Sforzarsi di entrare in quel riposo. Si tocca qui una delle questioni più controverse in Ebrei: l’escatologia. Un punto chiave è il verso 1 secondo il quale «rimane la promessa di entrare nel suo riposo(di Dio)».

Tre i termini per esprimere il «riposo di Dio»: Katapausis (3,11.18; 4,1.3.5 10-11) Katapauō (4,4.8.10) e Sabbatismos (4,9).

L’autore è attento ai diversi aspetti del riposo:

1)settimo giorno;
2)quello assicurato ad Israele nella terra promessa (3,11.18-19);
3)il riposo in sé e per sé, promessa di Dio (3-4), quello escatologico.

Vai Stefano a te “le danze”.

È evidente che per il popolo di Dio c’è un Sabato più spirituale ed eccellente del settimo giorno, o del giorno a cui Giosuè condusse gli Ebrei. Questo riposo è un riposo di grazia, conforto e santità nella condizione del Vangelo. Sarà anche un riposo nella gloria, in cui il popolo di Dio godrà del fine della sua fede e dell’oggetto di tutti i suoi desideri. Il riposo, o sabbatismo, di cui parla l’apostolo concludendo che ne godremo in futuro, è sicuramente il riposo celeste che attende il popolo di Dio e che si contrappone alla condizione di fatica e difficoltà in questo mondo. Si tratta del riposo che i credenti otterranno quando il Signore Gesù apparirà dal Cielo. Quelli che non credono, però, non entreranno mai in questo riposo spirituale, né nel riposo di grazia sulla terra né in quello di gloria in futuro. Dio ha sempre dichiarato che il riposo dell’uomo è in lui, che il suo amore è l’unica vera felicità dell’anima e che la fede nelle sue promesse, mediante suo Figlio, è l’unico modo per entrare in questo riposo.

Mentre il riposo sabatico voluto da Dio era da praticare, il riposo spirituale promesso da Dio è la vera vita....