu posto nome Esaù. Dopo uscì il suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esaù; e gli fu posto nome Giacobbe. Or Isacco era in età di sessant’anni quando Rebecca li partorì" #Ge 25:20-26

Il RACCONTO BIBLICO di Giacobbe inizia con la narrazione della nascita e di alcuni eventi correlati. La sua nascita e i problemi che si verificarono in precedenza nel grembo materno furono davvero insoliti: sebbene fossero gemelli, Giacobbe non assomigliava per niente al fratello Esaù nell’aspetto, tanto meno nel carattere, che era diametralmente opposto; anche a livello spirituale erano diversi nella percezione, negli interessi e nell’influenza nonché nel destino dell’anima: diversamente dal fratello gemello Esaù, Giacobbe aveva il segno di Dio sin dalla sua nascita, perché apparteneva a quella stirpe eletta da cui sarebbe disceso anche Gesù Cristo. Inoltre, i suoi figli furono i patriarchi delle dodici tribù d’Israele. Sebbene particolarmente benedetto in molti aspetti della vita, Giacobbe non visse un esistenza decorosa, ovvero propria di coloro che avevano ricevuto così tante benedizioni divine; spesso, anzi, la sua vita rifletté le malvagie trame e la connivenza del mondo, fatto evidente sin dalla sua nascita.

Nell’analizzare la nascita di Giacobbe e gli eventi correlati riportati nelle Scritture, prenderemo in considerazione le difficoltà prima della nascita #Ge 25:21,22, la profezia intorno alla nascita #Ge 25:23 e le informazioni sulla nascita #Ge 25:24-26.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:11 #2866

La sterilità del grembo di Rebecca

"Isacco pregò con insistenza l’Eterno per sua moglie, perch’ella era sterile" #Ge 25:21. A motivo della sua sterilità, Rebecca rimase senza figli per vent’anni prima che Giacobbe nascesse (cfr.) #Ge 25:20 con #Ge 25:26. Nell’analizzare il problema della sterilità di Rebecca, prenderemo in considerazione la sofferenza, la preghiera e il bene tratto dal problema.

La sofferenza causata dal problema. Isacco e Rebecca volevano avere dei figli; il loro era un desiderio davvero nobile, considerando i moderni centri per l’aborto e il movimento femminista. La sterilità di Rebecca fu quindi motivo di sofferenza per entrambi e questo è evidente nello scherno subìto a motivo della sterilità e nella prova derivante dalla sterilità.

Primo, lo scherno subìto a motivo della sterilità. A quei tempi la sterilità faceva ricadere sulla coppia, specialmente per la donna, un’enorme vergogna. A tutt’oggi questa dolorosa vergogna non viene ovviamente apprezzata, dato che per molte persone i figli sono più un peso che una benedizione, più un problema che un privilegio. L’aborto e il movimento femminista non biasimano di certo una donna senza figli; piuttosto, scoraggiano ad avere figli. Ai tempi di Isacco e Rebecca, però, la sterilità era vissuta come un’esperienza dolorosa per la donna che, proprio per questo motivo, era spesso vittima di crudeli atti di scherno da parte della gente; molte persone credevano infatti che la donna sterile fosse stata maledetta da Dio, che avesse commesso qualche peccato molto grave e che la sua sterilità fosse la punizione del suo peccato. Una donna ebrea soffriva ancor di più in quanto la sterilità l’avrebbe esclusa dal dare alla luce il Messia promesso. La sterilità, quindi, non era un problema insignificante, bensì enorme; ecco perché il testo riporta che Isacco fu spinto a pregare.

Secondo, la prova derivante dalla sterilità. Un’altra esperienza dolorosa riguardo alla sterilità di Rebecca fu il fatto che questa rappresentasse una prova impegnativa per la sua fede e per quella di Isacco. Dio aveva promesso a Isacco che la progenie promessa (Cristo, il Messia) sarebbe nata da lui #Ge 21:12, ma la sterilità ostacolava l’adempimento di tale promessa nonché la fede riposta in essa. Inoltre, la sterilità vanificava la nobile condotta ispirata dalla fede tenuta da Rebecca nel diventare moglie di Isacco: per fede Rebecca aveva lasciato la città di Nahor in Mesopotamia #Ge 24:10, nonché la propria casa e i suoi famigliari, che non avrebbe mai più rivisto, per andare a Canaan e diventare moglie di Isacco. Ma la sterilità vanificò la sua obbedienza alla chiamata divina.

