1) l’accordo, conosciuto come "shiddukhin"
In Israele, c'erano tre modi diversi in cui questo accordo veniva fatto.
a) A volte il padre faceva l’accordo per suo figlio, come nel caso di Sansone, in Giud.14:1-10.
b) Altre volte, era attraverso un intermediario che lavorava per conto del padre, come nel caso di Eliezer per contro di Abrahamo a favore di Isacco, in Gen.24.
c) Talvolta, era lo sposo stesso che faceva questo, come nel caso di Giacobbe in Gen.29:15-30, benché anche qui, egli aveva seguito il consiglio di suo padre, Isacco.
La tradizione più comune era che il padre dello sposo scegliesse la sposa, o da solo o mandando un amico o un servitore di fiducia per venire a patti con i genitori della futura sposa e fare tutti gli accordi necessari. La storia di Abrahamo, Isacco ed Eliezer è un esempio classico dell’«accordo» iniziale.
Possiamo vedere, che benché gli accordi erano responsabilità del padre, spesso non era questa la pratica. Così il padre dello sposo delegava la responsabilità ad un suo rappresentante, come nel caso di Eliezer, il servitore di Abrahamo. Con il tempo, questo rappresentante è diventato noto come "shadkhan" (agente o intermediario di matrimonio).
È interessante osservare, come nel caso di Eliezar e di Rebecca, che lo shadkhan era rimasto con la sposa per proteggerla e guidarla nel viaggio per incontrare il suo sposo, e il suo nome, Eliezer, significa "consolatore" o "aiutante". Voglio anche menzionare che i rabbini hanno visto questo "scegliere" la sposa, già presagito nella creazione di Eva dalla “costola” di Adamo, i primi sposi. Ora, cosa dire dello sposo Gesù, il nuovo Adamo, e della sua sposa?
Come lo shiddukhin inizia con la scelta della sposa; così, anche i credenti in Gesù sono stati scelti come sposa del Messia: «siccome in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo» (Efes.1:4). In 2Cor.11:2, noi vediamo Paolo che svolge la parte dell’«agente matrimoniale» che ha presentato i credenti al loro sposo. Ma, in ultima analisi, è lo Spirito Santo che fa la parte dell’«agente matrimoniale». Egli è il «Consolatore», l’«Aiutante». È Lui che tocca i nostri cuori, e ci chiama ad unirci con il nostro sposo Messia. È Lui che rimane con noi durante il viaggio per andare ad incontrare il nostro amato sposo.
Ritorniamo ora alle vecchie tradizioni d’Israele. Il futuro sposo iniziava molto presto le sue preparazioni per il matrimonio. La gente di quei tempi e di quella cultura non aveva alcun concetto del corteggiamento così come l’abbiamo noi oggi. Infatti, il “primo approccio” era costituito da una proposta di matrimonio. Così, non appena era in grado, avrebbe cominciato a risparmiare il denaro richiesto dal “prezzo della sposa”, di cui discuterò più avanti. Poi, arrivata l’ora di sposarsi, sarebbe andato in casa della donna che voleva sposare – o quella che suo padre gli aveva detto con cui sposarsi – a fare la conoscenza di suo padre e/o dei suoi fratelli. A lui avrebbe portato il “prezzo della sposa”, un patto scritto conosciuto come «ketubah» (scritto) o "Shitre Erusin" (accordo di fidanzamento), un otre di vino e dei doni per la sposa.