Stamattina leggendo il quotidiano locale, mi ha colpito questo articolo, «Dio? Idea comoda per l’inspiegabile». Sono senza parole! Soprattutto perché alcune risposte denotano molta ignoranza! Che ne pensi?
1. ANALISI DELL’ARTICOLO: A Porto Cervo, Margherita Hack ha ripetuto con ideologico disprezzo la sua religione filosofica: «L’idea di Dio nasce per spiegare ciò che la scienza non sa spiegare. La scienza dice cosa sono le stelle, come funzionano. Sappiamo ricostruire l’album di famiglia dell’universo ma non sappiamo dire perché sia fatto così. Ed ecco che si è inventato Dio. Dio è comodo, troppo comodo. Ma è una idea infantile, come Babbo Natale». [Serena Lullia, «Dio? Idea comoda per l’inspiegabile» (La Nuova Sardegna; Sassari 13 agosto 2012)]
Già paragonare Dio a Babbo Natale e dare dell’infantile a chi crede in Dio, mostra l’arroganza e il disprezzo di Margherita Hack per la religione degli altri. Infatti, la sua religione filosofica è l’ateismo, un’anti-fede anch’essa fideistica e di cui ella si fa sacerdotessa e proclamatrice. All’ateismo uno o ci crede o non ci crede; poi, la scienza, o meglio le idee scientifiche servono soltanto come paravento.
L’illogicità degli atei, che accusano i credenti di aver inventato Dio, sta nel fatto di non saper dare risposte ultime e lo negano anche agli altri. Un vero scienziato distingue «prove scientifiche» (dimostrate mediante l’esperimento) da «tesi scientifiche» (ipotesi di lavoro, che devono essere verificate). Un vero scienziato non può dire che cosa debba esistere e che cosa non possa esistere, può soltanto affermare ciò, che è stato già accertato da lui o da altri studiosi mediante l’esperimento; nel momento che fa affermazioni non dimostrate, dismette i panni dello scienziato e fa l’ideologo. Egli non può negare che esista, ad esempio, «la materia oscura», ma fintantoché non è dimostrata empiricamente, è solo una tesi.
In tal modo un vero scienziato non può negare che esista un Creatore d’ogni cosa. Che mediante i suoi strumenti non possa verificarlo, non significa che non esista. Un vero scienziato metterebbe in dubbio i propri strumenti, non l’esistenza o meno di qualcosa. Egli dovrebbe dire tutt’al più: «Non lo posso sapere, non essendo stato in grado finora di verificarlo mediante analisi e altri metodi di accertamento».
Per cui, quando Margherita Hack, difendendo l’ateismo, afferma l’inesistenza di Dio, non lo fa da vera scienziata, ma ha vestito i panni di una ideologa. Se uno le chiedesse: «Come è sorta la materia primordiale, da cui sarebbe sorto l’universo?», che cosa risponderebbe? Se risponde: «Non lo sappiamo o possiamo sapere», perché non fa ella la stessa cosa per Dio? Ci sarebbe un universo eterno? Esso si è auto-creato e ha creato la vita? È esso «Dio»? Dove c’è un orologio, non dovrebbe esserci un orologiaio? Chi afferma riguardo all’universo: «Non sappiamo dire perché sia fatto così», non dovrebbe avere più umiltà riguardo alle sue origini e al suo Fattore?
Come si vede, Margherita Hack, che difende l’ateismo, mostra l’incoerenza di certa gente, che non è coerente con il mestiere, che fa, e che appende al chiodo la veste del vero scienziato, per rivestire i panni dell’ideologo. Allora, se è ideologia, inutile prendere sul serio chi vuol apparire come scienziato, ma propaga soltanto, con disprezzo ideologico per Dio, la sua religione filosofica: l’ateismo.