Spesso la fede viene messa alla prova dalla mancanza di risultati. "Sebbene l’adempimento della promessa di Dio sia sempre sicuro, spesso è lento. E sembra essere ostacolato e contraddetto dalla stessa provvidenza" (Henry). La verità è spesso priva di molte più conversioni rispetto alla menzogna; ecco perché le sette spesso fanno più proseliti delle chiese che fondano i propri insegnamenti sulla Bibbia e che rimangono con pochi credenti. Le campagne evangelistiche dove partecipano gli apostati e vengono utilizzati mezzi mondani vedono la conversione di migliaia di persone, mentre coloro che proclamano l’Evangelo di Cristo secondo la Parola di Dio sembrano spesso avere poco successo. Le aziende che operano con disonestà vantano un gran numero di vendite, mentre l’azienda gestita con onestà ne registra poche. Le promozioni in ambito lavorativo vengono date a chi si comporta in modo disonesto e corrotto, mentre i giusti continuano a svolgere mansioni umili. Ismaele, fratellastro di Isacco, ebbe molti figli prima che Isacco ne avesse almeno uno, mentre tra i discendenti del malvagio Esaù, uomo mondano, vi furono molti re prima che ce ne fossero tra i discendenti di Giacobbe, l’uomo scelto da Dio #Ge 36:31. Tutte queste situazioni mettono alla prova la nostra fede, che però può crescere soltanto in questo modo; proprio come c’è bisogno di tanto esercizio fisico per mantenere forti i nostri muscoli, così la nostra fede dev’essere messa alla prova dalle difficoltà della vita affinché cresca e si fortifichi.

Rebecca non era l’unica donna degna di nota nelle Scritture a trovarsi nella prova per la propria sterilità. Altre donne altrettanto note nella Bibbia hanno vissuto la sua stessa esperienza, basta pensare alla madre di Isacco o a quella di Giuseppe, di Sansone, di Samuele e di Giovanni il Battista. Tutte queste donne furono messe alla prova e dovettero attraversare un lungo periodo di sterilità prima che questi uomini importanti d’Israele venissero alla luce. Ma è sempre meglio aspettare a lungo e ricevere una benedizione particolare, piuttosto che essere solleciti e non ottenere granché.

La preghiera per il problema. "Isacco pregò con insistenza l’Eterno per sua moglie, perch’ella era sterile" #Ge 25:21. La sterilità di Rebecca spinse Isacco a pregare. Per trarre alcuni utili insegnamenti da tale preghiera, prenderemo in considerazione il comportamento di Isacco, la direzione della preghiera, lo zelo e la benedizione ricevuta.

Primo, il comportamento di Isacco. La reazione di Isacco al problema della sterilità di sua moglie fu quella di mettersi in preghiera, comportamento di gran lunga migliore rispetto a quello di suo padre Abraamo, il quale, di fronte alla sterilità di Sara, ebbe una relazione non benedetta con Agar, che gli diede un figlio. Abraamo avrebbe dovuto pregare, perché è proprio la preghiera che favorisce un buon comportamento. Quando ci troviamo davanti a prove e difficoltà, la preghiera deve avere maggior spazio nella nostra vita; troppo spesso ricorriamo a soluzioni mondane, come la relazione tra Abraamo e Agar, mentre dovremmo inginocchiarci e pregare. In molte chiese moderne, la sana preghiera è stata sostituita dalle promozioni. Gli antichi erano soliti pregare con serietà e sincerità, mentre oggi (GENERALMENTE PARLANDO) ci si preoccupa di trovare iniziative promozionali mondane. Ecco perché la carnalità è sempre più accentuata fra i credenti. Se vogliamo una chiesa più santa, dobbiamo porre maggior enfasi sulla preghiera, non sulle promozioni.

Secondo, la direzione della preghiera di Isacco. "Isacco pregò con insistenza l’Eterno" #Ge 25:21. Isacco pregò l’Eterno Iddio ed è proprio questa la direzione in cui devono andare le nostre preghiere. Poiché "i figliuoli sono un’eredità che viene dall’Eterno" #Sl 127:3, è assolutamente sensato rivolgersi al Signore se si vuole avere dei figli. Tuttavia, sono rare le volte in cui gli uomini cercano Dio quando ne hanno bisogno; pare che dilaghi la tendenza a parlare dei nostri problemi e delle nostre necessità con chiunque tranne che con Dio, ma "nel pieno della perplessità non è saggio né opportuno preoccuparsi troppo di raccontare ad altri i nostri problemi. Troveremo saggezza e conforto soltanto quando ne parleremo con il Signore in persona" (Thomas).

Terzo, lo zelo nella preghiera di Isacco. Isacco fu molto zelante nel pregare per la sterilità di Rebecca. Questo suo zelo è evidente sia nel tempo dedicato alla preghiera, sia nella parola utilizzata per descrivere la sua preghiera.

Il tempo che Isacco dedicò alla preghiera affinché la sterilità di Rebecca terminasse fu di molti anni. Rebecca si sposò con Isacco quando questi aveva quarant’anni #Ge 25:20 e Giacobbe ed Esaù nacquero quando Isacco ne ebbe sessanta #Ge 25:26; pertanto Rebecca rimase sterile per circa diciannove anni prima di concepire. Isacco, ovviamente, non pregò per diciannove anni interi, ma sicuramente avrà pregato per molti anni o per un tempo abbastanza lungo per dire di essere stato molto zelante nella preghiera.

