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ARGOMENTO: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2

Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 25/07/2012 12:58 #4674

Alla luce del fatto che quanto riportato nella Scrittura è storia, vogliamo dunque suddividere le varie ipotesi in due grandi categorie:
a) Naturali
b) Sovrannaturali.


Tra le teorie che parlano della stella come un fenomeno naturale, abbiamo:

1) Congiunzione planetaria
“Nel dicembre 1603 l’astronomo Keplero notò una congiunzione di Giove con Saturno. Nel marzo 1604 il pianeta Marte si avvicino ai primi due. Nell’ottobre 1604, una nuova stella, molto brillante, si unì ai tre astri, poi si offuscò a poco a poco, scomparendo nel febbraio 1606. Keplero calcolò che vi era stata congiunzione degli stessi pianeti nel 7 e nel 6 a.C.
Pensò che se la stella variabile si era unita allora ai tre astri come fu il caso nel 1604, doveva trattarsi della stessa stella dei magi”1.


2) Una cometa
L'ipotesi che la stella di Betlemme fosse una cometa, o qualcosa di simile, risale a Origene, che non si basa su tradizioni precedenti, ma suppone che si sia trattato di una nuova "stella", cioè di un evento eccezionale, probabilmente allo scopo di non deviare dal rifiuto della pratica astrologica, consueto fra i cristiani. Origene cita il perduto trattato "Sulle comete", scritto dal precettore di Nerone, Cheremone, secondo il quale era prassi accettata che l'apparizione di comete o nuovi astri segnalasse la nascita di importanti personaggi ed era quindi plausibile che i Magi si fossero messi in viaggio al suo apparire.

È stato proposto che la Stella fosse la cometa di Halley, che fu visibile nel 12 a.C., ma questa data non è compatibile con l'opinione corrente della maggior parte degli storici, che datano la nascita di Gesù tra il 7 e il 4 a.C. Non si conosce il passaggio di altre comete nel periodo d'interesse, eccetto forse un evento del 5 a.C., descritto dagli astronomi cinesi come una cometa, ma oggi spesso reinterpretato come una supernova. L'identificazione della Stella con questa cometa è sostenuta, ad esempio, da Colin Humphreys, che la utilizza per datare la nascita di Cristo attorno alla Pasqua del 5 a.C.2.



3) La teoria della stella di David
Alcuni ricercatori hanno teorizzato che la Stella di David rappresenti la situazione astrale al momento della nascita di David o della sua incoronazione e, alcune recenti ricerche, sembrerebbero dimostrare che il ritorno di quella situazione astrale fosse anche il segno nuovamente atteso per la venuta del Messia, realizzatosi all'avvento di Gesù di Nazareth. In altri termini, la Stella di David sarebbe la famosa stella vista dai Magi. In effetti, la stella di Davide è altresì conosciuta come la Stella del re nei circoli astrologici e fu pure un simbolo astrologico nello Zoroastrismo3.


4) Una nova
Alcuni studi, invece, hanno trovato traccia di esplosione di supernove:

 Nel 1977 un gruppo di ricercatori inglesi (Clark, Parkinson e Stephenson) hanno rilevato che gli annali astronomici cinesi registrano nel marzo del 5 a.C. l'apparizione di un oggetto brillante, probabilmente una nova, che rimase visibile per circa 70 giorni tra le costellazioni dell'Aquila e del Capricorno. Si tratta quasi certamente di un oggetto rilevato anche dagli astronomi coreani, anche se le loro registrazioni contengono imprecisioni, dovute verosimilmente ad errori di trascrizione. Se i Magi si misero in viaggio dalla Mesopotamia al suo apparire, poterono raggiungere la Giudea in aprile/maggio: in quel periodo, all'alba era visibile da Gerusalemme in direzione sud, cioè verso Betlemme, in perfetta corrispondenza con il racconto evangelico.

