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ARGOMENTO: 1 Giovanni 3:20

1 Giovanni 3:20 02/05/2014 11:36 #10559

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Pace a tutti!
Spero di aver inserito bene l'immagine.

Non riesco con l'immagine, quindi faccio un copia e incolla:

20 Poichè se il cuor nostro ci condanna, Dio è più grande del cuor nostro e conosce ogni cosa.

Il cuore negli scritti di Giovanni come nell'A.T., include la coscienza, quella voce di Dio in noi che accusa o assolve la nostra condotta ed è come il giudice anticipato della creatura morale. Se la nostra coscienza che pure è così imperfettamente illuminata ci condanna per la nostra mancanza d'amor fraterno a fatti, sarà per noi impossibile goder pace e sicurezza interna dinanzi a Dio e al pensiero del suo giudicio; perchè Dio, il santo, il giusto, l'Altissimo, è più grande del cuor nostro, è superiore alla nostra debole coscienza umana e conosce ogni cosa, conosce quel che dimentichiamo, quel che nascondiamo agli altri ed a noi stessi, l'egoismo che v'è in noi, le scuse, i pretesti coi quali cerchiam di giustificare la pochezza del nostro amore, la scarsa rispondenza dei fatti alle nostre belle parole. Ne risulta che se, ci sentiamo condannati anche dalla nostra stessa coscienza, il nostro stato è pericoloso e richiede pronto rimedio di ravvedimento e di mutamento di condotta, altrimenti non possiamo attendere che, la condanna riservata agli ipocriti e descritta in Matteo 25:31-46.

La traduzione che abbiam seguita e l'esposizione data suppongono un lieve errore di copista nel testo greco attuale, errore consistente nella ripetizione della particella ὁτι (poichè) davanti al nome Dio. La maggioranza infatti dei manoscritti più antichi che possediamo contiene questo secondo poichè il quale, per quanti sforzi, si facciano, non dà un senso intelligibile. La frase sarebbe letteralmente questa: «poichè se il nostro cuore ci condanna, poichè Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa». Si è cercato di supplire: è perchè Dio è più grande...; ma se la frase resta corretta grammaticalmente, il senso non è più chiaro. Altri han fatto del primo ὁτι due particelle e si avrebbe questo testo: "...renderem sicuri i nostri cuori dinanzi a lui, qualunque sia la cosa nella quale il cuor nostro ci condanna, perchè Dio è più grande...". Ma, senza contare la stranezza della locuzione greca supposta, notiamo che Giovanni sta inculcando in tutto il brano la necessità di un amor fraterno sincero; e non si vede come potrebbe poi insegnare che riusciremo a tranquillare il nostro cuore davanti a Dio "qualunque sia la cosa nella quale il cuor nostro ci condanna". Un pensiero siffatto, anzichè a nuovo zelo, indurrebbe piuttosto al rilassamento. Inoltre codesto modo di risolvere la difficoltà esige che si dia alle parole: "Dio è più grande..." un senso poco probabile che sarebbe il seguente: "Quali che siano i rimproveri della nostra coscienza, se amiamo, riusciremo a tranquillare i nostri cuori pensando che Dio è infinitamente grande nella sua misericordia e conosce non solo le nostre imperfezioni, ma conosce pure la nostra sincerità, la realtà della vita divina che il suo Spirito ha creata in noi". Anche qui osserviamo che un tal pensiero, atto a confortare i cristiani dalla coscienza delicata, non è atto a scuotere quelli che sono propensi a contentarsi d'un amore fraterno a parole.

Commento preso dal sito laparola.net
Che ne pensate di questo verso?

Personalmente credo che una corretta interpretazione, alla luce anche di quanto letto nel commento in foto, potrebbe essere:

Poiché se il nostro cuore ci condanna, è perché Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Come a dire: ognuno ha una propria valutazione razionale del proprio operare, ma la nostra coscienza, il nostro cuore, è affinato dalla voce dello Spirito Santo quanto più rimaniamo vicino a Lui. Se è affinata da Colui che è IL SANTO, Egli "conosce ogni cosa" e ci fa sentire approvati o meno al di là di quello che la nostra mente possa ricordare o del nostro giudizio in merito alla nostra condotta: Egli giudica, incoraggia, riprende; al di là di ciò che noi teniamo a mente.