Lo zelo nella preghiera viene spesso misurato con la costanza con cui preghiamo per un bisogno o un problema. Le Scritture dicono che gli uomini "dovevano del continuo pregare e non stancarsi" #Lu 18:1. Ma la maggior parte di noi si stanca molto prima di pregare a lungo per qualcosa; ci stanchiamo presto e smettiamo subito di pregare per i nostri bisogni e i nostri problemi. Questo è segno di scarso zelo nella preghiera. Se invece vogliamo ottenere buoni risultati nella preghiera, dobbiamo impegnarci a pregare, perché magari ci vorranno molti anni di preghiera prima che Dio esaudisca le nostre richieste.

La parola utilizzata nelle Scritture per descrivere la preghiera di Isacco è "istantemente" #Ge 25:21 "Molti ritengono che la parola ["istantemente"] qui utilizzata per la preghiera significhi frequente e ripetuta" (F. C. Cook). Secondo il lessico ebraico di Brown-Driver-Briggs, il significato del termine originale indica "massacro per sacrificio," espressione che suggerisce che Isacco offrì sacrifici quando era in preghiera. Il termine trae origine dalla radice che ha in sé il significato di bruciare incenso (Wilson, Strong). Nella Bibbia bruciare l’incenso viene spesso associato alle preghiere, in quanto il fumo dell’incenso bruciato rappresenta le nostre preghiere che salgono in cielo. Anche l’aspetto del bruciare riflette la passione messa nel pregare, pertanto il termine utilizzato in questo versetto per descrivere la preghiera di Isacco indica che non si trattava di una preghiera innalzata per caso, bensì che Isacco fu zelante nel pregare, atteggiamento che dovremmo tenere tutti noi quando preghiamo.

Quarto, la benedizione ricevuta. "L’Eterno l’esaudì, e Rebecca, sua moglie, concepì" #Ge 25:21. Pregare ripaga sempre e ciò che si ottiene con la preghiera è di grande valore. La preghiera fatta con zelo, infatti, cambia le cose e la preghiera di Isacco fece in modo che la sterilità di Rebecca terminasse. E va notato che non rimase incinta di un solo figlio, ma di due, a dimostrazione delle abbondanti benedizioni di Dio, il quale spesso opera "infinitamente al di là di quel che domandiamo o pensiamo" #Ef 3:20. In vista delle benedizioni della preghiera dovremmo essere incoraggiati a pregare molto di più di quanto facciamo, eppure sembriamo preferire altre attività che non portano alcuna benedizione di valore.

Il bene tratto dal problema. La sterilità del grembo di Rebecca non fu affatto una prova improduttiva, bensì proficua in quanto offre alcuni preziosi insegnamenti. Ne prenderemo in considerazione tre: la preghiera dell’uomo, la potenza di Dio e il premio della benedizione.

Primo, la preghiera dell’uomo. La sterilità di Rebecca spinse Isacco a pregare, come abbiamo visto poco prima. A volte Dio deve creare una difficoltà nella nostra vita per costringerci a pregare. Le Scritture ci esortano a pregare, ma quando non lo facciamo, Dio spesso opera attraverso le prove per costringerci a farlo. Le preghiere sentite vengono innalzate quando si è nella difficoltà, non nell’agiatezza. Accade infatti troppo spesso che l’agiatezza ci spinga a pregare meno, mentre la difficoltà agisce spesso in modo contrario. E se è proprio quest’ultima a spingerci a pregare, alla fine si trasformerà in una benedizione maggiore piuttosto che in un pesante fardello. Le difficoltà possono essere d’aiuto in qualsiasi aspetto della nostra vita spirituale. In precedenza avevamo notato che la sterilità di Rebecca aveva rappresentato l’occasione per rafforzare la fede di questa donna insieme a quella di suo marito; ora notiamo che la sterilità di Rebecca ha rappresentato anche un’occasione per rafforzare la vita di preghiera di Isacco.

Secondo, la potenza di Dio. Questa sterilità fu l’occasione per mostrare la gloriosa potenza di Dio, che si manifesta al meglio nella debolezza e nell’incapacità umana. In questo caso particolare, Dio mostrò nuovamente (come fece per la nascita di Isacco) che la venuta di Cristo nel mondo (tramite la discendenza di Giacobbe, come lo era stato tramite Isacco) non era dovuta a mezzi naturali, bensì soprannaturali; non quindi per capacità umane, ma per la potenza di Dio. La venuta di Cristo per la potenza di Dio è indissolubilmente legata alla nostra salvezza; è opera assoluta della potenza e della grazia di Dio, non delle opere umane. Pertanto, poiché è associata alla venuta di Cristo, la sterilità di Rebecca offre un altro ammaestramento scritturale: la salvezza non è dall’uomo, ma da Dio "perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empî" #Ro 5:6.