 Una recente ipotesi suggerisce che la stella di Betlemme fosse una supernova o una ipernova, le cui tracce sono state scoperte nei pressi della galassia di Andromeda. La datazione di questo evento non è attualmente possibile, ma potrebbe diventarlo col progresso della tecnologia. Frank Tipler, però, osserva che una supernova in Andromeda spiegherebbe in modo letterale un aspetto misterioso del vangelo di Matteo: il fermarsi della stella proprio sopra Betlemme. Il "fermarsi" indicherebbe il raggiungimento dello zenit, istante in cui la stella cessa di fornire una indicazione direzionale4






1 René Pache. Nuovo Dizionario Biblico. Casoria – NA 2000 ECB, pag. 798

2 Tratto da Wikipedia alla voce "Stella di Betlemme"

3 Ibid.

4 Ibid.
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Ultima modifica: 25/07/2012 13:00 Da Chris.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 25/07/2012 13:04 #4675

Tra le teorie che parlano della stella come un fenomeno soprannaturale, invece, abbiamo:

1) Un angelo
Già nell'antichità le opinioni dei cristiani erano discordi, anche perché le opinioni dei filosofi sulla natura dei corpi celesti erano confuse. Secondo il filosofo ebreo Filone di Alessandria e prima di lui Platone e gli Stoici, le stelle "sono creature viventi, ma di un genere interamente spirituale". Perfino Aristotele espresse giudizi contraddittori sull'argomento.
L'identificazione delle stelle con gli angeli traspare in molti testi biblici o della letteratura giudaica.
Perciò diversi padri della chiesa, fra cui Giovanni Crisostomo, non videro alcuna contraddizione nel fatto che una stella, cioè un angelo, scendesse in terra a guidare i Magi sino alla stalla di Gesù, secondo la narrazione popolare e in analogia alla guida data a Israele durante l'Esodo (14:19; 23:20; 32:34; 33:2)1.

2) Una stella
Alcuni collegano la profezia di Balaam di Nu 24:17 e sostengono che Dio con un evento soprannaturale abbia guidato una vera stella in modo miracoloso.








1 Circa questo argomento consultare: Wikipedia alla voce "Stella di Betlemme"
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 12/08/2012 00:00 #4947

Chi erano i Magi?

Abbiamo accennato che erano degli zoroastriani.

Il racconto dei vangeli canonici non offre molte informazioni a riguardo.

Per amor di studio vogliamo approfondire quanto dice la tradizione a riguardo.

Nei vangeli apocrifi troviamo alcune utili informazioni1.

Cerchiamo di schematizzarle.

Provenienza: Babilonia => alla luce delle teorie astronomiche, della storia (degli zoroastriani), dell'esegesi (dei Vangeli canonici) e della tradizione.

Quantità: Tre => alla luce della Scrittura (in base ai loro doni) e della tradizione.

Nomi: Melchiorre (semitico), Gaspare (camitico) e Baldassarre (iafetico). Questi nomi rappresentano l'intera umanità post-diluviana, a significato che come promesso ad Abraamo, "in te saranno benedette tutte le nazioni" => alla luce della tradizione.

Melchiorre, uno dei re magi, che, secondo la tradizione tratta dai Vangeli apocrifi, portò in dono a Gesù bambino la mirra e che sarebbe stato un maharaja indiano. Già nel VIII secolo Melchiorre veniva descritto come un vecchio dai lunghi capelli bianchi ed una folta barba. Nel Vangelo arabo-siriaco Melkon è un Principe persiano. Secondo la tradizione popolare è il re della Nubia, simboleggia la razza asiatica, la vecchiaia, è discendente di Sem e visse 116 anni.

Giuseppe Tucci e Mario Bussagli, orientalisti, hanno ipotizzato di riconoscere in Gaspare un sovrano indoiranico di stirpe kushana, Gundophar, vissuto nel I secolo d.C., che sembra aver appoggiato la missione in India dell'apostolo Tommaso.