Margherita Hack riduce tutto a pura materialità. «La morte è naturale... Quando sono morti i miei genitori non ho sofferto. Pensare che li ritroverò è assurdo. Quando morirò le mie particelle se ne andranno in giro. Magari serviranno per fare un tavolo, una statua, un gatto». Ecco questo è il punto. All’umiltà del vero scienziato, che non può fare alcuna affermazione ultima, su ciò che sfugge alla sua analisi, fa subentrare l’arroganza dell’ideologo. Inoltre, l’ateismo è una religione filosofica senza speranza ultima; la potenza ultima per l’ateo è l’annullamento, l’annichilimento dell’essere.
Margherita Hack non può sapere che cosa è avvenuto dei suoi genitori, che cosa avverrà di lei e se mai incontrerà i suoi genitori dopo la morte. Invece di dire come scienziata: «Non posso saperlo», afferma come ideologa: «Non sarà così, ma così». Questo mostra che lei è, in effetti, una religiosa, che crede nell’ateismo. Dalla sua posizione forte, sfrutta il suo ascendente e il suo ruolo di scienziata, per fare proseliti per a sua religione filosofica. Anche ciò è solo lo specchio per le allodole. Questa è una grande delusione riguardo alla scienziata Margherita Hack.
2. APPROFONDIMENTO BIBLICO: L’ateismo non è un’ideologia moderna, ma abbastanza antica. Che afferma la Bibbia al riguardo? Secondo la Bibbia l’ateismo porta in genere al materialismo, al rifiuto d’ogni limite morale e perciò alla corruzione morale e all’empietà. «Lo stolto ha detto nel suo cuore: “Non c’è Dio”. Si sono corrotti, si son resi abominevoli nella loro condotta; non v’è alcuno che faccia il bene. L’Eterno ha riguardato dal cielo sui figli degli uomini, per vedere se vi fosse alcuno, che avesse intelletto, che cercasse Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si son corrotti, non v’è alcuno che faccia il bene, neppure uno. Sono essi senza conoscenza tutti questi operatori d’iniquità, che mangiano il mio popolo come mangiano il pane e non invocano l’Eterno?» (Sal 14,1-4; 53,1ss). Qui l’ebraico ha il termine nābāl «stolto, stupido»; tale parola è connessa alla radice nabal «agire spregevolmente, disprezzare, disonorare» (Dt 32,15; Pr 30,32; Ger 14,21; Mi 7,6; Na 3,6), che a sua volta è connessa a un’altra simile radice verbale, che significa «sfiorire e cadere, sgretolarsi, esaurirsi» (Es 18,18; Is 1,30; Gb 14,18). La Settanta ha tradotto qui nābāl con afrōn «senza ragione, senza discernimento, senza riflessione, quindi sciocco, stupido».
Dello «stolto» si parla molto nel libro dei Proverbi; da una parte è associato allo sciocco, dall’altra è connesso all’empio. L’idea, che gli è associata è il caos e il disordine. Viene descritto come colui, che è privo di senno (Ec 19,3; Ger 4,22). egli ha la presunzione di sapere, ma non sa proprio nulla di certo di ciò, che afferma di sapere. Perciò, è scritto: «Non rivolgere la parola allo stolto, perché disprezzerà il senno dei tuoi discorsi» (Pr 23,9).
Paolo, dopo aver parlato della buona coscienza e di fede non finta, aggiunse: «dalle quali cose certuni avendo deviato, si sono rivolti a un vano parlare, volendo esser dottori della legge, quantunque non intendano quello che dicono, né quello che danno per certo» (1 Tm 1,5ss). A questo assomigliano i «sacerdoti» della religione filosofica dell’ateismo, che confondono le loro tesi e le loro idee scientifiche con la scienza.
A ciò si deve l’esortazione dell’apostolo Paolo: «O Timoteo, custodisci il deposito, schivando le profane vacuità di parole e le opposizioni di quella che falsamente si chiama scienza, della quale alcuni facendo professione, si sono sviati dalla fede» (1 Tm 6,20s).
Inoltre, l’ateismo ha prodotto nella storia continuamente «super uomini», che hanno portato tanto male all’umanità, o mediante l’anarchia o assoggettando le società alla dittatura, alla persecuzione, ai lager e ai gulag.