Terzo, il premio della benedizione. La lunga attesa di un figlio consentì a Isacco e Rebecca di apprezzare meglio la benedizione di un figlio. Dio non vuole che trattiamo le Sue benedizioni con superficialità, ma che le abbiamo in grande stima. Ecco perché per un certo periodo, o finché non dimostriamo di saperle apprezzare doverosamente, non riceviamo alcuna benedizione. Infatti, non si dà una banconota da 100 dollari in mano a un bambino piccolo perché non ne conosce il valore e, di conseguenza, non ne farebbe buon uso (forse finirebbe per metterla in bocca e rovinarla); prima di dargli la banconota bisogna aspettare che sia cresciuto in modo da conoscerne almeno il valore. Lo stesso discorso vale per le benedizioni di Dio, che ci daranno tanta gioia. Se Dio ci desse certe benedizioni prima che noi le possiamo apprezzare, le perderemmo per poi pentircene amaramente. Pertanto, qualsiasi prova che ci consente di avere in grande stima le benedizioni ricevute è una prova dalla quale abbiamo tratto grandi benefici.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:13 #2867

La battaglia presente nel grembo di Rebecca

Sebbene la sterilità di Rebecca fosse terminata con la sua gravidanza, sorse un altro problema legato alla nascita di Giacobbe: una grande agitazione (una battaglia) era in corso nel grembo di Rebecca. "E i bambini si urtavano nel suo seno" #Ge 25:22. Nell’analizzare questa battaglia, ne prenderemo in considerazione i particolari, la descrizione, la perplessità e la preghiera di Rebecca.

I particolari della battaglia. L’espressione "si urtavano" traduce la parola ebraica che, secondo Thomas Whitelaw nel The Pulpit Commentary, "esprime un violento turbamento interno, come se i bambini non ancora nati si stessero colpendo a vicenda nel suo grembo." Wilson definisce il termine con i verbi "fare a pezzi, opprimere, colpirsi a vicenda," mentre Brown afferma che "I bambini si schiacciavano (si spingevano, si colpivano) uno contro l’altro nel suo grembo." Alcuni studiosi della Bibbia e alcune traduzioni (inglesi, N. d. T.) dei testi biblici utilizzano il termine "jostled" (si urtavano) piuttosto che "struggled" (lottavano), ma se fosse stato così difficilmente Rebecca sarebbe stata colta da un turbamento tale da rivolgersi urgentemente a Dio per capire cosa stesse succedendo nel suo grembo e cosa significasse. Non si trattò di un’agitazione irrilevante, bensì di una seria battaglia. Il male non esita a combattere la causa di Cristo (rappresentata da Giacobbe), ma con prontezza inizia la sua battaglia. E con altrettanta prontezza dovremmo contrastarlo.

La descrizione della battaglia. Questa lotta tra Giacobbe ed Esaù nel grembo della loro madre è una vivida immagine delle tante lotte che avvengono nel nostro mondo. Simboleggia il conflitto continuo tra Giacobbe ed Esaù, che non caratterizzò soltanto la loro vita, ma anche quella dei loro discendenti nel corso dei secoli; questo conflitto è ancora oggi la causa di tante lotte nel Medioriente. Simboleggia inoltre la lotta tra il serpente e il seme della donna, l’opposizione del diavolo contro il popolo e l’opera di Dio, il conflitto tra le due nature dei credenti, la grande lotta tra il bene e il male, tra Dio e Satana, una lotta, quest’ultima, che oltrepassa ogni guerra, crimine o sanguinosa violenza che caratterizza il mondo moderno. Tra il peccato e la giustizia c’è continua battaglia, ben illustrata nell’agitazione che si verificò nel grembo di Rebecca.
Secondo, la persona a cui rivolgere la preghiera. Come nel caso di Isacco, anche Rebecca rivolse le sue preghiere a Dio, e non a qualche idolo pagano. Rebecca si rivolse a Colui che aveva messo fine alla sua sterilità, la persona giusta a cui innalzare le proprie preghiere. Dio è il migliore aiuto quando ci troviamo in difficoltà. Non è necessariamente sbagliato cercare aiuto da altre fonti legittime, ma è una vera follia dimenticarsi della più grande fonte d’aiuto.

Terzo, il risultato della sua preghiera. "E l’Eterno le disse" #Ge 25:23. Nel prossimo paragrafo principale di questo studio, tratteremo in profondità le parole di Dio rivolte a Rebecca; qui prendiamo semplicemente in considerazione il fatto che Dio risponde alla preghiera della donna, dandole rivelazione riguardo al suo problema. Da questa parte del versetto traiamo quindi un ammaestramento importante: la preghiera illumina colui che prega. La diffusa ignoranza spirituale è dovuta alla scarsa dedizione alla preghiera e non alla mancanza di istruzione. Alcuni lamentano il fatto di non aver potuto frequentare una scuola di stampo cristiano, giustificando così la loro ignoranza spirituale in quell’aspetto. Tuttavia si tratta di una scusa deplorevole, perché colui che prega veramente sarà anche colui che Dio riempie di tanta conoscenza spirituale. Con questo non vogliamo disprezzare il frequentare una scuola cristiana, bensì incoraggiare i giovani a frequentarne una valida. Ci teniamo comunque a sottolineare in questo caso che una vita senza preghiera può promuovere l’ignoranza nelle questioni spirituali, indipendentemente dall’istruzione scolastica che abbiamo ricevuto, e che tramite una preghiera fatta con fede possiamo ricevere molta conoscenza spirituale, a prescindere dalla nostra scarsa formazione. Non abbiamo bisogno di rimanere ignoranti tutta la vita quando invece possiamo pregare. Molte perplessità della vita saranno risolte grazie a una santa preghiera di supplica rivolta all’Onnipotente.