Essi non erano esperti di magia ma di astrologia.

"I tre re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero versati nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell'astrologia. Erano detti magi dai Persiani coloro che gli Ebrei chiamavano scribi, i Greci filosofi e i latini savi" —Ludolfo di Sassonia (m. 1378), Vita Christi.


Titolo Nobiliare
La loro regalità è legata alla liturgia tradizionale che li collega al Salmo 72:10:

I re di Tarsis e delle isole gli pagheranno il tributo,
i re di Seba e di Saba gli offriranno doni;

al tempo stesso non è confermata nei testi redatti dai padri della Chiesa.

Altri credono che il titolo di re sia connesso a Isaia 60:3

Le nazioni cammineranno alla tua luce,
i re allo splendore della tua aurora.

e al Salmo 68:29

Nel tuo tempio, che sovrasta Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.

Di fatto, alcuni studiosi ritengono tale tradizione posteriore addirittura ai tempi di Costantino, perciò la loro regalità non è provabile.
I passi citati a sostegno della loro regalità, di fatto, sono rivolti più al millennio che al primo avvento. Il Messia e il Suo Regno doveva essere prima rifiutato, per poi essere definitivamente instaurato (al ritorno di Cristo).

Simbologie dei doni
Diverse simbologie vengono attribuite ai doni offerti al Re dei Giudei:
oro (omaggio alla sua regalità), incenso (omaggio alla sua divinità) e mirra (anticipazione della sua futura sofferenza redentrice, in quanto questa veniva usata per la sepoltura dei defunti).
Alcuni credono che nell'offrire questi doni i magi stessero riconoscendo in Lui il vero Dio, quindi offrivano oro al Re dei re, incenso a Dio venuto in carne, e mirra al Guaritore / Redentore.

Altri credono che Matteo volesse figurare in questi doni vari aspetti del Suo ruolo:
re (oro), sacerdote (incenso) Redentore (mirra).
Affronteremo questo argomento meglio in seguito.







1 Nota Bene quanto riportato dai vangeli apocrifi non è sempre storicamente provabile.
Le accettiamo come tradizioni che non cambiano il messaggio principale delle Scritture, ma non
consideriamo la tradizione al pari dell''autorità dell'ispirata Parola di Dio.

Per maggiori informazioni, potete consultare:
Wikipedia
Enciclopedia Treccani
Dizionario Biblico GBU
Il Nuovo Dizionario Biblico (Rene Pache)
Il vangelo secondo Matteo GBU
Matteo di Matthew Henry
Storia dei Re Magi di G. Hildesheim
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 12/08/2012 00:56 #4948

Perché furono spinti a seguire la stella?
1) Erano zoroastriani, ed erano astrologi.

Essendo essi degli astrologi, è probabile che guardando il cielo abbiano interpretato così i vari "segni":

a) Giove era ritenuto il simbolo della regalità,

b) Saturno era ritenuto il simbolo di Israele e della Palestina

c) La Costellazione dei Pesci era il simbolo del popolo ebraico.

Ecco dunque la loro interpretazione: è avvenuta la nascita di un Re (Giove) in Israele e Palestina (Saturno) a capo del popolo Ebraico (Costellazione dei Pesci).

In questo caso, la teoria della congiunzione planetaria potrebbe rivelarsi la più interessante.

2) Se, come crediamo, essi erano Babilonesi, sicuramente avevano conoscenza delle profezie dell'Antico Testamento, ed erano in grado di collegare il tempo (le settanta settimane di Daniele, un profeta vissuto al servizio di Nabucodonosor, re di Babilonia), il luogo (Michea 5:1-2), e "l'astro" (Numeri 24:17).

Trovo molto interessante ciò che scrive Giuseppe Flavio in Guerra Giudaica

Libro VI:312 Ma quello che maggiormente li incitò alla guerra fu un'ambigua profezia, ritrovata ugualmente nelle
sacre scritture, secondo cui in quel tempo uno proveniente dal loro paese sarebbe diventato il dominatore del
mondo.

