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ARGOMENTO: Desiderio di morire

Desiderio di morire 03/09/2014 22:02 #11204

Se sei triste e vorresti morire,pensa a chi sta per morire e vorrebbe vivere!!!
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Re: Desiderio di morire 24/08/2016 17:58 #11788

Non la vedo così riduttiva, è abbastanza complesso. Bisognerebbe fare considerazioni profonde e vaste che alla fine però deduco possano solo disperdere l'interesse e rendere vano e improduttivo il dialogo. La migliore medicina contro la morte è senz'altro Dio; Chi ci può insegnare meglio intorno ad essa, se non colui, Gesù, che l'ha provata e sconfitta? Gesù aveva uno scopo come Dio e come uomo ed era fermo nel raggiungerlo. Oggi è principalmente il fallimento individuale e personale che ci procura la "voglia" di morte, vista come liberazione non come fine. Siamo circondati da modelli di aspettative di efficienza che vanno dall'ambito del successo professionale a quello dell'approvazione sociale o addirittura della prestazione sessuale, specie tra i giovani, che fanno scricchiolare internamente molte personalità che semplicemente a volte hanno bisogno di esprimersi altrimenti e vanno incoraggiate a farlo. La società atavica fondata sulla famiglia, spesso allargata, era un organismo vivente che pure con grandi limitazioni e problematiche tipiche delle società antiche proteggeva, tutelava e sosteneva tutti i suoi membri. Immagino quelle famiglie contadine che condividevano tutto dall'inizio alla fine, fatiche, gioie, sorrisi, lacrime e non erano soli, nemmeno volendo, tagliati fuori dal mondo, vivevano il loro microcosmo, tutti insieme. Oggi la società sempre più a matrice diabolica, mi sia consentito dirlo, ha isolato l'uomo, l'individuo rendendolo paradossalmente "onnipotente" dal punto di vista comunicativo e "solo" dal punto di vista emotivo e consociativo. Due i fattori a mio avviso devastanti: La comunicazione con chi vuoi, dove vuoi ma senza fisicità alcuna, ha ridotto l'interazione tra simili ad un mero gioco delle ombre, ad ingigantire le aspettative, ad uniformarsi alle "regole d'ingaggio", a rendere più sottile il confine tra verità e dissimulazione, e soprattutto a modificare e distorcere lo spazio intorno a lui, che non è recepito più fisico.
Immagino sempre la stessa nostra famiglia contadina che invece viveva nel suo spazio fisico ben definito, di cui si sentiva parte integrante e viva, perchè gli apparteneva, in quanto donatole direttamente da Dio, proprio come fece Dio Padre con Adamo ed Eva che creò per loro il giardino dell'Eden. Lo spazio che viviamo oggi tende sempre più a dissimulare la realtà a modificarla e a tramutarla nella dimensione virtuale. La comunicazione diventa così una costante delusione. L'uomo webcomunicativo e ipertecnologico si ritrova poi a fare i conti con l'altra grande dimensione quella dei tempi, tempi richiesti sempre più ristretti, sempre più concentrati, tanto da aver generato il concetto di "multitasking" ovvero colui che fa o quantomeno porta avanti più cose e obiettivi contemporaneamente. In realtà il concetto "metrico" di tempo è diventato talmente importante che a volte mi sono impattato in situazioni sul lavoro (parlo per esperienza personale) dove, alla fine, poco importava se l'obiettivo era stato raggiunto oppure no, importante era dire: "consegnato!" Poi se si dovevano perdere i doppi dei tempi per riparare le lacune che si potevano affrontare con un po' di tempo in più direttamente in sede di realizzazione... quello faceva niente. Ma non tutti, ringraziando Iddio, siamo avidi di queste cose, o amiamo primeggiare e distinguerci con i parametri di questa vita odierna. La natura prima dettava i tempi, li detta ancora per tutti gli esseri viventi, tranne per l'uomo. Lo spazio fisico, il tempo reale, sono gli elementi della dimensione contemplativa cui l'uomo non sa più rapportarsi. Questa società, questo mondo ha rubato la capacità più intima ed alta dell'uomo, la contemplazione. E chi è così, chi ha questa natura, non ha speranze. Doveva nascere almeno due secoli prima. Senza questa dimensione contemplativa l'uomo si inaridisce e la trappola diabolica si chiude. I forti la disprezzano e i meno forti non possono più esprimerla. Ma senza contemplazione non c'è la dimensione di Dio, non c'è più lo sguardo rivolto verso l'alto. Ci stringiamo il cuore nei nostri problemi, proni con lo sguardo chino fino alla depressione, al panico di vivere. Diciamoci francamente, chi di noi pur stando tutto il giorno in giro per lavoro o per commissioni familiari, alza per un attimo lo sguardo al cielo? Eppure esso è li dovunque vai e quando vai, pronto a farsi ammirare. Lo facciamo? Aristotele diceva che l'uomo ha cominciato a crescere intellettualmente quando si è fermato a guardare il cielo e lo ha contemplato. Impariamo a contemplare il creato di Dio, la natura, gli spazi reali e fisici, recuperiamo la nostra dimensione temporale e vivremo. Se ci lasciamo chiudere dentro la trappola di questa società ultra post-moderna, il senso di inadeguatezza, di frustrazione, di incapacità di stare al passo si faranno strade e per molti il desiderio di morire incomincerà a prendere contorni vivi, perchè lo si vedrà come una liberazione definitiva da tutto ciò. L'uomo nasce essenzialmente libero. E l'assioma vita = libertà è inscindibile. E' rimasto solo uno spazio, ove ancora oggi è possibile divincolarsi da fallimenti nei tempi, nelle costanti ricerche di approvazioni e successi: Lo spazio di Dio. In questo spazio liberiamoci di tutto e torniamo alla nostra vera natura umana: l'indole contemplativa, prerogativa di nessun altro essere vivente. Contempliamo il Signore, contempliamo l'amicizia vera, tra fratelli in Cristo e amici, contempliamo la parola di Dio, contempliamo la grandezza del Signore in preghiera. Contempliamo il suo creato, contempliamo le cose più belle che Dio ci ha dato a livello intellettuale: la poesia, la musica, la stessa scienza in una parola sola riappropriamoci della nostra vita. Perchè è scritto "..CONTEMPLANDO come in uno specchio la GLORIA del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, DI GLORIA IN GLORIA, secondo l'azione del Signore che è lo Spirito" (II CORINZI, 3:18). Se vogliamo sconfiggere la morte, riappropriamoci della vera nostra vita e della Gloria di Dio. Dio ci benedica.
Ultima modifica: 28/08/2016 10:54 Da Maxhorsereiner. Motivo: Correzione ortografica
Ringraziano per il messaggio: francotecnos

Re: Desiderio di morire 24/08/2016 19:28 #11789

Concludendo così scrive Maxhorsereiner

"Se vogliamo sconfiggere la morte, riappropriamoci della vera nostra vita e della Gloria di Dio. Dio ci benedica."


Dio ci benedica carissimo Maxhorsereiner.

Io Francesco, tu?
Prima di proseguire e interagire col forum, ci è gradita una tua breve presentazione nell'apposita sezione... grazie.


f.sco
***Membro onorario***
Ultima modifica: 24/08/2016 19:31 Da francotecnos.

Re: Desiderio di morire 24/08/2016 21:56 #11790

Pace Francesco sono Massimiliano, un fratello della chiesa di Cassino e volontario Lemuel.
Ringraziano per il messaggio: francotecnos
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