La perplessità in merito alla battaglia. "Se così è, perché vivo?" #Ge 25:22. Rebecca sperimentò quello che molti credenti sperimentano spesso, ovvero la perplessità di fronte alle difficoltà della vita. Rebecca non capì il motivo di quell’agitazione nel suo grembo e provò sconcerto davanti a una benedizione che in apparenza sembrava una maledizione. Molte preghiere erano salite a Dio per mettere fine alla sua sterilità e Dio aveva risposto magnificamente, benedicendo Rebecca con un concepimento. Ma grandi problemi avrebbero ora accompagnato questa benedizione, facendo rimanere Rebecca turbata.

Non è raro che le benedizioni divine siano accompagnate da grandi difficoltà. Sebbene sorgano alcune perplessità nel nostro cuore, Dio ha ovviamente le Sue buone ragioni per agire in questo modo. Prendiamo in considerazione due motivi significativi e scritturali riguardo al perché le difficoltà sono solite accompagnare le benedizioni: l’inibizione dell’orgoglio e l’aumento della benedizione.

Primo, l’inibizione dell’orgoglio. "Le grandi benedizioni sono spesso accompagnate da grandi difficoltà per evitare che le anime investite dalla grazia si adagino sui doni ricevuti e dimentichino il Donatore" (Whitelaw). L’apostolo Paolo affrontò questo problema quando stava scrivendo l’epistola ai Corinzi; aveva ricevuto grandi benedizioni con le rivelazioni del Signore #2Co 12:1-6, ma in seguito aggiunse: "E perché io non avessi ad insuperbire a motivo della eccellenza delle rivelazioni, m’è stata messa una scheggia nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi onde io non insuperbisca" #2Co 12:7. Quando Dio ci benedice abbiamo la tendenza a inorgoglirci, ma le difficoltà hanno il grande potere di umiliarci.

Secondo, l’aumento della benedizione. Come noteremo in seguito nelle Scritture, l’agitazione presente nel grembo di Rebecca fece in modo che questa donna ricevesse una profezia divina riguardo a Giacobbe ed Esaù #Ge 25:23. Ogni volta che veniamo illuminati dalla Parola di Dio, riceviamo una grande benedizione: quella di Rebecca è l’esempio di come le nostre difficoltà, al momento della benedizione, rappresentano il mezzo per ottenere ulteriori benedizioni. Possa questa verità incoraggiarci nel momento in cui le benedizioni ricevute sono accompagnate da problemi che fanno sorgere in noi qualche perplessità.

La preghiera di Rebecca. "Se così è, perché vivo? E andò a consultare l’Eterno" #Ge 25:22. Davanti alle difficoltà Rebecca trovò un ottimo esempio di comportamento nel marito Isacco. Isacco aveva portato davanti al Signore il problema della sterilità della moglie e ora era Rebecca a presentare a Dio l’agitazione creatasi nel suo grembo. La preghiera di Rebecca offre molti insegnamenti, dei quali prenderemo in considerazione la prontezza, la persona e il risultato della sua preghiera.

Primo, la prontezza della sua preghiera. Dal versetto preso in esame capiamo che quando i figli lottavano nel suo grembo, Rebecca si mise prontamente a pregare il Signore. Non esitò, come fanno molte persone, perché se l’avesse fatto avrebbe prolungato la sua angoscia e il suo sconcerto si sarebbe accresciuto, come dice il cantico "What a Friend we Have in Jesus" (Quale amico abbiamo in Gesù): "Qual pace cui spesso rinunciamo, qual sofferenza patiamo inutilmente, tutto perché non portiamo, ogni cosa a Dio in preghiera." Più a lungo tentenniamo nel metterci a pregare, più a lungo rimarremo nella difficoltà.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:13 #2868

L’incoraggiamento dato dalla profezia

"E l’Eterno le disse: ‘Due nazioni sono nel tuo seno, e due popoli separati usciranno dalle tue viscere" #Ge 25:23. In questa prima parte della profezia divina sulla situazione creatasi nel grembo di Rebecca troviamo tre tipi di incoraggiamento: l’annuncio della nascita, il numero dei figli e le nazioni, che ci ricordano una delle grandi benedizioni della preghiera, ovvero quello di ricevere incoraggiamento quando si prega. Una vita priva di preghiera, invece, favorisce lo scoraggiamento.

L’annuncio della nascita. La profezia dichiarava che Rebecca avrebbe dato alla luce il frutto del suo grembo e questo fu di grande incoraggiamento per la donna, perché l’agitazione che vi si era creata l’aveva fatta preoccupare non poco sul buon esito del parto. Qualsiasi donna che abbia fatto l’esperienza di una gravidanza comprende la grande preoccupazione di Rebecca. Tuttavia, i suoi timori sul fatto di riuscire a portare a termine o meno la gravidanza o sulla sua salute fisica furono messi a tacere dall’incoraggiante dichiarazione di Dio secondo la quale Rebecca avrebbe partorito.