Libro VI:313 Questa essi la intesero come se alludesse a un loro connazionale, e molti sapienti si sbagliarono
nella sua interpretazione, mentre la profezia in realtà si riferiva al dominio di Vespasiano, acclamato imperatore
in Giudea.

Libro VI:314 Tutto ciò sta a dimostrare che gli uomini non possono sfuggire al loro destino nemmeno se lo
prevedono.

Libro VI:315 Così i giudei alcuni presagi li interpretarono come a loro faceva piacere, altri non li considerarono,
finché la rovina della patria e il loro sterminio non misero in chiaro la loro stoltezza.

Egli si riferisce alla profezia della stella. In altre parole credo di capire che i Giudei che videro la stella, quella stessa vista dai magi, l'interpretarono come l'adempimento della profezia di Nu 24:17.
Essi attendevano il Messia liberatore. Ma Essi rifiutarono il Re e il Suo Regno, mettendo in croce l'Unto di Dio, Gesù.
Così il Regno fu posticipato.
Comunque sia, a detta di Giuseppe Flavio in particolare nel brano citato, i Giudei negli anni 66-70d.C. si ribellarono all'impero Romano, nella speranza che il Liberatore si manifestasse, non comprendendo che "quel Gesù che essi avevano crocifisso è il Cristo".

3) Erano venuti per adorare Gesù.

Questo ci porta a porci un'ulteriore domanda: cosa significa "adorare" in questo contesto? Ne parleremo al più presto.

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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 28/09/2012 01:31 #5675

Pace a tutti voi.


Dopo una lunga assenza eccomi di nuovo a voi.

Ho apportato delle modifiche ad alcuni post precedenti.

Un'errata corrige, un problema d'anteprima e un'altra errata corrige.

I post erano questi:

6/6 15.07;
14/7 11.09; 12.35.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 28/09/2012 01:35 #5676

Vogliamo riprendere il nostro studio e rispondere alla terza domanda.


Cosa significa "adorare" in questo contesto?


Alcuni intendono il termine come semplice prostrarsi. Altri traducono adorare.
Come abbiamo già detto, la Bibbia va studiata nel suo contesto.


Per inoltrarci in questo testo, guarderemo il significato del termine in dizionari e lessici.


Ho già citato quanto scritto da R.T. France: "non ha altro significato che porgere omaggio ad un dignitario umano, ma Matteo lo usa spesso in contesti nei quali si riconosce la condizione più-che-umana di Gesù (per es., 14:33; 28:9, 17) e qui può essere implicita proprio questa situazione".


Altri scrivono: "adorare, rendere omaggio.
[...] Nel N.T. ricorre 60 volte, di cui 13 in Mt. [...]
proskyneo è usato come termine tecnico senza oggetto per indicare la partecipazione al culto nel santuario (in Gerusalemme o sul Garizim): Gv. 4:20; 12:20; Atti 8:27; 24:11; Apoc. 11:1 e quindi anche come termine tecnico indicante il pellegrinaggio dei giudei a Gerusalemme. La persona alla quale è rivolta la proskynesis può essere indicata col dativo, con l'accusativo o con emprosthen o enopion"1.


Rocci scrive: "saluto riverentemente, ossequio, venero; adoro; supplico; miprostro avanti a, [...] <<portar la mano alla bocca inviando riverente bacio>> per divinità o persone ragguardevoli o morti"2.


Spiros Zodhiates: "baciare, adorare. Rendere culto, rendere omaggio, mostrare rispetto, cadere o prostrarsi davanti a. Letteralmente, baciare verso qualcuno, dare un bacio in segno di rispetto o omaggio"3.


Carlo Buzzetti: "adorare, onorare; prostrarsi e adorare; inginocchiarsi, inchinarsi davanti a, cadere ai piedi di"4.