Questo è ciò che comprendo, aspetto le vostre considerazioni e ricerche )
Pace
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Ultima modifica: 02/05/2014 11:39 Da fran.
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Re: 1 Giovanni 3:20 02/05/2014 13:09 #10561

1Giovanni 3

1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. 3 E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.

4 Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge. 5 Ma voi sapete che egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c'è peccato. 6 Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l'ha visto, né conosciuto.
7 Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è giusto. 8 Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.
9 Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio. 10 In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.

11 Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. 12 Non come Caino, che era dal maligno, e uccise il proprio fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste. 13 Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. 14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 15 Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.

16 Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. 17 Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?
18 Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità. 19 Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori davanti a lui. 20 Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 21 Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio; 22 e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito. 23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato. 24 Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.



Grazie Francesco, credo sia una buona regola cercare di interpretare un versetto nel contesto dove è stato collocato, in quanto esso benchè sospinto dallo Spirito Santo ha sempre un filo logico il quale porta un messaggio chiaro, ovviamente parlo del contesto e non del singolo versetto.

Quindi rileggiamo attentamente tutto l'intero discorso, cercando di non forzare il testo per far emergere il suo vero messaggio.

A dopo.
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Re: 1 Giovanni 3:20 03/05/2014 21:30 #10567

Mi accingo a fare la mia riflessione.

Tutto il contenuto dei versi da me postati parlano in sintesi di amore concreto da dimostrare ai nostri fratelli, come Gesù stesso lo ha dimostrato dando la sua vita per noi.


L''esortazione di Giovanni, consiste proprio nel sensibilizzare i credenti rigenerati dalla grazia divina ad attuare con fatti e non parole l'amore verso i fratelli.

Ecco perchè dice fratelli non amiamo con parole solamente, ma con i fatti. Sono proprio questi fatti concreti di dimostrazione pratica dell'amore a darci garanzia che siamo nella verità, e come se dicesse, prima di essere rigenerati non eravate in grado di amare profondamente i vostri simili e dare per fino la vostra vita per loro, ora questo amore grande vi spinge ad agire, questo agire è la prova che siete in sintonia con la volontà di Dio....... 18 Figlioli miei, non amiamo a parole e con la bocca ma con opere e verità.

L’amore deve avere un modo di concretizzarsi, di manifestarsi con i fatti; se è vero amore.
E’ facile dire di amare, ma è decisamente dal nostro comportamento che si comprende se amiamo
davvero.


Da questo sappiamo di appartenere alla Verità e davanti a Lui i nostri cuori ci rassicurano.

Il verbo dell’originale greco utilizzato in questo punto, ci aiuta a comprendere il
significato comunque evidente anche nella traduzione. Vi sono, infatti, due verbi nel greco
biblico, quasi interscambiabili, che possiamo raffrontare ai verbi “sapere” e “conoscere” della
lingua italiana.

Nella sua epistola Giovanni li utilizza entrambi. Qui la conoscenza cui fa
riferimento il testo è acquisita tramite l’esperienza, l’osservazione di fatti o eventi che ci portano
a trarre delle conclusioni che stanno alla base di ciò che sappiamo. Sappiamo, quindi, di
appartenere alla Verità, di essere figli di Dio, lo capiamo, ce ne rendiamo conto dalle nostre
azioni, se riusciamo ad amare in maniera vera.

Perché se il nostro cuore ci condanna, quanto più lo farà Dio che è più grande dei nostri cuori
e conosce ogni cosa.
Se già il nostro cuore non si sente sicuro davanti a Dio perchè non a posto.... e di solito siamo tutti molto indulgenti con noi stessi, come speriamo di avere l’approvazione di Dio se ne parliamo solamente di questo amore e non agiamo?

Non inganniamoci Dio conosce ogni cosa.........
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