Il numero dei figli. La profezia divina informò Rebecca anche sul fatto che avrebbe partorito due gemelli e questo fu di incoraggiamento perché a quel tempo si desiderava avere tanti figli. Il Salmista affermò infatti: "Quali le frecce in man d’un prode, tali sono i figliuoli della giovinezza. Beati coloro che ne hanno il turcasso pieno!" #Sl 127:4,5. I sostenitori dell’aborto, i governi odierni, la paternità/maternità pianificata (nella società americana è l’insieme delle organizzazioni nazionali che formano una rete di cliniche abortive, a cui è affiliata l’Unione Italiana dei Centri di Educazione Matrimoniale e Prematrimoniale, N. d. T.) e altre istituzioni, organizzazioni e movimenti con scopi simili dovrebbero trarre insegnamento da questa verità. Fare figli dovrebbe essere ovviamente un atto di responsabilità, ma l’abitudine diffusa dei giorni nostri riguardo ai figli non corrisponde al comportamento indicato dalle Scritture.

Le nazioni. La profezia divina dichiarò infine che i due figli nati da Rebecca avrebbero dato vita a due nazioni e anche questo fu di grande incoraggiamento perché significava dichiarare che Rebecca non solo avrebbe partorito, ma che i suoi due figli avrebbero vissuto e avuto a loro volta dei figli. Rebecca avrebbe quindi avuto dei nipoti, poiché non era possibile l’esistenza di una nazione scaturita dalla sua discendenza se quest’ultima non fosse vissuta per procreare. I genitori sono sempre preoccupati per la vita dei propri figli, ma sapere che questi vivranno e avranno a loro volta dei figli è una notizia che rallegra qualsiasi genitore.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:14 #2869

L’illuminazione data dalla profezia

La dichiarazione profetica che Dio diede a Rebecca conteneva alcune informazioni illuminanti sui due figli che le sarebbero nati. Queste informazioni riguardano la loro separazione, la loro forza e il loro stato.

La loro separazione. "due popoli separati usciranno dalle tue viscere" #Ge 25:23. Questa separazione vuole indicare l’ostilità che avrebbe prevalso tra i due bambini e le rispettive discendenze. Sebbene sembri riferirsi primariamente al parto, l’aggettivo "separati" richiama soprattutto l’ostilità tra i due bambini e non tanto la loro separazione alla nascita. Keil traduce il versetto in questo modo: "uscendo dal grembo, verranno separati," mentre Whitelaw afferma che la separazione si riferisce al fatto che "saranno separati l’uno dall’altro e divisi uno contro l’altro." L’espressione inglese "two manner of people" ("due popoli separati") suggerisce tale concetto, mentre non fa lo stesso il termine "separazione." La storia dei due bambini e delle rispettive discendenze è prova evidente dell’ostilità che prevalse all’epoca e che continua ancora oggi.

La loro forza. "Uno dei due popoli sarà più forte dell’altro" #Ge 25:23. A livello politico i discendenti di Giacobbe e di Esaù non ebbero la stessa forza. La dominazione della nazione di Israele (i discendenti di Giacobbe) sugli Edomiti (i discendenti di Esaù) fu evidente soprattutto ai tempi di Davide #2Sa 8:14 e di re Uzzia (Amatsia), come riportato in #2Cr 25:11,12. Questa profezia troverà il suo completo compimento quando Gesù Cristo tornerà per essere re di Israele e governare da Gerusalemme durante il Millennio.

Il loro stato. "e il maggiore servirà il minore" #Ge 25:23. La profezia divina dichiarò infine che in questo caso non si sarebbe verificata una consuetudine diffusa tra gli uomini, ovvero dare maggior onore al primogenito tra i figli. Come vedremo in seguito nel nostro studio, sebbene fosse nato dopo Esaù, Giacobbe fu colui che ricevette il diritto di primogenitura e con esso il grande onore, se non il più importante, di fare parte della discendenza da cui sarebbe nato Gesù Cristo. Questo capovolgimento nello stato di cose ci ricorda che Dio non sempre onora nello stesso modo degli uomini e questa verità fu evidente in particolar modo nel momento in cui Davide venne unto re da Samuele. Dio disse infatti a Samuele: "l’Eterno non guarda a quello a cui guarda l’uomo: l’uomo riguarda all’apparenza, ma l’Eterno riguarda al cuore" #1Sa 16:7. Dobbiamo quindi giudicare come Dio giudica e onorare ciò che Dio onora, dimenticandoci dei criteri di valutazione del mondo.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:15 #2870