Altri scrivono: "baciare la mano per (verso) qualcuno, in segno di riverenza tra gli orientali, per es. i Persiani; cadere sulle ginocchia e toccare la terra con la fronte come espressione di profonda riverenza.
Nel NT inginocchiarsi o prostrarsi, rendere omaggio (a qualcuno), o onorare, sia per esprimere rispetto o per supplicare.
Utilizzato per rendere omaggio, mostrato agli uomini e gli esseri di rango superiore"5.








1 Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Horst Balz e Gerhard Schneider. Paideia.
2 Vocabolario Greco Italiano di Lorenzo Rocci. Società editrice Dante Alighieri.
3 The Complete WordStudy Dictionary - New Testament di Spiros Zodiathes. AMG Publishers.
4 Dizionario Base del Nuovo Testamento Greco-Italiano di Carlo Buzzetti in collaborazione con Bruno Corsani. Società Biblica Britannica & Forestiera.
5 lexicon greek of new testament. Sito web: www.biblestudytools.com.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 28/09/2012 01:36 #5677

Alla luce di quanto riportato in dizionari specifici di N.T. e in dizionari laici, possiamo appurare l'uso in senso di adorazione.


Ricordiamo il contesto in cui ci troviamo.
Matteo sta presentando l'avvento di Cristo, l'offerta del Re e del Suo Regno (1:1-11:1)


In questa prima sezione sta presentando le origini del Messia (1:1-3:12).

Nel cap. 1 Matteo presenta le origini del Messia.

1:1-17 Matteo sta parlando delle origini di Gesù come uomo.

Presenta la Sua genealogia umana, parla dei Suoi antenati come uomo.
Cita quattro donne con storie particolari per preparare il lettore alla storia di Maria e alla nascita verginale di Cristo.
Egli è a tutti gli effetti l'erede al trono di Giuda e d'Israele, il Figlio di Davide.


1:18-25 Matteo sta parlando invece dell'origine divina di Gesù. Egli ha il pieno diritto di regnare perché è Dio.

L'angelo spiega a Giuseppe che il bambino (come uomo) nel grembo di Maria era generato, veniva dallo Spirito Santo.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 28/09/2012 01:37 #5678

Nel capitolo 2, invece Matteo sta presentando i collegamenti tra Gesù e l'Antico Testamento, ossia il Tenach, la Bibbia degli Ebrei e gli unici testi ispirati allora a disposizione (non era ancora stato scritto il NT).

Non a caso, nella Chiesa antica Matteo venne posto come primo libro.
Ancora oggi molti apprezzano la semplicità nella profondità di Giovanni, lo stile narrativo di Marco, molto incentrato sul fare più che sui discorsi, oppure sull'aspetto umano, rivolto agli emarginati meglio espresso in Luca.
Matteo invece riporta i discorsi di Gesù con i capi religiosi d'Israele, usanze e costumi di una cultura spesso lontana e diversa dalla nostra.
Nonostante ciò Matteo fu messo sempre al primo posto come Vangelo. Forse anche perché fu scritto per primo, sosterrebbero alcuni.
Ma credo che Dio nella Sua Sovranità lo abbia posto lì perché esso è un ponte perfetto tra l'antico e il nuovo testamento.
Matteo è l'unico dei Vangeli in cui troviamo il termine "ekklesia", ossia chiesa.


Torniamo però al capitolo 2.
In questo capitolo possiamo notare come Matteo stia continuando a presentare in Messia mostrando gli adempimenti profetici.
Ha già citato Isaia 7:14 in (Mt) 1:23.
In questo capitolo invece cita:

V. 6 - Michea
V. 15 - Osea
V. 18 - Geremia
V. 23 - A.T.

Ritorneremo a trattare degli adempimenti profetici nell'esame del prossimo passo del capitolo 2.

È interessante notare come già in questo capitolo Matteo stia enfatizzando il riconoscimento dei Gentili del Messia e la reiezione da parte dei Giudei.
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 28/09/2012 01:39 #5679

Voglio elencare di seguito alcune ragioni per cui credo che proskyneo significhi in questo contesto adorare.


