Salmo 139
7 Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito,
dove fuggirò dalla tua presenza?
8 Se salgo in cielo tu vi sei;
se scendo nel soggiorno dei morti,
eccoti là.
9 Se prendo le ali dell'alba
e vado ad abitare all'estremità del mare,
10 anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra.
11 Se dico: «Certo le tenebre mi nasconderanno
e la luce diventerà notte intorno a me»,
12 le tenebre stesse non possono nasconderti nulla
e la notte per te è chiara come il giorno;
le tenebre e la luce ti sono uguali.
Qui il tema è l’onnipresenza, una verità a cui conduce naturalmente l’onniscienza. Dove me ne andrò lontano dal tuo spirito?
Il Salmista non desiderava allontanarsi da Dio o evitare il potere della vita divina, ma fece questa domanda per mettere in luce il fatto che nessuno può sfuggire all’essere e all’osservazione onnipresenti del grande Spirito invisibile di Dio.
Notate come è personale la domanda: Dove me ne andrò? È bene applicare la verità al nostro caso. È saggio dire: "Lo Spirito di Dio mi circonda del continuo: l’Eterno è onnipresente." E dove fuggirò dal tuo cospetto? Se, per timore, cercassi di fuggire dalla vicinanza di Dio che è diventata il mio terrore, da che parte potrei andare? Dove? Dove? Il Salmista ripete la domanda, senza ricevere risposta. Anzi, la risposta al primo dove è soltanto il suo eco: un secondo dove. Non solo non può nascondersi agli occhi di Dio, ma non può neppure sottrarsi alla sua presenza immediata, reale e costante.
Volenti o nolenti, siamo vicini a Dio come l’anima è vicina al corpo. Il peccato appare quindi orrendo, perché è un’offesa diretta all’Onnipotente e un atto di tradimento commesso ai piedi stessi del suo Trono.
Non possiamo allontanarci dal suo Spirito, né fuggire dal suo cospetto. Né a passi lenti, né con una fuga precipitosa possiamo allontanarci dal Dio che circonda ogni cosa.I suoi occhi sono su di noi . Egli stesso è in noi. Il suo Spirito ricopre il nostro e noi siamo per sempre presenti in sua presenza.
......certamente e innegabilmente le tenebre stesse non possono nasconderti nulla, non sono assolutamente un mezzo per celare. Possono nascondere dagli uomini, ma non da Dio.
E la notte risplende come il giorno: è solo un’altra forma di giorno.
Risplende come il giorno, rivelando altrettanto chiaramente e distintamente ogni azione. Le tenebre e la luce sono uguali ai tuoi occhi.
Questa frase riassume tutto ciò che è stato detto prima, e nega enfaticamente l’idea che la notte possa fare da nascondiglio. Gli uomini amano pensarlo, perché è più facile e meno costoso nascondersi nelle tenebre che fuggire in terre remote.
Quest’idea stolta è quindi demolita da una frase dopo l’altra. Eppure, gli empi sono ancora abbindolati dalle loro abiette nozioni di Dio, e chiedono: "Come fa a saperlo?" Immaginano che il suo potere di osservazione sia limitato quanto il loro, eppure non trarrebbero mai la conclusione che un essere che non può vedere nel buio non può essere Dio, e un dio che non è onnipresente non può essere il Creatore onnipotente.
Certamente Dio è in ogni luogo in ogni momento e nulla può sfuggire al suo sguardo e alla sua mente che capisce ogni cosa. Il Grande Spirito comprende in se stesso tutto il tempo e lo spazio, eppure è infinitamente più grande di loro( tempo e spazio) e di ogni altra sua creazione.
...... notiamo chiaramente, Dio non ha limiti, nemmeno quelli che seguendo il predestinazionismo gli attribuiscono ......la nostra libertà di scegliere è sintomo che il meccanismo della autonomia è funzionante, benchè non funzionate sono le nostre scelte quando lo rigettiamo......
I limiti del predestinazionismo rilegano Dio nella impossibilità di essere il sovrano se davvero l'uomo da Lui creato sarebbe in grado di decidere da solo la sua sorte.......
Avendo creato tutte le cose, Dio conosce intimamente non solo le loro proprietà, ma anche la loro stessa essenza. I suoi occhi osservano tutte le opere della sua creazione immensa nello stesso istante: non solo i sistemi complessi dell’universo, ma anche il minimo movimento dell’insetto più microscopico; e non solo la più sublime concezione degli angeli, ma anche la più vile propensità della sua creatura più indegna. In questo momento, sta ascoltando le lodi di tutti i cuori grati, anche in paesi lontani, mentre legge ogni pensiero abietto che passa per la mente corrotta dei discendenti caduti di Adamo … Con una sola occhiata, vede il passato, il presente e il futuro. Non ha momenti di disattenzione che gli impediscano di notare qualcosa, né difetti di memoria o di giudizio che oscurino la sua comprensione. Nel suo ricordo non sono racchiuse solo le transazioni di questo mondo, ma di tutti i mondi dell’universo; e non solo gli eventi dei seimila anni trascorsi dalla creazione della terra, ma un periodo senza inizio, così come vede già ogni cosa in un futuro senza fine. Un’eternità passata e futura è di fronte ai suoi occhi nello stesso istante, e con questi occhi eterni sorveglia l’infinito. Che concetto sorprendente e inimmaginabile! Henry Duncan