La ribellione nei confronti della profezia

La profezia dichiarò chiaramente che Giacobbe si sarebbe trovato in una posizione privilegiata all’interno della famiglia, ovvero avrebbe ottenuto il diritto di primogenitura. Eppure, molti anni dopo, quando decise di conferire formalmente a uno dei figli il diritto di primogenitura tramite la benedizione patriarcale, Isacco ignorò il decreto di Dio riguardo alla posizione di Giacobbe e provò di nascosto a donare la benedizione più importante a Esaù. Questa ribellione nei confronti della profezia divina sul fatto che Giacobbe avrebbe dovuto ricevere la benedizione del diritto di primogenitura fu causa di un grande problema in quella famiglia, come vedremo in seguito. Ogni volta che ignoriamo i decreti di Dio provochiamo grossi guai. Isacco sapeva bene a chi apparteneva la benedizione del diritto di primogenitura e lo dichiarò in un’altra occasione #Ge 27:33, pertanto, quando tentò di dare la benedizione a Esaù, Isacco fu semplicemente ribelle nei confronti della profezia divina su chi dovesse ricevere il diritto di primogenitura tra i due fratelli.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:15 #2871

Le informazioni sulla nascita

La nascita di Giacobbe ed Esaù fu un grande evento per la famiglia di Isacco e Rebecca, specialmente dopo vent’anni passati in attesa di un figlio. Quando arrivò il momento del parto, ci fu grande fermento tra la servitù di famiglia e in chiunque fosse coinvolto in questo evento. Ma la nascita di questi gemelli aveva un significato ancor più importante per la storia del mondo e l’opera di Dio di quanto avrebbe potuto immaginare chiunque fosse stato presente al parto in quel giorno. Nell’analizzare il testo #Ge 25:24-26, prenderemo in considerazione tre informazioni sulla nascita: la conferma della profezia, l’assegnazione dei nomi e l’età del padre.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:16 #2872

La conferma della profezia

"E quando venne per lei il tempo di partorire, ecco ch’ella aveva due gemelli nel seno" #Ge 25:24. La promessa che Dio aveva fatto a Rebecca iniziava a compiersi. Quando Rebecca provò quella grande agitazione nel grembo mentre era incinta, Dio l’aveva informata che avrebbe partorito. E Dio mantenne la Sua promessa. Inoltre, la promessa di Dio toccava anche altri aspetti dei due bambini che Rebecca portava in grembo e il suo compimento con la loro nascita confermò che anche le altre promesse sarebbero state mantenute. Rebecca imparò che Dio manteneva fede alle promesse fatte e così accade ancora oggi. Le Sue promesse di benedizione, nonché quelle di giudizio, troveranno il loro compimento, perché ciò che Dio dice quello accadrà. Coloro che persistono nel disprezzare la Parola di Dio e nel mettere in dubbio la sua attendibilità e credibilità impareranno a proprie spese che si sbagliano.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:17 #2873

L’assegnazione dei nomi

I nomi assegnati ai due bambini partoriti da Rebecca avevano a che fare con alcune caratteristiche anomale legate alla loro nascita. I nomi Esaù e Giacobbe in quanto tali non avevano alcun significato importante o divino. Isacco e Rebecca non scelsero dei bei nomi da dare ai loro figli perché, come vedremo analizzandoli, questi nomi non avevano un significato importante. Ecco perché non dobbiamo sorprenderci se in seguito Dio decise di cambiare il nome di Giacobbe in Israele; sarebbe bello se lo cambiasse a tanti bambini di oggi, ai quali i genitori hanno messo nomi insignificanti, una sorta di maledizione e un fardello pesante da portare per tutta la vita. Quando diamo ai nostri figli qualcosa che dovranno portare per sempre, facciamo in modo che sia maestoso, dignitoso, pieno di significato e piacevole.

Il nome Esaù. "E il primo che uscì fuori era rosso, e tutto quanto come un mantello di pelo; e gli fu posto nome Esaù" #Ge 25:25. Alla nascita di Esaù la caratteristica anomala risiedeva proprio nel suo aspetto e per due motivi: il colore e i peli.

Primo, il suo colore. Alla nascita Esaù era eccezionalmente rosso. Possiamo intendere il versetto in due modi: che la sua pelle fosse rossa oppure che il colore rosso era la caratteristica dei suoi capelli (un color rosso-bruno, simile alle persone dai capelli rossi di oggi). In seguito, Esaù fu chiamato Edom #Ge 25:30, che significa proprio "rosso," per aver desiderato la minestra preparata da Giacobbe. La minestra era infatti di color rosso ed Esaù fu chiamato così. Il colore rosso è quindi associato soprattutto a Esaù, i cui discendenti divennero noti come gli Edomiti. Questo nome, come quello di Esaù, non ha alcun significato importante, ma si riferisce semplicemente a un colore.

Secondo, i suoi peli. Diversamente dalla maggior parte dei bambini, che nasce con pochi peli, fatta eccezione per i capelli in testa (e, anche in quei casi, non molti bambini presentano alla nascita molti capelli sulla testa), Esaù era ricoperto di peli; ecco perché Isacco e Rebecca lo chiamarono così. Il nome significa "peloso." L’aspetto insolito di Esaù alla nascita indica che Giacobbe ed Esaù non erano gemelli identici fisicamente (questo fatto sarà evidente in) Genesi 27. In seguito le Scritture rivelano più volte che i due fratelli non erano uguali nemmeno nel carattere e nella natura. Come abbiamo notato nell’introduzione a questo capitolo, sebbene Giacobbe ed Esaù fossero gemelli, avevano pochissimi punti in comune.