1) Effettivamente erano i magi, quindi dei pagani, coloro che vennero per adorare il bambino Gesù, oltre a Erode che dice solamente di volerLo adorare anche Egli.
Qualcuno potrebbe obiettare che a dei pagani "tutto è lecito". Ma non è così:
a) Essi cercavano un bambino, non un re adulto già pronto a combattere per Israele con cui poter fare alleanza.
b) Essi riconobbero la superiorità del rango di Gesù, benché fosse solo un bambino.

2) Matteo ha appena spiegato le origini divine del Messia. Sarebbe stato controproducente scrivere un Vangelo a dei Giudei che inizia con l'idolatria dei pagani.
Ciò implica che Gesù è realmente Dio, adorabile da tutte le Nazioni, altrimenti, per evitare fraintendimenti, non avrebbe usato un termine che nel greco koinè usato fra i Giudei della diaspora si riferisce al culto sacro.

3) In questo capitolo Matteo sta menzionando una serie di collegamenti con l'A.T.;
notate come il re Salomone, per la sua sapienza, fu visitato da una dignitaria straniera e ricevette omaggio (1Re 10:1-13).
Al tempo stesso qui Gesù è solo un bambino. Perché fu visitato? Perché era il Re dei Giudei, il Messia.
Affronteremo meglio il passo a tempo debito, ma guardiamo solo cosa specifica Gesù stesso in Mt 12:42:
La regina del mezzogiorno comparirà nel giudizio con questa generazione e la condannerà; perché ella venne dalle estremità della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c'è più che Salomone!

Guardate il collegamento di Matteo: dei Gentili vengono a riconoscere Gesù, e i Giudei non lo fanno!
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Re: Il pensiero semitico ai tempi di Gesù 2 28/09/2012 01:40 #5680

4) Il modo in cui il verbo proskyneo è usato in tutto il Vangelo di Matteo è inequivocabile.
Guardiamo alcuni esempi.
a) Mt 2:2, 8, 11.
Questo è il brano in esame. I magi erano venuti di proposito per adorare Gesù (v. 2).
Erode dice di volere anch'Egli andare ad adorare il bambino, ma le sue vere intenzioni erano altre (v. 4).
I magi incontrano Gesù, e lo adorano.

b) Mt 4:9-10.
Satana sta tentando Gesù e Gli dice: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». "Adori" è proskyneo. Cosa risponde Gesù? Usa Egli un altro verbo?
No! Risponde: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"». "Adora" il Signore Dio, proskyneo.

c) Mt 8:2.
Gesù si trova a parlare con un lebbroso. "Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi»".
"Gli si prostrò davanti" è proskyneo. Perché vedo anche qui l'adorazione (seppur sia tradotto come gli si prostrò davanti)?
Semplice: era lebbroso, avrebbe dovuto urlare a distanza "impuro! impuro!" secondo la legge mosaica. Invece si avvicina a Gesù, certo non solo di non contaminarLo, ma anche di poter essere purificato.
Nel contesto veterotestamenterio l'unico che poteva rendere puro e guarire era Dio stesso. Ricordiamo: Matteo è l'evangelista dei Giudei.
Matteo attraverso le parole del lebbroso sta implicitamente dando tre conferme della divinità di Cristo:

I) Signore. Kyrios.
La traduzione dell'ebr. Adonai. In ebr. "signore" come titolo è "adon". "Adonai" era usato verbalmente in sostituzione del tetragramma YHWH e nelle Scritture per indicare Dio.
In alcuni passi messianici, vediamo che sia il tetragramma, sia "Adonai", sono riferiti a "il Cristo" (specifico "il Cristo" perché nell'A.T. si parla dei messia, ossia gli unti,tecnicamente tutti i re d'Israele, e del Messia - il Messia, ossia il Cristo, Gesù).

II) Se Tu vuoi.
Il lebbroso si sta appellando non alla volontà di una terza persona: prega Dio perché tu puoi; egli dice, se tu vuoi, appellandosi alla volontà di Cristo stesso.

III) Puoi purificarmi.
Come già detto, questa capacità apparteneva solo a Dio ed era una Sua peculiarità.

Quale fu la reazione di Gesù? Lo toccò (il contatto doveva essere tassativamente rifiutato con un lebbroso), espresse la Sua propria volontà (lo voglio e non il Padre lo vuole o altro), e lo purificò.
Egli disse al lebbroso purificato di non dirlo a nessuno (questo fa parte del segreto messianico, argomento che tratteremo in seguito), ma di fare ciò che Mosè ha prescritto.

d) 14:33.
Gesù cammina sul mare, Pietro vuole seguirLo, ma dopo poco stava affondando per la poca fede. Gesù lo afferrà, salgono sulla barca, il vento si calma.
"Allora quelli che erano nella barca lo adorarono, dicendo: «Veramente tu sei Figlio di Dio!»"
Lo adorarono. Camminava sul mare (andava contro le leggi della fisica), permetteva a un altro di farlo, alla salita di Gesù nella barca il vento si calmò.
Qui c'è in oltre un indiscutibile e testuale riconoscimento del Figlio di Dio. Stiamo parlando della Sua deità e dell'adorazine (proskyneo) dei discepoli.


e) 15:25.
"Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!»". Prostrò, proskyneo.
Qui siamo nella seconda sezione di Matteo, il Re è stato rifiutato e sta essendo rifiutato fino alla crocifissione.
La donna è cananea, quindi Gentile. Gesù si trovò nel territorio di Tiro e Sidone, fuori della Giudea e della Galilea, in territorio pagano.
Questa donna lo chiama "Signore" e "Figlio di Davide" (titolo Messianico) e le chiede di scacciare un demonio dalla figlia.
Non solo, aggiunge che secondo lei per Lui questa sono briciole. Immaginate? Stava sminuendo Gesù considerandoLo un tramite, o Lo stava elogiando con le Sue parole?
Voglio sottolineare un particolare: quando gli apostoli compivano segni e prodigi attribuivano la gloria a Cristo stesso e la rifiutavano per sé stessi. Cristo non rifiuta mai la gloria attribuitagli. Interessante, no?


f) 28:9, 17.
Qui Gesù è morto ed è risorto. Nel v. 9 sono le donne che "avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono".
Prima gli stringono i piedi, e poi... si prostrano... Non ha senso, ovviamente stringono i piedi del Messia che ha vinto la morte ed è risorto e Lo adorano.
Se Gli stringono i piedi è perché sono già prostrate.

Nel v. 17 abbiamo lo stesso contesto e anche i discepoli (maschi) lo adorano. Non ha senso usare in un contesto così ravvicinato lo stesso verbo con due sensi diversi.
Anche i discepoli Lo stavano adorando.


Ci sono anche altri brani che non ho analizzato ora. Ma li affronteremo a tempo debito, nello studio del resto del Vangelo di Matteo.


5) Voglio aggiungere anche questo motivo seppure non ho il tempo per spiegare la relazione con la divinità di Cristo approfonditamente.
Esaminiamo Gv 4:20-24.

20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare».
21 Gesù le disse: «Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.
22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
23 Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.
24 Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità».

Qui il verbo è proskyneo.
Giovanni ha scritto il suo vangelo per ultimo. In questo passo è Gesù che parla. Provate a tradurre con "prostrarsi" anziché "adorare".

Questo verbo era nella cultura linguistica del tempo chiaramente riferito all'adorazione.
Matteo lo usa sempre in un senso di riverenza verso un "rango superiore". Quando Matteo vuole esaltare la Sua Deità, usa proskyneo nel senso di "adorare", senza sostituirlo con un altro verbo.

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