Il nome Giacobbe. "Dopo uscì il suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esaù; e gli fu posto nome Giacobbe" #Ge 25:26. Alla nascita le caratteristiche anomale di Giacobbe riguardavano la presa della sua mano e la rapidità del parto.

Primo, la presa della sua mano. Quando nacque, una delle manine di Giacobbe teneva stretto un calcagno di Esaù. Questa presa era iniziata già nel grembo di Rebecca, poco prima della nascita dei due bambini. Il versetto "Nel seno materno egli prese il fratello per il calcagno" #Os 12:4 sta a indicare che, dopo la rottura del sacco amniotico nel grembo di Rebecca, poco prima che questa partorisse, una delle manine di Giacobbe aveva iniziato ad afferrare uno dei calcagni di Esaù. Questa presa fu un atto profetico per la vita di Giacobbe ed ebbe anche come conseguenza il fatto che il bambino fu chiamato con questo nome, che significa proprio "afferratore di calcagni." L’immagine suggerita dal nome è quella di uno che afferra il calcagno dell’altro per farlo inciampare e può essere riassunta perfettamente con il termine "soppiantatore." Infatti, quando perse l’occasione di essere benedetto dal padre Isacco, Esaù utilizzò la parola "soppiantato" per descrivere il comportamento del fratello Giacobbe; lamentandosi disperato e a voce alta e struggendosi per essere stato escluso dalla benedizione, Esaù disse a suo padre: "Non è forse a ragione ch’egli è stato chiamato Giacobbe? M’ha già soppiantato" #Ge 27:36. La natura di "soppiantatore" è la caratteristica principale della condotta che Giacobbe tenne per tutta la sua vita e che contaminò non poco il suo carattere.

Secondo, la rapidità del parto. La seconda caratteristica anomala di Giacobbe è il fatto che nacque subito dopo suo fratello Esaù. Chi è scettico nei riguardi della Bibbia afferma che la sua nascita non poté avvenire in modo così ravvicinato a quella di Esaù. Molti ritengono che normalmente debba trascorrere un’ora circa tra la nascita dei gemelli, ma è anche possibile che i gemelli nascano anche a distanza ravvicinata: mia figlia, ad esempio, ha dato alla luce i gemelli a soli otto minuti l’uno dall’altro. Alcuni avanzeranno ovviamente l’ipotesi che la medicina odierna, con i suoi enormi progressi, sia responsabile di aver cambiato le modalità del parto. Anche Dio, però, è capace di velocizzare il parto proprio come fanno i medici di oggi! La rapidità della nascita di Giacobbe fu necessaria perché la gente potesse vedere con i propri occhi cos’era successo nel grembo di Rebecca: Giacobbe aveva afferrato il calcagno di Esaù, atto per di più profetico sulla vita di Giacobbe. Tutto questo dimostra come Dio controlla gli eventi per proclamare la verità che Egli vuole che sia proclamata.

La rapida nascita di Giacobbe indica che Rebecca affrontò indubbiamente una prova traumatica nel dare alla luce i suoi gemelli. Il dolore durante il parto normale è già di per sé intenso, ma lo fu ancor di più per lei dando alla luce due gemelli praticamente nello stesso momento. Giacobbe ed Esaù furono gli unici figli che Rebecca diede alla luce; e si può subito capire se, dopo questa difficile prova di un parto gemellare con nascite ravvicinate, Rebecca non volle altri figli.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333

Re: Giacobbe 15/05/2012 18:18 #2874

L’età del padre

"Or Isacco era in età di sessant’anni quando Rebecca li partorì" #Ge 25:26. Le informazioni riguardanti la nascita di Giacobbe ed Esaù si concludono con l’informazione sull’età che il loro padre Isacco aveva a quell’epoca. Si tratta di un’altra di quelle affermazioni importanti e di collegamento presenti nelle Scritture che, sebbene sembri stata inserita accidentalmente, è di notevole importanza perché costituisce un aggancio prezioso per la storia biblica. Questi agganci contribuiscono infatti a confermare la validità e l’affidabilità delle Scritture. Nei primissimi libri della Bibbia queste informazioni sull’età dei patriarchi offrono importanti collegamenti ai primi anni della storia umana; non è quindi importante conoscere date ed età delle epoche successive (sebbene alcune vengono riportate nelle Scritture e sono molto utili), quanto piuttosto quelle delle prime epoche, poiché contribuiscono ad attestare la veridicità della storia biblica e respingono le affermazioni dei sostenitori dell’evoluzionismo, i quali vogliono nascondere la loro incredulità dietro alla nebbia formata da "milioni" e "miliardi" di anni.
  • stefano
  • Offline
  • Amministratore
  • Troverete riposo alle anime vostre.Matteo 11,29
  • Messaggi: 3333
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3
Tempo generazione pagina: 0.44 secondi
Ristoroquotidiano.net - 2012
by Progettimultimediali.com